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Centrocampista dal grande estro, è stato il primo calciatore al di là della cortina di ferro a ricevere il prestigioso premio assegnato da France Football
Quella di Josef Masopust è una storia che inizia da lontano, precisamente da Most, piccolo borgo medievale del nord dell’allora Cecoslovacchia, ma che è inevitabilmente destinata a raggiungere le vette più alte del calcio di quegli anni. Josef è un ragazzo robusto, ma non particolarmente alto, e in un calcio duro ma già abbastanza evoluto come quello degli anni ’50, si mette presto in mostra: centrocampista dotato di un grande dribbling e di un fiuto del gol più che discreto, ben presto inizia a giocare a calcio con costanza, anche se nella Cecoslovacchia di quel tempo non si può certo parlare di professionismo.
La vetta vera e propria Masopust la sfiora solamente, arrivando ad un passo dalla vittoria del più grande trofeo del mondo.
Poco dopo, superata l’amarezza iniziale, Josef torna a casa, a Praga, dove milita da una vita tra le fila del Dukla. È una gelida mattina di dicembre nella capitale cecoslovacca, quando a casa Masopust arriva un’interurbana inaspettata: all’altro capo dell’apparecchio c’è un delegato di France Football. Avverte Josef che il premio di miglior calciatore europeo spetta proprio a lui, le fatiche del Mondiale cileno sono finalmente ripagate. La notizia lo lascia di stucco, Masopust non è un campione da prima pagina o un goleador come Di Stefano o Sivori, fuoriclasse dei grandi campionati d’occidente. Dalla parte Est della Cortina nemmeno si è formalmente professionisti e, ovviamente, di andare a giocare all’estero non se ne parla proprio. Il Pallone d’Oro a Masopust rappresenta un motivo di svolta nella storia del premio di France Football, viene infatti assegnato per la prima volta ad un centrocampista “box to box” e non ad un finalizzatore puro. Nel 1966-67, poi, Masopust, con il suo Dukla Praga arriva in semifinale di Coppa Campioni, capitolando contro il Celtic Glasgow che vincerà poi la competizione. Ma lui è già nella leggenda.
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