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F1, Ungheria 1998: la vittoria di Schumacher e l’intuizione strategica di Brawn© Motorsport Images

F1, Ungheria 1998: la vittoria di Schumacher e l’intuizione strategica di Brawn

Il 16 Agosto 1998 il campione di Kerpen conquista il Gp d’Ungheria davanti alla McLaren-Mercedes di David Coulthard, pur facendo una sosta in più dell’avversario

16.08.2023 ( Aggiornata il 16.08.2023 22:40 )

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La vittoria di Schumacher in Ungheria

Schumacher è dunque chiamato a vincere (per cercare di mantenere intatto il sogno iridato) in Ungheria su una pista (l’Hungaroring) dove sorpassare è a dir poco impossibile, e dove partire davanti è fondamentale. Le qualifiche, però, registrano l’ottava prima fila stagionale della McLaren con Hakkinen davanti a Coulthard (staccato di 158 millesimi dal compagno di squadra finlandese), e con la Ferrari di Michael Schumacher terza in griglia (staccata di 358 millesimi dal poleman Hakkinen) davanti alla Jordan-Mugen Honda di Damon Hill. In terza fila troviamo l’altra Rossa di Eddie Irvine (quinto), che per dodici millesimi riesce a star davanti alla Williams-Mecachrome del campione del mondo uscente Jacques Villeneuve (sesto).
Da segnalare che a partire da questa gara la Bridgestone introduce delle gomme anteriori più larghe (18 mm in più rispetto alla versione precedente, 12 mm in più rispetto alle gomme anteriori Goodyear).

Al via della gara le McLaren (come già visto in altre occasioni) riescono a mantenere con una certa facilità la testa della corsa, con Hakkinen davanti a Coulthard. Schumacher manca leggermente lo spunto al via, ma riesce comunque a difendersi dall’attacco di Damon Hill mantenendo la terza posizione, mentre alle sue spalle Irvine (approfittando anche delle gomme morbide montate al via) riesce a sopravanzare prima di affrontare la prima curva proprio Hill, salendo in quarta posizione. A completare la top 10 nel corso del primo giro troviamo in sesta e settima posizione le Williams di Villeneuve e di Frentzen, la Benetton di Wurz, la Sauber motorizzata Ferrari di Alesì, e la Benetton di Fisichella.

Fin dalle primissime fasi di gara appare chiaro a tutti come i candidati per la vittoria della gara siano le due McLaren di Hakkinen e di Coulthard e la Ferrari di Schumacher: salvo Irvine (che farà registrare il giro più veloce nel corso del settimo giro) un pochino più staccato, gli altri piloti non sembrano essere in grado di sostenere il ritmo inferto dai tre piloti di testa.
Se in questa fase Hakkinen sembra quasi prendersi un po' di vantaggio su Coulthard, Schumacher pian piano comincia ad avvicinarsi al pilota scozzese della McLaren avendo un ritmo gara migliore, senza però riuscire a superarlo. Al termine del tredicesimo giro, purtroppo, Irvine è costretto a ritirare la sua monoposto, rientrando ai box per parcheggiare definitivamente la sua Ferrari F300. Alcuni controlli in seguito evidenzieranno che sulla Rossa del pilota irlandese si è rotto il cambio (quarta e quinta marcia).
La Classifica vede Hakkinen guidare la gara con un distacco su Coulthard che oscilla sui due secondi- due secondi e mezzo, con Schumacher alle spalle del pilota scozzese con un distacco che oscilla tra pochi decimi e il secondo. Molto più staccati gli altri: basti pensare che al termine del 17°giro Hill (quarto) si trova a 19”997 dal pilota finlandese della McLaren, con le Williams di Villeneuve e Frentzen in quinta e sesta posizione staccate rispettivamente 25”544 e 27”587 dalla vetta.

