La corsa per i Giochi del 2024 ci ha fatto dimenticare che il mese prossimo (21 e 22, a Minsk) i Comitati Olimpici europei dovranno assegnare l'organizzazione di una manifestazione partita in sordina (eufemismo) l'anno scorso ma che nelle intenzioni di molti dovrebbe nel giro di pochi quadrienni raggiungere il livello dei Giochi veri e propri, almeno quantitativamente. Non sembra però ci sia una grande lotta per organizzare questi European Games, che già alla prima edizione a Baku hanno avuto dimensioni (6.000 atleti e 20 sport) che sono circa la metà dei Giochi di Rio. Favorita è, guarda caso, Minsk, a riprova del fatto che per paesi realmente democratici è sempre più difficile competere ad armi pari. L'edizione 2019 era stata infatti stata assegnata ad Amsterdam, prima che la città si ritirasse a causa del mancato sostegno del governo olandese. Forse non tutti sanno che l'EOC ha una storia molto italiana, avendo avuto fra i suoi creatori lo storico presidente del CONI
Giulio Onesti e fra i suoi dirigenti
Mario Pescante e
Raffaele Pagnozzi (tuttora segretario generale, Pagnozzi). Un simpatico dettaglio è che il presidente dell'EOC, l'irlandese
Patrick Hickey, è il principale motore di questa idea ma potrebbe non essere presente a Minsk: allo stato attuale è ancora in arresto a Rio, con l'accusa di bagarinaggio. Un altro dettaglio è che fra i votanti ci sarà ovviamente anche il presidente dell'equivalente bielorusso del CONI, che altri non che
Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia stessa e non certo un alfiere dei diritti umani. Il movimento olimpico ha più di un problema.
Twitter @StefanoOlivari