Best e quelli senza un Mondiale

Best e quelli senza un Mondiale

 

Il nordirlandese, ma non solo, è stato tra i grandissimi che però per vari motivi non hanno mai disputato una Coppa del Mondo. Eccone un breve elenco

 

Alessandro Ruta/Edipress

15.04.2024 ( Aggiornata il 15.04.2024 17:20 )

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Era un 15 aprile del 1964, un mercoledì, e l'Irlanda del Nord se la doveva vedere contro il Galles: finì 3-2 per gli irlandesi che schierarono per la prima volta un 18enne gracilino ma destinato a diventare il più grande di tutti nella storia del calcio di quel Paese, con l'aeroporto di Belfast che porta addirittura il suo nome: George Best.

Oggi però non vi parleremo di Best, ma di quelli che non sono mai riusciti a disputare un mondiale pur essendo stati dei grandi campioni.

 

I Palloni d'Oro

George Best è stato un grandissimo, Pallone d'Oro nel 1968 (anno non banale) ma non l'unico vincitore di questo trofeo individuale a non essere riuscito a giocare un mondiale. Il più eclatante di tutti, uno di quelli che ha scritto ancora di più pagine importantissime della storia del calcio, è stato Alfredo Di Stefano: argentino e spagnolo, lui in realtà aveva due opzioni, ma in entrambi i casi non è mai sceso in campo in una Coppa del Mondo.

Ha avuto anche la sfortuna, come Best e gli altri che vedremo, di vivere in un periodo in cui questo torneo era riservato a 16 squadre e non allargato come oggi. Certo, le coincidenze anche di una Spagna e di un'Argentina non all'altezza proprio mentre al Real Madrid furoreggiava la "Saetta bionda".

Il terzo Pallone d'Oro mai presente a un mondiale è stato George Weah, che per poco in realtà non stava riuscendo nell'impresa di trascinare la sua Liberia a Corea e Giappone nel 2002, qualificazione mancata per un nonnulla. Anche Weah come Best senza dubbio il miglior calciatore nella storia del suo Paese.

 

Cantona, Litmanen e gli altri

C'è stato un periodo in cui la Francia a differenza di oggi faticava ad entrare in un mondiale: anzi, dal 1986 al 1998 (padrona di casa) non si è riuscita a qualificare in due occasioni consecutive. Questo nonostante davanti potesse contare su attaccanti come Papin (presente a Messico 1986) o Cantona, lui invece preso quasi a simbolo di quei flop dei Bleus. Per il grande Eric solo grandi delusioni con l'apoteosi in negativo dell'indimenticabile 1-2 con cui la Francia venne eliminata dalla Bulgaria nel girone di qualificazione a Usa '94: sarebbe bastato anche un pareggio e invece la doppietta di Kostadinov dopo il gol proprio di Cantona gelò tutti.

Jari Litmanen invece è stato il più grande calciatore finlandese della storia, faro del grande Ajax degli anni Novanta, ma costretto ad arrangiarsi con una nazionale non all'altezza. Non si può certo dire che giocasse da solo, ma quasi. E infatti per lui zero minuti in un mondiale, manifestazione vista col binocolo visto che i finnici erano la classica squadra materasso da trovare nei gironi di qualificazione.

Il Galles invece ha avuto un buon periodo negli anni Cinquanta, all'epoca di John Charles (attaccante anche della Juventus), quando mise in difficoltà il Brasile di Pelé, nientemeno, ai mondiali del 1958. Solo di recente è tornato a partecipare a una coppa del mondo grazie innanzitutto a una grande generazione di calciatori e in second'ordine all'allargamento del torneo. In mezzo però c'è stato un fenomeno assoluto come Ryan Giggs che non ha potuto mettere il suo timbro come invece ha fatto al Manchester United.

 

Gli italiani

Il primo nome che viene in mente, rappresentativo di una squadra e di un'epoca, è senza dubbio Valentino Mazzola, capitano, leader e leggenda del Grande Torino. Nel 1950 sarebbe stato sicuramente protagonista al Mondiale in Brasile, ma la tragedia di Superga del 4 maggio 1949 avrebbe tolto di mezzo lui e tutta la squadra non solo del Torino ma anche della Nazionale, visto che dieci undicesimi degli azzurri erano torinisti, tranne il portiere Bacigalupo.

In epoca più recente senza dubbio Roberto Mancini è stato il grande assente, in realtà convocato per Italia '90, ma mai utilizzato da Azeglio Vicini. Un rapporto sempre complesso da calciatore con la nazionale per il Mancio, paradossale visto il suo successo da commissario tecnico all'Europeo del 2021.

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