Tra il 23° e il 24°giro comincia la prima tornata di rifornimenti: tra i piloti di testa il primo a fermarsi al termine del 24°giro è Damon Hill (Jordan), seguito poi nel giro successivo da Michael Schumacher (Ferrari), dalle McLaren di Coulthard e di Hakkinen rispettivamente nel corso del 26° e del 28° giro. Dopo la prima sosta Hakkinen è in sempre in testa, seguito dal compagno di squadra Coulthard e con Michael Schumacher che torna in pista in quarta posizione alle spalle della Williams di Jacques Villeneuve, il quale con gomme ormai usurate finisce per rallentare la corsa del pilota tedesco.
Da registrare in questa prima tornata di soste l’inconveniente occorso alla Williams di Heinz Harald Frentzen (fermo ben 16”3 ai box) per un problema al dado della gomma posteriore destra.

Una volta che Villeneuve si ferma ai box per la sosta (31°giro), Schumacher nel tornare in terza posizione trova finalmente pista libera davanti a se e può finalmente estrarre tutto il potenziale dalla sua Ferrari.

© Formula 1

Al termine del 32°giro (il primo senza avere davanti Villeneuve) se Hakkinen e Coulthard fanno registrare un tempo di 1’21”1, Schumacher scende addirittura sotto il minuto e 20: 1’19”952 il tempo del campione tedesco, che nel giro di pochissime tornate torna nuovamente in scia alla McLaren di Coulthard, forte di una Rossa molto ben bilanciata rispetto alle qualifiche, e che sembra farsi preferire sul passo gara rispetto alle McLaren. Nel corso del 38°giro assistiamo a un errore di Hakkinen nell’affrontare l’ingresso dell’ultima curva: apparentemente un errore di guida da parte del pilota finlandese, ma che con il senno di poi può venir considerato una sorta di avvisaglia delle difficoltà che caratterizzeranno la sua seconda parte di gara.

Una volta tornato in scia alla McLaren di David Coulthard, Schumacher non riesce però a superare la McLaren del pilota scozzese. Dobbiamo infatti considerare che se le attuali wing-car consentono a un pilota di stare molto più in scia a una monoposto, all’epoca stare troppo dietro a una monoposto portava a un disturbo del proprio carico aerodinamico (e a un eccessivo consumo delle gomme) da parte della monoposto che precedeva. Ciò fa sì che i tifosi assistano a una sorta di elastico tra Schumacher e Coulthard, con il pilota tedesco che riduce il suo gap dal pilota scozzese a pochissimi decimi, salvo poi non riuscire a superarlo e a quel punto doversi nuovamente allontanare dalla McLaren per consentire all’aerodinamica della sua monoposto di poter ritrovare dell’aria pulita per poter funzionare correttamente.

Visto il miglior passo gara evidenziato da Schumacher e al contempo l’impossibilità di riuscire a superare la McLaren, il Dt Ferrari Ross Brawn decide di passare alla strategia da due a tre soste, per consentire al campione di Kerpen di tirare al massimo nello stint di gara compreso tra la seconda e la terza sosta a suon di giri di qualifica per trovare così il gap nei confronti della McLaren in vista dell’ultima sosta ai box.
Per questo motivo, quindi, al momento di effettuare nel corso del 43°giro la seconda sosta (6.8 secondi) sulla Rossa numero 3 di Schumacher viene inserito un minor quantitativo di benzina. La McLaren decide di far fermare subito Coulthard nel corso della tornata successiva (44°giro; 8 secondi), con Schumacher che sale così in seconda posizione, per poi passare in testa alla gara nel corso del 46°giro, che vede Hakkinen fermarsi per la seconda sosta (8.4 secondi).

