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Ricciardo e il ritorno in Red Bull© Oracle Red Bull Racing via Twitter

Ricciardo e il ritorno in Red Bull

Il pilota australiano torna a collaborare con il team austriaco (per cui ha corso dal 2014 al 2018) e si occuperà del lavoro al simulatore e parteciperà ad attività commerciali

25.11.2022 ( Aggiornata il 25.11.2022 14:39 )

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Una notizia che era nell’aria già da un po' di tempo, e che ha trovato solo in questi giorni la sua conferma definitiva: Daniel Ricciardo torna in Red Bull nelle vesti di terzo pilota. Per il pilota australiano di origini italiane è una sorta di ritorno a casa, perché dal 2007 (anno in cui è entrato nel Red Bull Junior Team, il programma destinato ai giovani piloti) al 2018 (anno della separazione dal team austriaco per approdare in Renault (2019-2020) prima e McLaren (2021-2022) poi) Red Bull è stata fondamentale nel consentire a Ricciardo di poter approdare in Formula 1, sostenendolo prima nelle categorie giovanili (nel biennio 2008-2009 tra Formula Renault 2.0 , Formula 3 e Formula Renault 3.5) e poi nella marcia di avvicinamento alla massima serie motoristica offrendogli la possibilità di diventare collaudatore sia per la squadra ufficiale che per il team satellite Toro Rosso (2010 e prime otto gare nel 2011, prima del debutto nel team HRT, dove disputerà le rimanenti gare della stagione), per poi promuoverlo nella massima serie motoristica come pilota ufficiale del team Toro Rosso (2012-2013), e in seguito della stessa Red Bull (2014-2018), con cui Ricciardo ha ottenuto ben sei vittorie (Gp Canada, Ungheria e Belgio 2014, Gp Malesia 2016, Gp Azerbaijan 2017 e Gp Monaco 2018).

Se nel 2014 al debutto in Red Bull Ricciardo riesce ad oscurare il talento del campione uscente Sebastian Vettel conquistando come detto tre vittorie in Canada, Ungheria e Belgio concludendo al terzo posto in classifica alle spalle del duo Mercedes Hamilton-Rosberg, nel 2015 in seguito all’addio di Vettel (approdato in Ferrari per sostituire Fernando Alonso, spostatosi in McLaren) Daniel viene promosso prima guida con al suo fianco il giovane pilota russo Daniil Kvyat, in un momento in cui il team austriaco pagherà la minore affidabilità dei motori Renault, concludendo con il pilota australiano di origini italiane al decimo posto in Classifica Piloti.
Nel 2016 Ricciardo vedrà al suo fianco per le prime quattro gare della stagione ancora Kvyat, e poi dal Gp di Spagna il talentuoso Max Verstappen (promosso dalla Toro Rosso, con cui aveva disputato la stagione 2015 e le prime quattro gare del Mondiale 2016 al fianco di Carlos Sainz Jr) , capace di vincere all’esordio con il team di Milton Keynes la gara cosa sul circuito catalano del Montmelò. Ben presto il giovane pilota olandese diventa un prezioso punto di riferimento per la Red Bull (cosa mal sopportata da Daniel), con il rapporto tra i due piloti che tocca il punto più basso nel 2018 in occasione del Gp dell’Azerbaijan a Baku nel corso del 39° giro con Ricciardo che tampona Verstappen nel tentativo di superarlo, dopo che i due si erano già sorpassati e controsorpassati diverse volte nel corso delle tornate precedenti.
L’attenzione sempre più significativa che il team ha nei confronti di Verstappen (e in particolare da parte del Team Principal Chris Horner e da parte di Helmut Marko) lo spinge nel corso dell’estate a rifiutare la proposta di rinnovo avanzatagli dal patron Dieter Mateschitz, e a lasciare il team austriaco, e ad accettare la proposta fattagli dalla Renault, che ingaggia dunque Ricciardo come pilota ufficiale per il biennio 2019-2020.

Nel team francese, però, Daniel non riuscirà ad esprimere a pieno tutto il suo potenziale, se non nel 2020 (dopo un primo anno sostanzialmente di apprendistato), conquistando il terzo posto nel Gp dell’Emilia Romagna, non prima però di aver ufficializzato il suo passaggio in McLaren per il triennio 2021-2023.

