Juve-Udinese, nel 1992 l'unico poker in carriera per Roberto Baggio

Juve-Udinese, nel 1992 l'unico poker in carriera per Roberto Baggio

Nel precedente giocato l’8 novembre di 30 anni fa il Delle Alpi salutò Maurizio Damilano e celebrò la classe infinita del Divin Codino, autore di quattro reti

Jacopo Pascone/Edipress

15.01.2022 ( Aggiornata il 15.01.2022 09:40 )

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È l’8 novembre 1992 quando il Delle Alpi si trasforma in una vera e propria passerella. Questa volta, però, sono due i campioni che si dividono la scena. Nei momenti che accompagnano il pubblico alla gara tocca a Maurizio Damilano. È il giorno dell’addio per un grande campione che lascia: un oro e due bronzi alle Olimpiadi, due titoli iridati e 9 campionati italiani per il numero uno della nostra atletica leggera degli anni ’80. Un marciatore sensazionale che si congeda ricevendo un’ovazione caldissima nello stadio torinese, dopo essersi esibito in una gara amichevole insieme ai più grandi avversari provenienti da tutto il mondo. A pochi minuti dal fischio d’inizio di Juventus-Udinese saluta con la sciarpa bianconera al collo, leggendo commosso un lungo striscione che recita: “Grazie Maurizio per le emozioni che ci hai fatto vivere”. Poi, dalla pista di atletica la magia si sposta sul manto erboso. La scena se la prende tutta il più straordinario artista del nostro calcio: il Divin Codino, Roberto Baggio.

Il poker di Baggio contro l’Udinese

La sua prestazione contro l’Udinese è da incorniciare: a livello personale la più prolifica nell’immensa carriera del campione di Caldogno. Lo show inizia al minuto 20' del primo tempo, quando Torricelli va via sulla destra e regala al numero 10 il più facile dei tap-in per l’1-0 della Juve. Appena due minuti più tardi ci pensa Sensini a rendere tutto semplice: l’argentino si fa scippare palla da Moeller che serve in profondità Baggio. Il 10 s’invola verso la porta, salta un avversario e batte il portiere ospite Di Sarno. La Juve non è sazia e nel giro di 5 minuti, di fatto, chiude la partita: al 25’ sul traversone dello scatenato Moeller, la conclusione di Baggio trova la deviazione di Pellegrini e finisce in porta. Con le regole moderne sarebbe tripletta per il Divin Codino, ma sul tabellone del Delle Alpi si legge autorete del difensore friulano. Poco importa, perché la rete firmata da Balbo al 37’ è un fuoco di paglia per gli ospiti, che solo cinque minuti più tardi capitolano ancora. Il terzo gol personale del numero 10 è una perla di rara bellezza: addomestica con la coscia sinistra un difficile pallone che spiove dalle retrovie e conclude a rete con una botta terrificante, che quasi piega le mani a Di Sarno. E se nella ripresa l’arbitro Cardona le prova tutte pur di non far segnare il poker al Divino – prima annulla la trasformazione ancora su invito di Moeller, poi lascia correre su un possibile episodio da rigore –, nulla può al minuto 86, quando Roberto appoggia in rete su assist di Galia per il 5-1 finale.

Baggio e il duello a distanza con Van Basten

Una prestazione straordinaria, un unicum nella carriera di un campione irripetibile, che mai aveva segnato (e mai segnerà) quattro reti in una sola gara. Le stesse che nel frattempo ha fatto Marco van Basten sul campo del Napoli, scaturendo il medesimo risultato in favore del Milan (1-5). A fine gara ai microfoni della Rai Baggio ci scherza su: “Con lui non si può mai scherzare, purtroppo non ti da mai la soddisfazione di passare una domenica in pace, Marco”. Ma se il ’92 sarà l’anno del Cigno di Utrecht (che di lì a poco verrà premiato con il terzo personalissimo Pallone d’Oro), Baggio – che nel frattempo divide inspiegabilmente la critica – si appresta a trascinare la Juventus alla conquista della Coppa Uefa, preparandosi per essere l’erede proprio di Van Basten nell’olimpo dorato di France Football.

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