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Felipe Massa e la battaglia legale nei confronti di FIA e F1© Getty Images

Felipe Massa e la battaglia legale nei confronti di FIA e F1

Lo staff legale del pilota brasiliano ha inviato una lettera alla FIA e alla Formula 1 in cui viene richiesto un risarcimento danni alla luce del mancato annullamento del Gp di Singapore 2008 (passato alla storia per il Crashgate), che di fatto privò Massa del titolo piloti

18.08.2023 ( Aggiornata il 18.08.2023 19:23 )

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Ottenere finalmente giustizia. Questo alla base dell’azione legale che secondo l’agenzia di stampa britannica Reuters il pool di avvocati che assiste il pilota brasiliano Felipe Massa sarebbe intenzionato ad avviare nei confronti della Fia (Federazione Internazionale dell’Automobile) e della Formula 1, colpevoli a loro parere di aver assegnato ugualmente il titolo piloti a Lewis Hamilton senza invalidare il Gp di Singapore (passato alla storia per il famigerato Crashgate), nonostante sia l’ex Presidente Fia Max Mosley, sia l’ex patron del Circus Bernie Ecclestone fossero a conoscenza già quello stesso anno della combine organizzata dalla Renault sul circuito di Marina Bay.

Fino a pochi mesi fa non era mai emersa una benchè minima irregolarità in merito all’assegnazione del titolo piloti 2008, con Lewis Hamilton (all’epoca dei fatti in McLaren) che al termine dell’ultima gara di campionato in Brasile si era laureato per la prima volta Campione del mondo battendo per un punto (98 vs 97) l’allora pilota della Ferrari Felipe Massa.

© SingaporeGp via Twitter

Una stagione, quella 2008, che ancora oggi viene ricordata per il Crashgate, andato in scena in occasione del Gp di Singapore, quando nel corso del 14°giro Nelsinho Piquet andò a muro (in una fase di gara che vedeva in testa la Ferrari di Felipe Massa, come possiamo vedere dalla foto sopra pubblicata) con la sua Renault con l’obiettivo di consentire al compagno di squadra Fernando Alonso di vincere la gara, approfittando del trambusto che questo incidente avrebbe potuto portare alla corsa. Cosa alla fine effettivamente accaduta: in occasione dell’incidente di Piquet, infatti, la Direzione Gara decise di mandare in pista la Safety Car, ma alla luce della concitazione presente ai box, sulla Ferrari del pilota brasiliano non venne tolto correttamente il bocchettone della benzina, e così Massa ripartì trascinandosi dietro il bocchettone della benzina, andando così purtroppo a rovinare pesantemente la propria gara (classificandosi in 13°posizione), con il Gp che venne vinto proprio dalla Renault di Fernando Alonso.
Solamente nel 2009 fu possibile accertare le reali responsabilità del team francese, con il Team Principal Flavio Briatore radiato a vita dalla Federazione, e con il Dt Pat Symonds squalificato per cinque anni, salvo poi nel 2010 assistere alla cancellazione di entrambe le pene in seguito alla decisione del Tribunal De Grande Instance di Parigi, il quale non ritenne regolare il procedimento istituito dalla Federazione (la quale invece continuò a considerare valide le suddette squalifiche ai danni di Briatore e di Symonds).

Mai, però, in passato era stata trovata una qualsiasi correlazione tra il Crashgate e la mancata conquista del titolo da parte di Felipe Massa fino allo scorso Febbraio, quando, intervistato dal sito tedesco F1 insider, l’ex patron del Circus Bernie Ecclestone rivelò una verità a dir poco sconcertante: pur conoscendo l’esistenza del Crashgate già nel 2008 (mesi prima rispetto all’esplosione dello scandalo, avvenuto nell’estate 2009 alla luce del licenziamento da parte della Renault di Nelsinho Piquet, sostituito per le rimanenti gare dal francese Romain Grosjean) FIA e FOM decisero di non intervenire per evitare che la Formula 1 avesse a che fare con un nuovo scandalo dopo quello della Spy Story avvenuto nel 2007, con lo stesso Ecclestone che nell’intervista rilasciata a F1 insider affermò che a suo parere il titolo 2008 non doveva appartenere a Hamilton.

“Max Mosley (ex presidente FIA) ed io siamo stati informati durante la stagione 2008 di quanto era accaduto nella gara di Singapore. Piquet junior aveva detto a suo padre Nelson (tre volte campione del mondo di Formula 1) che gli era stato chiesto dal team di andare a sbattere contro il muro a un certo punto per far scattare una fase di safety car e simili per aiutare il suo compagno di squadra Alonso. (…)
Abbiamo deciso di non fare nulla, volevamo proteggere lo sport da un enorme scandalo. Ho convinto Nelson Piquet senior, un mio ex-pilota in passato, a tacere per il momento. All’epoca vigeva la regola che la classifica di un campionato del mondo era intoccabile dopo la cerimonia di premiazione della FIA alla fine dell’anno, Hamilton ricevette la coppa ed andò tutto bene. All’epoca avevamo informazioni sufficienti per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore, che non sarebbe stata valida per la classifica del campionato. Felipe Massa sarebbe diventato campione del mondo, non Lewis Hamilton.

