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Lo spareggio contro i bambini

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24 - Il primo campionato a girone unico è anche uno dei più polemici della storia, evidenziando molti dei problemi che si trascineranno per decenni. Il torneo è caratterizzato dalla lotta fra l'Inter e la Pro Vercelli, che non si risolve nemmeno all'ultima giornata: a parità di punti in classifica, la federazione decreta quindi la necessità di uno spareggio. E qui inizia la guerra...
Il primo campionato di serie A (va be', Prima categoria) a girone unico è anche uno dei più polemici della storia, evidenziando molti dei problemi che si trascineranno per decenni. Primo fra tutti quello della squadra di provincia che si sente derubata da quella di città, un po' per vittimismo e un po' perché è così davvero. Il torneo è caratterizzato dalla lotta fra l'Inter e la Pro Vercelli, che non si risolve nemmeno all'ultima giornata. A parità di punti in classifica, la federazione decreta quindi la necessità di uno spareggio. E qui inizia la guerra, perché sulle prime la FIGC vorrebbe far disputare la partita in campo neutro a Torino il 17 aprile. La Pro Vercelli e il suo presidente Luigi Bozino mettono in campo avvocati ed ottengono che lo spareggio si disputi sul proprio campo, in virtù della migliore differenza reti. Non solo: essendo alcuni giocatori vercellesi impegnati in un torneo studentesco, la partita viene rinviata di una settimana. Nemmeno quella data va però bene a Bozino, visto che il 24 aprile tre suoi giocatori saranno impegnati con una selezione militare. L'Inter rifiuta un ulteriore spostamento e la data rimane quella. Quel memorabile giorno a Vercelli Bozino manda in campo una squadra di ragazzini, nel vero senso della parola: tutti under 15, fra i quali addirittura un undicenne. Lo spirito del gesto è ufficialmente quello di convincere l'Inter a concedere il rinvio, ma i nerazzurri scendono in campo al completo e maramaldeggiano (10 a 3) contro i giovani vercellesi. Il primo campionato italiano a girone unico viene assegnato così, con questa assurdo spareggio e una coda legale lunghissima. La Pro Vercelli contesta soprattutto il tesseramento come italiano di Ermanno Aebi, che in realtà è svizzero solo a metà (giocherà infatti nella nazionale italiana) ed è nato a Milano. Finisce e inizia così, fra squalifiche alla Pro Vercelli e rancori che si trascineranno per anni. Stefano Olivari stefano@indiscreto.