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F1 Ungheria: Hamilton e il ritorno in pole position© @F1

F1 Ungheria: Hamilton e il ritorno in pole position

L’eptacampione del mondo inglese della Mercedes batte per soli tre millesimi la Red Bull di Max Verstappen, mettendo fine a un digiuno di pole che durava da 33 gare. Terze e quarte le McLaren di Norris e Piastri, Ferrari sesta con Leclerc e undicesima con Sainz

23.07.2023 ( Aggiornata il 23.07.2023 06:29 )

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Una qualifica appassionante, decisa solo all’ultimo e per pochissimi millesimi. Se l’obiettivo dell’Alternative Tyre Allocation (fortemente voluta da Pirelli in nome dell’eco sostenibilità con una riduzione dei set di gomme d’asciutto da 13 a 11 e con l’utilizzo obbligatorio in qualifica di gomme dure in Q1, gomme medie in Q2 e gomme soft in Q3), sperimentata per la prima volta a Budapest (in attesa del secondo test in programma a Monza) voleva essere quello di rendere più appassionanti le qualifiche non esitando a vivacizzare l’azione in pista, l’obiettivo può darsi abbondantemente raggiunto. A conquistare la pole position del Gp d’Ungheria è la Mercedes di Lewis Hamilton, che per soli tre millesimi ha preceduto la Red Bull di Max Verstappen, con Lando Norris (McLaren) terzo, staccato di soli 85 millesimi dalla vetta.

Una pole, quella di Lewis Hamilton, a dir poco emozionante, e figlia del talento dell’eptacampione del mondo inglese, che sul circuito dell’Hungaroring (che in queste ore ha ufficializzato l’estensione del contratto in essere con Liberty Media per ospitare il Gp d’Ungheria fino al 2032 compreso) è capace di esaltarsi come nessuno, riuscendo a fare la differenza in tutti e tre i settori della pista senza far registrare alcun parziale record, e ottenendo la pole position  (1’16”609), mandando in visibilio non solo i tifosi ungheresi, ma anche i tifosi “orange”, accorsi in massa ad acclamare l’ennesima pole di Verstappen, e che invece devono rendere omaggio all’ennesima perla di un grande campione, capace quest’oggi di ribadire una volta di più tutto il suo valore, riuscendo peraltro a mettere fine a un digiuno di pole che durava da 33 gare, e più precisamente dal Gp dell’Arabia Saudita 2021.

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Una pole storica, la 104° in carriera ottenuta oggi pomeriggio da Lewis Hamilton in Ungheria: non solo, infatti, per la prima volta un pilota di Formula 1 conquista ben nove pole position sulla stessa pista, ma con la pole odierna Hamilton conquista la sua 11°prima fila in terra ungherese eguagliando il record già ottenuto a Yas Marina, oltre a togliere a Kimi Raikkonen il record per la distanza massima tra due pole, fissandolo in 16 anni 1 mese e 12 giorni. La distanza tra la prima pole in carriera ottenuta da Hamilton in Canada il 9 Giugno 2007 e quella odierna.

Comprensibile al termine delle qualifiche l’emozione del campione inglese della Mercedes, che, intervistato da Danica Patrick, non ha nascosto quanto l’ultimo anno e mezzo per lui sia stato piuttosto complicato, riconoscendo alla squadra tutto il lavoro fatto per tornare a conquistare una pole position che per Lewis è come fosse la prima. Hamilton ammette che non si aspettava di fare la pole position questo weekend, ma anche che in occasione dell’ultimo tentativo ha dato tutto quello che poteva, e che sulla macchina non c’era più nulla da spremere. In ottica gara Hamilton proverà a dare il massimo, consapevole però del fatto di dover lottare sia contro un campione come Verstappen che contro un giovane di talento del calibro di Norris. Una cosa, però, è certa: a contrario di Lando Norris che a Silverstone non esitò a dare strada a Verstappen consapevole del fatto che la battaglia della McLaren non fosse quella per la vittoria, tra Hamilton e Verstappen esiste un certo trascorso legato anche alla lotta per il Mondiale 2021, per cui è lecito immaginare che al via della gara il campione inglese della Mercedes cercherà in tutti i modi di mantenere la testa, non esitando a duellare con Verstappen. Anche in maniera dura, se necessaria.

