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Tv, arbitri, Collina, pagine da non perdere

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Finora la tv ha stravolto le regole di due sport: il tennis (eliminando i set che potevano durare all’infinito se erano equilibrati, con il tie-break) e il volley (cancellando la norma per cui solo chi batteva poteva far punto, l’altra squadra poteva al massimo strappare la battuta, e riformando i punteggi dei set). Nel calcio per ora è riuscita solo – si fa per dire – a eliminare la contemporaneità delle partite, che però era una norma delle singole federazioni, non del regolamento del gioco, col risultato comunque di sconvolgere non poco i campionati. Basta vedere l’articolo pubblicato ieri da Repubblica (www.repubblica.it/sport/calcio/2011/03/24/news/sprint_falsato_dagli_anticipi-14031037/) togliendo il derby e la 33° (Parma-Inter e Milan-Samp), le milanesi giocheranno sempre in giorni e orari diversi. Tre volte sarà il Milan a sapere il risultato dell’Inter, due volte (terzultima  e penultima giornata) accadrà il contrario. Poi all’ultima scatterà la contemporaneità, per motivi di regolarità, che è come ammettere che prima la regolarità non c’era, ma senza questo giochino mancherebbero anche i 781 milioni di Sky e Mediaset. Grottesco non trovate? In realtà, a proposito di cambio delle regole a uso e consumo della tv, noi volevamo segnalarvi una cosa non di Repubblica, ma del Corriere della Sera. Anzi, del suo magazine Sette, che nel numero di ieri intervista – nella persona di Vittorio Zincone – Pierluigi Collina, ora selezionatore degli arbitri europei. Crediamo di fare cosa gradita a voi cari lettori nel riportarne ampi stralci. Quelli appunto riguardanti il tema arbitri e tv. Per quel che conta siamo personalmente d’accordo. Per motivi culturali, ancor più che tutto il resto. Ormai siamo nell’epoca dell’homo videns, come lo ha definito Giovanni Sartori, ovvero dell’uomo che guarda uno schermo e da lì filtra la realtà, anziché guardarla direttamente. Una realtà virtuale, a cui continuiamo a preferire una realtà virtuosa, cioè quella vera, dei fatti e delle impressioni che noi stessi ci facciamo in prima persona. Eccovi l’intervista (che trovate integrale su www.vittoriozincone.it). E poi, se credete, si apra il dibattito. Il super-arbitro comincia a descrivere il sistema con cui invia a tutti i colleghi una video-newsletter con le azioni e gli errori della domenica commentati. Lo provoco: «Vi fate la moviola da soli?». Replica: «Cerchiamo di capire perché è stato commesso un errore ed evidenziamo i provvedimenti corretti. Le immagini servono a questo». Lo trascino nella madre di tutte le diatribe calcistiche: la moviola in campo, il famigerato instant replay che viene somministrato urbi et orbi ma non nel calcio. Molti commentatori sostengono che con l’instant replay si potrebbero cacciare dai campi gli sgomitatori violenti, si potrebbero annullare i gol degli smanacciatori e alcuni assistenti con bandierina si risparmierebbero chili di figuracce. Cito Michel Platini, le Roi, dominus dell’Uefa: “La tv ha ucciso l’arbitraggio”. Collina, è così? «La tv ha creato una partita parallela. Ce n’è una arbitrata da un essere umano e un’altra vivisezionata da venti telecamere. Crocifiggere un arbitro perché non riesce a vedere quel che vedono telecamere volanti e moviolisti certosini mi pare uno sport scorretto». L’instant replay potrebbe salvare gli arbitri dalla crocifissione. Ammetta che sarebbe utile. «Queste cose le stabilisce l’Ifab, l’organismo che governa le modifiche alle regole del calcio. E al momento prevale l’orientamento di mantenere una componente umana forte. Durante l’Europeo del 2012, in Polonia e in Ucraina, entreranno in gioco i due arbitri sulla linea della porta». Basteranno? «La sperimentazione ha dato ottimi risultati. Durante uno Spartak – Basilea di Europa League l’assistente di linea ha annullato un rigore che era stato assegnato dall’arbitro. E poi c’è l’effetto deterrente». Più arbitri, meno falli? «Nelle partite con cinque arbitri il numero di trattenute in area è più basso». Con l’instant replay si potrebbero sanzionare i violenti. Ricorda il pugno sferrato da Chivu a Rossi, in Bari – Inter? «Chivu è stato squalificato». Non è la stessa cosa. Un giocatore violento dovrebbe uscire dal campo e lasciare la propria squadra in dieci. Perché l’Ifab si oppone a usare in diretta la prova tv? C’è pure il precedente di Zidane: in quel caso fu evidente l’uso di immagini video. «All’interno dell’Ifab c’è anche chi ha chiesto subito l’utilizzo della tecnologia. Gli inglesi vogliono accelerare, scottati dal gol di Lampard non convalidato ai Mondiali contro la Germania…». Perché non è passata la linea pro-tecnologica? «Dei dieci progetti con telecamere sulla linea di porta presentati all’Ifab, nessuno ha soddisfatto i requisiti richiesti». Con l’instant replay sarebbe stato annullato anche il gol del milanista Robinho contro il Chievo. Si era aggiustato la palla col braccio. L’arbitro era a pochi metri… «Per un arbitro, la valutazione di un episodio che dura un centesimo di secondo non è facile. Ma guardi che anche con le immagini tv può mancare la certezza. Pensi al caso dello sputo di Lavezzi: si è arrivati a discutere su chi aveva prodotto il video». Durante l’ultimo Mondiale, in Messico – Argentina si è arrivati al paradosso dei giocatori messicani che mostravano all’arbitro, l’italiano Rosetti, il fuorigioco dell’argentino Tevez proiettato sugli schermi all’interno dello stadio. Rosetti ha comunque convalidato il gol. «Uhm. Per lui deve essere stato molto difficile». C’è chi sostiene che siete voi arbitri a non volere l’instant replay, perché perdereste potere. «Lei crede davvero a un calcio governato dalla Spectre arbitrale?». Lei è stato uno dei pochi arbitri a presentarsi davanti alle telecamere per ammettere un errore. Lo fece dopo un Inter – Juve del 1997. Aveva convalidato un gol di Ganz, ma poi lo annullò. Spiegò perché. «Prima che in tv lo spiegai ai giocatori e all’allenatore interista Roy Hodgson». Non pensa che se tutti gli arbitri parlassero dopo le partite il fuoco delle polemiche si placherebbe? «Una volta andai ospite della tv tedesca Zdf. I direttori di gara lì parlano tutte le settimane. Fecero vedere un’intervista all’arbitro Krug che di fronte alle immagini di un suo errore, diceva: “Ovviamente in campo ho visto una cosa diversa”. Sa quanto durò il dibattito?». Quanto? «Quaranta secondi. Pensai: sono su Marte. In Italia, dopo quelle parole, ci sarebbero state discussioni per quaranta giorni». Magari le discussioni ci sono proprio perché gli arbitri non commentano mai i loro errori o le loro prodezze. «Io non sono contrario agli arbitri comunicatori. Anzi. Ma non si devono strumentalizzare le loro dichiarazioni».

Livio Balestri

telecommando@hotmail.it