© Formula 1

Se la McLaren ha di fatto finito le sue soste, in Ferrari c’è ancora una sosta da effettuare, motivo per il quale è in questa fase che Schumi giro dopo giro costruisce quel vantaggio che gli dovrà consentire (al momento di effettuare la sosta) di poter poi tornare in pista davanti alle monoposto del team di Woking. Se il campione di Kerpen ci mette tanto di suo per raggiungere questo obiettivo (al punto che già nel corso del 48°giro il gap su Hakkinen è di circa 7”447, approfittando anche delle difficoltà di Hakkinen nel doppiare la Minardi del giapponese Shinji Nakano) nonostante un errore commesso nel percorrere l’ultima curva nel corso del 51° giro (andando fuori e poi rientrando in pista), bisogna anche dire che una mano indirettamente gliela dà il problema al cambio che (come già avvenuto in altre gare) comincia a manifestarsi sulla MP4/13 di Hakkinen, che nel corso del 51°giro (lo stesso dell’errore di Schumacher) viene superato dalla monoposto gemella di Coulthard, e che porta Villeneuve (salito nel frattempo al quarto posto con la sua Williams) ad avvicinarsi piano piano alla McLaren del pilota finlandese, costretto a rallentare vistosamente il proprio ritmo pur di riuscire a portare al traguardo la propria macchina.
Nel corso del 62°giro (forte di un vantaggio di 26”9 secondi) Schumacher si ferma ai box per effettuare la terza e ultima sosta (7.7 secondi), rientrando davanti alla McLaren di Coulthard con un vantaggio che all’inizio del 64°giro è intorno ai cinque secondi (5”033 per la precisione). A 13 giri dal termine la classifica vede quindi Schumacher in testa, seguito da Coulthard, Häkkinen, Villeneuve, Hill, Frentzen, Wurz e Alesi.

Tra le posizioni di testa quella più a rischio (come già detto) è quella di Hakkinen, con Villeneuve che gira circa tre secondi più veloce del finlandese (per via dell’aggravarsi del problema al cambio della McLaren), che non a caso riesce a superare nel corso del 67°giro. Hakkinen verrà poi superato nel corso del 71° giro anche dalla Jordan di Damon Hill, e nel corso del 72° giro dalla Williams di Heinz Harald Frentzen.

In testa Schumacher porta avanti regolarmente la propria gara, e alla fine conquista il Gp d’Ungheria con 9”441 di vantaggio sulla McLaren di David Coulthard, con 44”444 di vantaggio sulla Williams-Mecachrome di Jacques Villeneuve, con 55”076 sulla Jordan-Honda di Damon Hill, con 56”510 sulla Williams-Mecachrome di Heinz Harald Frentzen, e con un giro di vantaggio sulla McLaren di Mika Hakkinen, doppiata dal campione di Kerpen nel corso dell’ultimo giro.

In Classifica piloti Hakkinen resta in testa con 77 punti, ma con questa vittoria Schumacher rilancia la sua sfida per il titolo, portandosi a quota 70. Coulthard è terzo con 48 punti, davanti a Irvine (32), Villeneuve (20), Wurz (17).
In Classifica Costruttori la McLaren è sempre in testa con 125 punti, con la Ferrari a quota 102, seguita da Benetton (32), Williams (30), Jordan (10), Stewart (5), Arrows e Sauber (4).

Dopo questa vittoria, Schumacher (nonostante il ritiro nel corso della successiva gara di campionato in Belgio) riuscirà a raggiungere in testa alla classifica Mika Hakkinen in occasione del vittorioso Gp d’Italia a Monza (che vedrà una doppietta Ferrari, grazie alla vittoria del campione di Kerpen e al secondo posto di Eddie Irvine, con Hakkinen quarto). Nel Gp del Lussemburgo (corso sul circuito tedesco del Nürburgring) sarà però il pilota finlandese a prevalere (con Schumi secondo), così come nell’ultima gara di campionato in Giappone, che vedrà Hakkinen laurearsi campione del mondo, con Schumacher costretto al ritiro.

Resta però il ricordo di questa vittoria emozionante ottenuta 25 anni fa in Ungheria, caratterizzata dall’unione di talento di guida e strategia, alla base negli anni successivi di ulteriori successi, sempre grazie all’asse Schumacher-Brawn. Ma questa, come scriverebbe Michael Ende, è un’altra storia.

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