Con Franco Lauro se ne va, a soli 58 anni, un giornalista che ha raccontato per la Rai la pallacanestro italiana dalla fine degli anni Ottanta a pochi giorni fa, sempre con i toni equilibrati di chi non doveva piazzare un prodotto per maniaci ma doveva in primo luogo evitare lo zapping del telespettatore generico capitato per caso su una partita di Serie A o della Nazionale, fino a quando con una scelta assurda di Petrucci la Nazionale si &egrave; autoghettizzata su Sky. Diciamolo onestamente: a molti appassionati di basket lo stile divulgativo di Lauro e di altri non piace, anzi godono quando il telecronista o il conduttore in studio tirano fuori termini criptici per iniziati. Ma un giornalista della Rai deve rivolgersi a tutti, non solo a chi pensa di essere un grande allenatore incompreso.  Parlare di pallacanestro italiana in questo periodo &egrave; quasi impossibile, ma bisogna dire che la stagione 2019-2020 per le tre squadre di club pi&ugrave; forti &egrave; tutt&rsquo;altro che finita. Il presidente dell&rsquo;Eurolega Jordi Bertomeu ha infatti detto che per una decisione definitiva su Eurolega (Olimpia Milano, attualmente dodicesima ma ad una sola vittoria dall&rsquo;ottavo posto che significherebbe playoff) ed Eurocup (Virtus Bologna e Reyer Venezia, entrambe ai quarti di finale) ci si potr&agrave; trascinare anche a fine maggio. Tanto pi&ugrave; che la pallacanestro pu&ograve; anche senza problemi concentrare tante partite in pochi giorni in un unico luogo. Nell&rsquo;emergenza coronavirus finalmente una differenza in positivo rispetto al calcio. Azzardata ogni previsione, ma la pallacanestro di vertice un mese in pi&ugrave; prima di chiudere bottega ce l&rsquo;ha ancora anche se molte squadre hanno gi&agrave; detto stop.  Si pu&ograve; invece gi&agrave; dare per certo il ritorno della Serie ad un numero pari di squadre, 16 o 18, come ha anticipato il presidente della Lega Umberto Gandini. In attesa di capire se Pesaro opter&agrave; per l&rsquo;autoretrocessione in A2, si sta discutendo sui criteri per &lsquo;promuovere&rsquo; una (nel caso Pesaro rimanga in A) o due squadre dalla scorsa ed annullata A2, senza dimenticare l&rsquo;opzione zero squadre. Chiaramente Torino &egrave; la principale candidata, sia per diritto sportivo sia per storia e bacino di utenza. Molti appassionati si chiedono come mai non ci sia la ressa per andare in A a tavolino, una possibile spiegazione &egrave; che fra garanzie e tasse di ingresso in A si parte da meno 500.000 euro a stagione, senza contare il budget: in A2 si pu&ograve; stare in un dignitoso centro-classifica con un milione, in A una stagione anonima costa quasi 4 milioni. Con gli incassi che cambiano di poco, a parte gli eventuali contratti a salire con qualche sponsor. A proposito, ma chi investir&agrave; su una squadra di A sapendo che si potrebbe ripartire a gennaio 2021? 

<p>La scomparsa di un telecronista, i tempi supplementari dell&#39;Eurolega e il ripescaggio di Torino</p> 

Il racconto di Franco Lauro

Chiss&agrave;, adesso viene fuori che tra i lettori delle nostre noterelle c&rsquo;&egrave; anche Franco Lauro. Il sospetto viene pensando al modo con cui ha chiuso 90&deg; Minuto di ieri. Lo scorso luned&igrave; l&rsquo;avevamo criticato per lo spirito goliardico che lo portava a infarcire la conduzione della trasmissione di battute decisamente bruttine (Il mio canto Libor, Matri-monio in vista.... roba cos&igrave;). Beh ieri zero battute e addirittura una chiusura poetica: &ldquo;Come diceva Goethe, le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione&rdquo;. Una frase per cui anche il suo sodale Jacopo Volpi lo ha guardato incredulo e sbalordito, figuratevi noi. Ma una frase a doppio taglio: se le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione, beh vuol dire che a 90&deg; Minuto di passione ce ne mettono davvero pochina.  di Livio Balestri telecommando@hotmail.it

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Lauro colpisce ancora