Attaccanti con la fidelity card dentro lo scarpino, cannonieri con la carta fedeltà del gol che fa storia. Cento, almeno, timbrati uno appresso all’altro con la stessa maglia sulle spalle, con il logo di un’unica squadra cucito sul petto.
Antonio Di Natale è solo l’ultimo di questi aficionados della casacca, l’ultimo di questi matador da record esclusivo. Ha scelto la Sampdoria, ancora una volta, l’undicesima della sua carriera, per mettere a segno il centesimo sigillo con la maglia dell’Udinese. C'è da giurarci che non sarà l'ultimo.
Avanti Totò: tocca a te. Ora, non prima. Perché se il muro delle 100 in Serie-A l’aveva raso al suolo ben 18 reti or sono, e tra i professionisti ne vanta già 167, la marcatura di sabato coi blucerchiati lo spedisce in cima all’albo d’oro dei goleador più prolifici in bianconero. Con un distacco abissale dagli altri. Non è poco considerando che Arthur Antunes Coimbra, sua maestà Zico, si fermò a quota 22 in due stagioni, Màrcio Amoroso a 35 reti in tre anni, panzer-Bierhoff a 55 in tre campionati. Giurando fedeltà alla corona dei Pozzo, in sei stagioni giocate al Friuli Di Natale non è solo entrato nel cuore dei tifosi, ha conquistato critica e Nazionale, un Mondiale (in Sudafrica) e la notorietà. Senza dimenticare un titolo di capocannoniere (2009/2010, 29 gol) e tre oscar del calcio: che di questi tempi, si sa, non si butta via niente.
Strana storia quella del bomber tascabile, da molti considerato ad una sola dimensione: unicamente italiana e per nulla internazionale. L’Empoli lo ha svezzato e poi lanciato, l’Udinese lo ha formato dandogli tanto così di fiducia e una maglia da titolare con cui cimentarsi. Coraggio ripagato prima di subito, appena arrivato nell‘estate del 2004: 2° giornata di campionato, Udinese-Parma 4-0. Ad aprire le danze fu proprio Totò. Da allora le presenze sono salite a 215 i balli sono diventati un centinaio: 83 di destro, 10 di sinistro, 7 di testa. Gol in tutti i modi, ma un solo modo galante per rifiutare i corteggiamenti di una Signora chiamata Juventus qualche mese fa: giurando amore eterno a Udine e tutto il suo popolo. Così, a 33 anni, Di Natale è stato coronato re dai 100 sigilli. Come già, prima di lui, Del Piero alla Juve o Gigi Riva a Cagliari. O Totti e Pruzzo a Roma e Batistuta a Firenze. Pulici a Torino. Sovrani di un calcio che le bandiere non le ha mai ammainate.
Giorgio Burreddu