Andy Cole, 50 anni tra gol e ricordi

Andy Cole, 50 anni tra gol e ricordi

L’ex attaccante del Manchester United taglia un traguardo importante: una vita sul filo del fuorigioco, superando anche il trapianto di rene

Redazione Edipress

15.10.2021 ( Aggiornata il 15.10.2021 10:57 )

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È il terzo marcatore più prolifico della storia della Premier League, preceduto da Shearer e Rooney, e dopo aver conquistato lo storico Treble con il Manchester United, nel 2017, Andrew Cole, per tutti Andy, ha dovuto affrontare un avversario ben più temibile e infido: una malattia renale che lo ha costretto a un trapianto, donatore suo nipote Alex. Compie oggi 50 anni Andy Cole, vincitore con la maglia del Manchester United di ben 5 campionati, due FA Cup, una Champions League, nonché la Coppa Intercontinentale. Cole formò con Dwight Yorke la famosa coppia d'attacco soprannominata Soul Brothers o Calypso Boys, che dominò in Inghilterra e in Europa almeno per un quadriennio.

 

Le origini

Cole è cresciuto a Nottingham. I suoi genitori emigrarono dalla Giamaica nel 1957, facevano parte della cosiddetta “Generazione Windrush”, quella colpita dallo scandalo politico, esploso ufficialmente nel 2018, quando fu rivelato che gli immigrati dai paesi caraibici in Gran Bretagna erano stati sottoposti a detenzione illegale, gli erano stati negati i diritti civili e minacciati di deportazione. Tutto ciò sfiorò la vita di Andy, che si appassionò al calcio anche se il padre avrebbe preferito scegliesse il cricket: «Nel calcio c’è troppo razzismo, ragazzo», così gli ripeteva il genitore. Andy amava il calcio, aveva talento e presto esplose. Cresciuto nell’Arsenal, inizia al Newcastle a imporsi all’attenzione nazionale: tra il 1993 e la fine del 1994 segna 56 gol in 76 partite. Sir Alex Ferguson non se lo lascia scappare e lo acquista il 10 gennaio 1995 per 6,25 milioni di sterline più il cartellino dell’allora quotatissimo Keith Gillespie.

 

I Calypso Boys

Il 9 segna in tutti i modi: destro, sinistro, di testa, di opportunismo, danzando sulla linea del fuorigioco, accompagnando la corsa dal gesto di indicare al compagno esattamente dove vuole il pallone. Ma il suo talento non è ancora esploso definitivamente. Sarà necessario attendere il 1998, quando un altro calciatore di origini caraibiche (da Trinidad e Tobago) arriva al Manchester United, anche lui classe 1971, nato meno di 3 settimane dopo Andy. Dall’Aston Villa Ferguson acquista Dwight Yorke. Le critiche non risparmiano il padre di una delle squadre più vincenti della storia: secondo gli “esperti”, Cole e Yorke sono troppo simili per poter giocare insieme. Ovviamente Ferguson ha visto qualcosa che nessun altro ha notato: i due si completano a vicenda, se uno va incontro, l’altro attacca la profondità, ma soprattutto dialogano con il pallone, lo scambiano in continuazione, facendo impazzire i difensori con finte e veli. Arma letale dello United diventa il passaggio in profondità verso la trequarti avversaria, uno dei due attaccanti lascia sfilare il pallone per l’altro, che serve il compagno che nel frattempo ha puntato la porta. Un esempio è nel ritorno della sfida di girone contro il Barcellona nella Champions League 1998-99, finita 3-3: Cole ne segna uno proprio così, Yorke fa doppietta. Qualche anno dopo, i due riusciranno a portare in Coppa Uefa il Blackburn Rovers, ma la fiamma della loro carriera andava estinguendosi.

 

La malattia

Cole oggi combatte contro i demoni del trapianto e ha rilasciato diverse interviste molto sincere su come sta cercando di affrontare la sua malattia e anche quella che ha colpito sua figlia. Happy 50 Andy Cole, continua a correre sorridendo come se avessi appena segnato un gol. Su assist di Yorke.

 

 

 

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