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I gregari lasciati da LeBron James

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L'ultimo mese degli Heat sta facendo pensare a un Prescelto molto sotto controllo che per il primo anello della carriera questo sarà forse l'anno buono. Di sicuro non si avvererà la profezia del proprietario dei Cleveland Cavs...
L'ultimo mese degli Heat, insieme alla stanchezza mentale dei Lakers e ai problemi fisici dei Celtics, sta facendo pensare a un LeBron James molto sotto controllo (la parte di quello con più fuoco è ormai di Wade, il Prescelto fa il leader tecnico ed emotivo) che per il primo anello della carriera questo sarà l'anno buono. Forse. Di sicuro non si avvererà la profezia del proprietario dei Cavs, Dan Gilbert, che dopo l'annuncio Espn di luglio disse che la sua squadra avrebbe vinto un campionato prima di James. Dopo la sconfitta a domicilio di ieri contro mezza Dallas (senza Nowitzki, fuori per infortunio per la quarta partita di fila, oltre che senza Butler con il ginocchio rotto: insomma, il primo e il terzo realizzatore), un gruppo che con James sembrava di alto livello è arrivato alla diciassettesima sconfitta nelle ultime diciotto partite. Nel'occasione con qualche giustificazione (Mo Williams rientrante da un infortunio, Varejao fuori causa), ma in generale con un atteggiamento da squadra che non ha obbiettivi né nel presente né in un futuro a medio termine. In questo contesto il povero Byron Scott può fare poco più del curatore fallimentare, cavalcando le prodezze statistiche dei perdenti di successo alla Jamison e cercando di pescare jolly come Alonzo Gee, Manny Harris e adesso anche Christian Eyenga. Richiamato dagli affiliati Erie BayHawks della NBDL, il ragazzo congolese intravisto a Badalona ha fatto il suo esordio NBA proprio contro Dallas. Magari gli Heat non vinceranno l'anello, ma James non aveva poi valutato così male il potenziale dei Cavs. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it