Per un Hamilton che conquista la sua 104° pole in Formula 1, in casa Mercedes c’è un George Russell che non solo non bissa la pole ottenuta lo scorso anno in terra magiara, ma addirittura viene eliminato in Q1 con il diciottesimo tempo. Se da una parte indubbiamente la squadra ha sbagliato ad averlo mandato in pista troppo tardi, dall’altra però anche il pilota non è esente da responsabilità, essendosi fatto superare da diverse monoposto che poi hanno finito per penalizzarlo in occasione del suo giro lanciato.

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Alle spalle di Hamilton, staccato di soli tre millesimi dalla pole, troviamo in seconda posizione un Max Verstappen apparso insoddisfatto dal comportamento della sua RB19. Se alla luce della simulazione del passo gara vista in FP2 e nell’odierna FP3 il campione olandese rimane il chiaro favorito per la vittoria del Gp d’Ungheria, bisogna anche dire però che sul giro secco la RB19 con il nuovo pacchetto di aggiornamenti ha dato l’impressione di essere una monoposto meno bilanciata rispetto al consueto, con Verstappen capace comunque di fare la differenza grazie al suo innato talento. Che la qualifica sia stata più complicata del solito, lo ha ammesso anche lo stesso campione olandese, che, intervistato da Danica Patrick, non ha nascosto di aver faticato tutto il weekend (qualifica compresa), sostenendo che il primo tentativo in Q3 fosse molto buono, mentre poi nel secondo tentativo non è riuscito a trovare il feeling con la monoposto, e che quando provava a spingere di più perdeva prima l’anteriore, poi il posteriore. Poco importa se alla fine sia arrivato secondo a tre millesimi dalla pole: secondo Verstappen la RB19 alla luce delle performance precedenti avrebbe dovuto essere davanti, In ottica gara secondo il campione olandese della Red Bull tutto dipenderà dalla temperatura, con le gomme posteriori che alla luce del maggior caldo previsto potrebbero essere più complicate da gestire.

Per un Verstappen qualificatosi secondo a tre millesimi dalla pole di Lewis Hamilton, in casa Red Bull deve essere registrata l’ennesima prestazione anonima in qualifica da parte di Sergio Perez, che se da una parte dopo cinque gare consecutive torna a qualificarsi in Q3, dall’altra parte però non riesce a fare meglio del nono tempo, staccato di ben 436 millesimi da Hamilton (433 dalla Red Bull gemella di Verstappen). Troppi, se consideriamo che Checo è al volante di quella RB19 che al momento sta letteralmente dominando il Mondiale.

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Conferma gli ottimi segnali di ripresa visti in Austria e in Gran Bretagna la McLaren, con Lando Norris (sopra raffigurato) terzo a 85 millesimi dalla vetta, e Oscar Piastri quarto. Seppur su una pista che sulla carta doveva essere ostica al team di Woking, la MCL60 nel corso del weekend ha finora ben impressionato non solo sul giro secco, ma anche sul passo gara, candidandosi a un serio ruolo di protagonista alle spalle della Red Bull (e in lotta presumibilmente con Hamilton per il podio).
Intervistato al termine delle qualifiche da Danica Patrick, Lando Norris non ha nascosto la sua parziale delusione: se da una parte il fatto che la McLaren sia veloce come a Silverstone rappresenta una buonissima notizia per il giovane talento inglese, dall’altra parte Lando ha ammesso la sua delusione per non essere riuscito a conquistare la pole position, sostenendo che di aver commesso degli errori nel corso del giro che probabilmente avrebbero portato a un risultato migliore, visti gli 85 millesimi di distacco da Hamilton. In ottica gara pur partendo dal terzo posto su una pista dove sorpassare non è facile, Norris auspica di poter conquistare dei punti preziosi per la classifica.

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Chi ha dimostrato di sapersi adattare molto bene non solo alle caratteristiche tecniche dell’Hungaroring ma anche al nuovo format dell’Alternative Tyre allocation è stata senza ombra di dubbio l’Alfa Romeo, capace di bene emergere non solo nel corso delle tre sessioni di prove libere, ma anche in qualifica con il sopra raffigurato Guanyu Zhou quinto (dopo esser stato addirittura primo in Q1 con 175 millesimi di vantaggio su Verstappen) e Valtteri Bottas settimo.
Per la scuderia guidata da Alessandro Alunni Bravi la possibilità in ottica gara non solo di poter restare all’interno della top 10, ma anche di conquistare punti preziosi per la classifica costruttori.

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