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Ricordando Mauro Forghieri© LAPRESSE

Ricordando Mauro Forghieri

Il mondo della Formula 1 piange la scomparsa dell’ingegnere modenese, capace con il suo estro di regalare alla Ferrari ben quattro titoli piloti e sette titoli costruttori

04.11.2022 ( Aggiornata il 04.11.2022 14:20 )

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Forghieri e l’approdo in Ferrari

Nato a Modena il 13 Gennaio 1935, Mauro Forghieri fin da subito respira aria di motori in famiglia: il padre Reclus è infatti un abile tornitore che dopo aver lavorato per le officine Ansaldo di Napoli negli anni del secondo conflitto mondiale, rientrando a Modena una volta finita la guerra inizia a lavorare per la Ferrari, diventando in breve tempo uno dei motoristi più apprezzati. In questo scenario Mauro comincia fin da subito ad appassionarsi al lavoro del padre, e, una volta frequentato il liceo scientifico si iscrive alla facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Università di Bologna, dove si laurea nel 1959 presentando un progetto di un motore bicilindrico piatto.

Nel Gennaio 1960 Mauro Forghieri viene assunto dalla Ferrari, ambiente che già conosce sia per il lavoro del padre Reclus all’interno del Reparto Corse, sia per lo stage svolto nel 1957 all’interno della scuderia a metà corso di laurea.
Forghieri (assieme al coetaneo Gian Paolo Dallara) viene così assegnato al Reparto Motori guidato dall'Ingegnere Carlo Chiti, con cui il rapporto non sarà dei migliori. Sebbene Forghieri lo stimi molto, manca tra i due un vero e proprio dialogo nonostante sul campo la Ferrari avesse vinto nel 1960 il Mondiale Vetture Sport e nel 1961 fosse tornata a vincere il Mondiale di Formula 1 con l'americano Phil Hill. Forghieri comincia così a valutare seriamente l'ipotesi di lasciare la scuderia di Maranello, ma sul finire della stagione 1961 il licenziamento di Chiti (e di sette uomini del suo staff) e il contemporaneo addio di Dallara (in direzione Maserati) rimescolano le carte, al punto che il 30 Ottobre 1961 Enzo Ferrari decide di promuovere proprio il giovane ingegnere modenese alla guida del Reparto Tecnico, occupandosi sopratutto delle vetture destinate al Mondiale Sport (con cui coglierà diversi successi fino al 1972) e alla Formula 1.

Immagine

© Scuderia Ferrari via Twitter

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