Anche in McLaren, però, non si vedrà il Ricciardo ammirato in Red Bull, con il pilota australiano che non solo non riuscirà quasi mai a trovare il giusto feeling con la vettura (ad eccezione del Gp d’Italia 2021 che lo vedrà riportare sul gradino più alto del podio il team di Woking a distanza di quasi nove anni dall’ultima vittoria (Gp Brasile 2012 con Jenson Button)), ma con il tempo finirà con il patire la concorrenza del giovane e talentuoso compagno di squadra Lando Norris, arrivando quasi sempre alle sue spalle. Da qui la decisione della McLaren (che aveva ingaggiato Ricciardo sperando di poter contare su un top driver abile a consentire al team di Woking di poter lottare per il titolo mondiale, oltre ad essere un punto di riferimento per il giovane Norris) di cambiare completamente la sua strategia decidendo di affiancare a Lando Norris per il 2023 il giovane talento australiano Oscar Piastri, rinunciando a Ricciardo, con cui sul finire di agosto viene trovato l’accordo per la rescissione del contratto.
Solo nel corso delle ultime due gare cominciano a rincorrersi le voci di un possibile ritorno di Ricciardo in Red Bull come terzo pilota, confermate ufficiosamente ad Abu Dhabi da Helmut Marko, e ufficializzate solamente Mercoledì 23 Novembre.

Queste le parole del Team Principal Red Bull Chris Horner, a cui seguono le dichiarazioni dello stesso Ricciardo.

Chris Horner “È fantastico riportare Daniel nella famiglia Red Bull. Ha un talento enorme e un carattere così brillante; so che l'intera squadra è entusiasta di accoglierlo nuovamente a casa. Nel suo ruolo di collaudatore e terzo pilota Daniel ci darà la possibilità di diversificare il nostro lavoro, assistendo lo sviluppo della vettura, e aiutando il team con la sua esperienza e conoscenza di ciò che serve per avere successo in F1. Siamo molto contenti di lavorare di nuovo con Daniel e non vediamo l'ora di scoprire tutto ciò che porterà al team nel 2023".

Daniel Ricciardo "Il sorriso dice tutto, sono davvero entusiasta di tornare a casa all'Oracle Red Bull Racing come terzo pilota nel 2023. Ho già tanti bei ricordi del mio tempo qui, ma il benvenuto di Christian , del dottor Marko e dell'intero team è qualcosa che apprezzo sinceramente. Per me personalmente, la capacità di contribuire e lavorare nel miglior team di F1 è estremamente allettante, e allo stesso tempo mi dà un po' di tempo per ricaricarmi e concentrarmi. Non vedo l'ora di essere con il team e aiutare la squadra con il lavoro al simulatore, le sessioni di test e le attività commerciali. Andiamo!"

Aldilà del comunicato ufficiale, c’è chi ha visto nel ritorno di Daniel Ricciardo anche una volontà da parte di Red Bull di pararsi le spalle nel caso in cui il rapporto tra gli attuali piloti ufficiali Max Verstappen e Sergio Perez dovesse incrinarsi definitivamente, dopo quanto successo nella penultima gara della stagione a San Paolo, con Verstappen che nel corso dell’ultimo giro si è rifiutato di restituire la posizione al pilota messicano, in lotta per il secondo posto della Classifica Piloti con il ferrarista Leclerc (conquistato poi da quest’ultimo in occasione dell’ultima gara della stagione ad Abu Dhabi).

A smentire categoricamente questa ipotesi è stato lo stesso Team Principal Red Bull Horner , che già nella Conferenza stampa riservata ai Team Principal ad Abu Dhabi aveva ben spiegato che il contratto con Ricciardo sarebbe stato molto specifico e che la Red Bull ha un accordo con Perez per i prossimi due anni e che la collaborazione tra Max e Checo è stata fenomenale, come dimostrano le cinque doppiette e la conquista del titolo costruttori, e che lo stesso Perez quest’anno ha fatto un buon passo avanti.

A confermare questa ipotesi ci ha pensato indirettamente anche lo stesso Ricciardo, che, intervistato da Speedcafe, non ha nascosto la necessità di allontanarsi un momento dalla F1, di ricostruirsi, e di resettare per ritrovare l’amore per questo sport, ammettendo ultimamente di essersi sentito esausto e di aver perso un po' di entusiasmo per questo sport. Da qui il bisogno di rallentare un po', e in tal senso l’auspicio di Daniel è che il ritorno in Red Bull (dove sarà presente a qualche gara, lavorerà al simulatore oltre ad effettuare qualche test per restare in forma) possa dargli la possibilità di ritrovare la voglia di poter tornare a correre in pista (magari diventando invidioso, come ha ammesso lo stesso pilota australiano, di non essere in pista nei weekend in cui sarà ai box per vedere le gare), smuovendolo positivamente.

Detto questo, però, non c’è dubbio che la presenza di Ricciardo seppur come terzo pilota possa rappresentare una pedina molto importante per la Red Bull, pronta aldilà delle dichiarazioni di facciata ad utilizzarla qualora i rapporti tra Verstappen e Perez dovessero ulteriormente peggiorare. Una cosa, comunque è certa: se si verificherà o meno questo scenario sarà solo la pista a dirlo.

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