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Pirelli e l’ipotesi della gomma super-intermedia© Getty Images

Pirelli e l’ipotesi della gomma super-intermedia

Il gommista milanese sta valutando la possibilità di introdurre (in alternativa ai dispositivi paraspruzzi) una nuova gomma intermedia da usare in caso di pista molto bagnata da affiancare all’attuale intermedia e alla gomma full wet per ridurre la nuvola d’acqua alzata da quest'ultima

07.08.2023 ( Aggiornata il 07.08.2023 11:46 )

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Una mescola inutile. Così la maggior parte dei piloti in occasione del Gp del Belgio (che ha visto FP1, Qualifiche, Sprint Shootout e gara Sprint svolgersi in condizioni di pista bagnata) ha definito la nuova gomma full wet portata da Pirelli. Se da una parte il fatto di andare subito in temperatura senza più necessitare l’utilizzo della termocoperta rappresenta senza ombra di dubbio un fattore positivo, dall’altra la maggior quantità di acqua evacuata rispetto alle gomme intermedie con inevitabili problemi legati alla visibilità (disagio, questo, peggiorato con l'introduzione delle attuali monoposto ad effetto suolo) fa sì che questa mescola venga utilizzata solamente o per stare dietro alla Safety Car (vedi partenza della gara Sprint in Belgio) o quando è proprio necessario.
La Federazione nel prendere atto della situazione già nel corso delle precedenti gare stagionali in cui è venuto a piovere ha già cominciato a valutare la possibilità di poter introdurre sulle monoposto dei dispositivi para-spruzzi, ma i primi test effettuati a Silverstone da Mercedes (dotata dei suddetti dispositivi con la volante Mick Schumacher) e McLaren (senza paraspruzzi, con al volante Oscar Piastri) non avrebbe dato i risultati sperati, visto che le nuvole d’acqua alzate dai dispositivi alla fine erano simili a quelle alzate senza dispositivi. Bisogna anche dire, però, che i dispositivi usati erano molto piccoli per evitare d’impattare sul comportamento aerodinamico della monoposto, per cui è evidente che da parte della Federazione ci sarà ancora molto da fare per trovare la giusta quadra, qualora si dovesse continuare a proseguire la strada che porta verso l’inserimento dei dispositivi para-spruzzi sulle monoposto di F1.

Andando a ritroso, in passato era molto difficile che la maggior parte dei piloti di Formula 1 bocciassero del tutto le gomme full wet in quanto esistevano due mescole di gomme da bagnato estremo (una più morbida e una più dura, chiamata Monsoon), che si adattavano alle caratteristiche dei circuiti dove si andava a correre nell’arco del Mondiale. Da alcuni anni, invece, è stato deciso di realizzare un’unica mescola di gomma full wet che su alcune piste si comporta piuttosto bene, ma che su altre (vedi Spa, Silverstone o Suzuka) per via delle curve troppo veloci risulta essere troppo morbida, con il serio rischio, quindi, non solo di sollevare troppa acqua, ma anche di disturbare con il passare dei giri l’aerodinamica della stessa vettura, non essendo in grado di reggere le sollecitudini a cui la monoposto è sottoposta per via dell’eccessiva morbidezza della mescola.

Per questo, non solo la Federazione ma anche la stessa Pirelli è impegnata nel cercare di risolvere questa situazione, con il Responsabile Motorsport Pirelli Mario Isola che, intervistato da RaceFans avrebbe proposto ben due soluzioni:
- nel caso in cui si decida di rimanere nella situazione attuale (con esposizione di bandiera rossa o utilizzo della Safety Car quando c’è molta acqua in pista senza correre a causa della visibilità) sviluppare una gomma super intermedia, che in pratica sarebbe una gomma intermedia da affiancare alle attuali gomme intermedie e full wet, che consentirebbe di correre in caso di pista molto bagnata, sollevando il quantitativo d’acqua che possa garantire una buona visibilità fino ad arrivare al crossover per poter montare le gomme d’asciutto;

-nel caso in cui si decida di correre anche in caso di bagnato estremo dotare la monoposto di dispositivi para-spruzzi perfettamente funzionanti (in grado di evacuare la giusta quantità d’acqua senza limitare la velocità) mantenendo le attuali gomme intermedie dotate di termocoperte e con le attuali gomme full wet senza termocoperte da continuare a migliorare.

Se è vero che nei test fatti a Fiorano e al Paul Ricard le full wet senza termocoperte hanno fatto registrare dei tempi più veloci di circa cinque-sei secondi oltre a un buon riscaldamento (rispetto alle precedenti full wet senza termocoperte) al punto da convincere le squadre e la Federazione alla loro introduzione a partire dal Gp di Monaco, d'altra parte è anche vero che le piste in cui Pirelli ha provato la full wet in questione (come detto Fiorano e Paul Ricard) prima della sua introduzione in campionato non hanno le caratteristiche delle più veloci Spa, Silverstone e Suzuka, per cui alla fine questa performance, seppur migliorativa, non consentirebbe sulle piste più veloci di raggiungere un corretto crossover con le intermedie. Da qui, pertanto, l'esigenza di continuare a migliorare le attuali full wet senza termocoperte.  

Spetta ora alla Federazione decidere la corretta direzione di sviluppo, per consentire a Pirelli di dotare la Formula 1 di gomme adatte per fronteggiare i pericoli (a cominciare dall’aquaplaning) legati al bagnato in pista.

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