Oggi mi dispiace ancora per Massa, è stato defraudato del titolo che meritava, mentre Hamilton ha avuto tutta la fortuna del mondo e ha vinto il suo primo campionato. Oggi avrei fatto le cose in modo diverso. Ecco perché, per me, Michael Schumacher è ancora l’unico campione del mondo da record con sette titoli, anche se le statistiche dicono il contrario”.

Massa e la richiesta di risarcimento nei confronti di Formula 1 e FIA

Le dichiarazioni rilasciate a F1 insider lo scorso Febbraio da Bernie Ecclestone (il quale recentemente ha confessato alla Reuters di non ricordarsi di aver detto tutto ciò, né di aver rilasciato l’intervista in questione a F1 insider) sono arrivate giocoforza all’orecchio di Felipe Massa, il quale in quel frangente decide di dare mandato ai suoi legali di studiare la situazione, per valutare la possibilità inizialmente di chiedere l’annullamento del Gp di Singapore, con il titolo che in questo caso sarebbe stato a lui assegnato. Un’ipotesi, questa, che con il tempo ha rivelato tutte le sue criticità, in quanto è difficile che dopo 15 anni una gara del campionato mondiale di F1 possa venir di botto cancellata. Non solo: nella storia della Formula 1 non esiste il benchè minimo precedente di gare completamente cancellate a posteriori dopo delle presunte o accertate irregolarità. Può esser capitato che un pilota o una squadra venisse squalificato e di conseguenza omesso/a dall’ordine di arrivo, ma mai che un Gp venisse cancellato per una presunta irregolarità. Peraltro, ai fini del Codice Sportivo Internazionale FIA non è possibile contestare l’esito di una gara se non in caso di infrazione o penalità comminata ai propri danni, e in quel caso la squadra ha 14 giorni di tempo dalla data del Gp in questione per richiedere il diritto di revisione, o comunque quattro giorni prima della cerimonia di premiazione FIA di quello stesso anno. Cosa, in questo caso, non possibile.

Dopo alcuni mesi di silenzio, dunque, il gruppo di avvocati che segue Felipe Massa avrebbe quindi inviato (secondo quanto riporta in queste ore la Reuters) agli uffici della Federazione guidata da Mohammed Ben Sulayem e della Formula 1 (guidata da Stefano Domenicali, all’epoca dei fatti peraltro Team Principal Ferrari) una “Letter Before Claim” (una comunicazione, cioè, che preavvisa l’avvio di un’azione legale) di ben otto pagine in merito all’esito della stagione 2008.

Lo studio legale Enyo basato a Londra all’interno della “Letter Before Claim” visionata dall’agenzia Reuters (e arrivata agli uffici di FIA e Formula 1 lo scorso 15 Agosto) avrebbe scritto che il pilota brasiliano Felipe Massa sarebbe stato vittima di una cospirazione commessa da individui ai massimi livelli della F1 insieme alla FIA e alla direzione della Formula Uno. In poche parole, Massa è il legittimo Campione Piloti 2008, e la F1 e la FIA hanno deliberatamente ignorato la cattiva condotta che lo ha privato di quel titolo. Il signor Massa non è in grado di quantificare completamente le sue perdite in questa fase, ma stima che probabilmente supereranno le decine di milioni di euro. Questo importo non copre le gravi perdite morali e di reputazione subite dal signor Massa".

Secondo quanto riporta la stessa Reuters, un portavoce della Federazione avrebbe riconosciuto di aver ricevuto della "corrispondenza" dai rappresentanti di Massa, aggiungendo che la questione era in fase di revisione e che in Federazione non ci sarebbero stati commenti in questa fase. Nessuna risposta, al momento dalla Formula 1, al momento chiusi per ferie.

Nella lettera scritta dagli avvocati secondo quanto riferito da Reuters veniva specificato che in caso di mancata risposta soddisfacente entro 14 giorni, Massa avrebbe promosso un'azione legale presso i tribunali inglesi senza ulteriore preavviso al fine di chiedere il risarcimento del danno subito, oltre a volere “il riconoscimento che senza quegli atti illeciti, gli sarebbe stato assegnato il campionato 2008".

Una vicenda, quella che vede contrapposti Felipe Massa da una parte e dell’altra Fia e Formula 1 lontana dal suo capitolo finale, con il brasiliano desideroso finalmente di avere giustizia dopo il torto subito per via del Crashgate. Se ci riuscirà o meno, sarà solo il tempo a dirlo.

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