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Red Bull e la conquista del titolo costruttori© COTA via Twitter

Red Bull e la conquista del titolo costruttori

Max Verstappen vince il Gp degli Stati Uniti davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton e alla Ferrari di Charles Leclerc, e, complice il quarto posto di Sergio Perez, regala alla scuderia austriaca il quinto titolo costruttori della sua storia

24.10.2022 ( Aggiornata il 24.10.2022 15:07 )

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Red Bull: la vittoria di Verstappen e la conquista del titolo costruttori in ricordo del patron Mateschitz

© Red Bull via Twitter

Vincere gara e titolo costruttori per rendere omaggio al patron Dietrich Mateschitz, scomparso poco prima delle qualifiche. Questo l’obiettivo di Max Verstappen e della Red Bull in terra texana, brillantemente conseguito al termine del Gp degli Usa che ha dimostrato una volta di più la superiorità della RB18 nei confronti della concorrenza.
Se al via il pilota olandese aveva avuto uno scatto migliore rispetto al poleman della Ferrari Carlos Sainz Jr, conquistando brillantemente la testa della gara, ribadita poi dopo la prima girandola di soste con il passaggio da gomme medie a gomme hard, è proprio con le gomme dure che si intravvede una piccola difficoltà per la scuderia austriaca, apparsa meno a suo agio con questa mescola rispetto alla Mercedes di Lewis Hamilton secondo.
Nel corso del 36°giro, ecco, il colpo di scena che apparentemente potrebbe decidere la gara, con Hamilton che si ferma ai box per la seconda sosta, montando nuovamente un set di gomme dure. Anche Verstappen si ferma al termine del giro, ma al momento di passare da gomme dure a gomme medie (mescola scelta per l’ultimo stint di gara) la gomma anteriore sinistra non si avvita correttamente per un problema alla pistola, allungando la sosta non di poco (11.1 secondi contro i 2.8 di Leclerc, tornato davanti a lui in pista). Se da un punto di vista della diplomazia Max si dimostra poco elegante via radio nei confronti della squadra (con un “Bellissimo” francamente inopportuno in quel frangente), è in pista che il campione olandese (scivolato al sesto posto) dimostra di essere un campione del mondo, superando Leclerc nel corso del 39°giro risalendo così al terzo posto (dopo i pit stop di Russell e di Perez), e poi al secondo (nel corso del 42°giro per via della sosta di Vettel).
A questo punto, comincia per Max una vera e propria caccia nei confronti di Hamilton, il quale prova a difendersi nei limiti del possibile nei confronti della Red Bull numero 1, ma fino a un certo punto, con il gap che man mano dal 47° al 50° giro si assottiglia, passando da due secondi a circa un secondo.
A sei giri dal termine, quindi, Verstappen sente il profumo della vittoria, e, complice una mescola più morbida rispetto alla Mercedes, si avvicina progressivamente ad Hamilton, portando a termine il sorpasso nel corso del giro successivo (il 51°) sfruttando il rettilineo compreso tra curva 11 e curva 12, dove si evidenzia molto bene l’efficienza aerodinamica della sua Red Bull con il DRS aperto. Se inizialmente Hamilton sembra non voler mollare la presa sul campione olandese, con il passare dei giri Verstappen diventa a dir poco imprendibile per il campione inglese della Mercedes, andando a vincere la gara con 5”023 di vantaggio su Hamilton, e con 7”501 sulla Ferrari di Leclerc.

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Una vittoria, quella di Verstappen ad Austin, importante da un punto di vista statistico, perché consente al campione olandese di eguagliare le 13 vittorie stagionali conseguite da Michael Schumacher nel 2004 e da Sebastian Vettel nel 2013, così come da un punto di vista simbolico, in quanto dedicata al patron Dieter Mateschitz, come dichiarato a fine gara a David Coulthard.

Una vittoria, quella di Verstappen, che aggiunta al quarto posto finale di Sergio Perez consente alla Red Bull di tornare a vincere dopo nove anni il titolo costruttori (il quinto nella storia della scuderia di Milton Keynes). Dedicato anch’esso (e non potrebbe essere altrimenti) a Dietrich Mateschitz.

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