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Dossier: la Formula 1 e il caso budget cap© Getty Images

Dossier: la Formula 1 e il caso budget cap

La Federazione ha ufficializzato che sono due le squadre non in regola con il Budget Cap 2021 (Aston Martin per violazione procedurale e Red Bull per violazione procedurale e infrazione di spesa minore). In regola le rimanenti squadre

13.10.2022 ( Aggiornata il 13.10.2022 17:59 )

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La nascita del budget cap

Fortemente voluto dall’attuale promoter della Formula 1 (l’americana Liberty Media), il budget cap (e con esso l’istituzione di un Regolamento finanziario) nasce con l’obiettivo di limitare le differenze sul profilo dei costi tra top team e team di seconda fascia, privilegiando la qualità dell'investimento effettuato dalle squadre per ottimizzare la propria monoposto alla quantità. Un Regolamento economico, quindi improntato ad assicurare la stabilità e la sostenibilità economica a lungo termine delle squadre di F1 senza far venir meno lo sviluppo tecnologico da sempre presente nel Circus.
Nella quota massima fissata come budget cap non sono compresi gli ingaggi dei piloti, i tre tecnici con gli stipendi maggiori, i costi di marketing e delle trasferte per ogni gara del Mondiale, le licenze, i vari bonus e le attività extra F1. Ogni squadra a fine anno (a partire dal 2021, anno d’introduzione del budget cap) deve presentare il proprio bilancio economico che verrà poi analizzato da un apposito ente, denominato Cost Cap Administration.

Se nella prima stesura del Regolamento finanziario nell’ottobre 2019 viene inizialmente fissato nel periodo compreso tra il 1° Gennaio 2021 e il 31 Dicembre 2023 un Budget Cap (o Cost Cap) di 175 milioni di dollari per 21 gare (con la possibilità di poter aumentare il budget cap di 1 milione di dollari per ogni gara in più presente in calendario), nel Maggio 2020 alla luce dell’avvento della pandemia e dei suoi risvolti economici il budget cap grazie a un duro lavoro di diplomazia tra top team e squadre più piccole scende da 175 a 145 milioni di dollari per il 2021, passando poi a 140 milioni di dollari per il 2022, e a 135 milioni di dollari per il triennio 2023-2025, sempre considerando un calendario di almeno 21 gare.
Confermata la regola che prevede l’aumento o la diminuzione di un milione di dollari per ogni gara in più o in meno presente in calendario rispetto alle 21 prestabilite.
In quel frangente viene inoltre specificato (a beneficio delle squadre più piccole) che all’interno del budget cap dovranno figurare anche i costi relativi a una serie di componenti (sospensioni, cambio, elementi idraulici, ecc) che le squadre clienti acquistano dai top team, con un valore standard (anche diverso da quello realmente speso, sia in eccesso che in difetto) stabilito dalla FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile).
Dal momento della sua introduzione l’argomento budget cap non era più stato sostanzialmente affrontato da parte delle squadre, dando sostanzialmente per scontato che tutti rispettassero il regolamento piuttosto stringente messo a punto dalla Federazione.

Nelle prime gare del Mondiale 2022 il budget cap torna nuovamente nuovamente ad essere affrontato per via del Team Principal Ferrari Mattia Binotto, secondo il quale il fronte della competizione tra Ferrari e Red Bull si sposterà inevitabilmente sugli sviluppi, sostenendo che ogni pacchetto di novità aerodinamiche peserà nella lotta aò vertice con la scuderia di Milton Keynes, perché uno o due decimi potranno fare la differenza, invocando la possibilità di controlli da parte della Federazione, per evitare di falsare in qualche modo il risultato finale.
Alle parole preoccupate di Binotto rispose all’epoca il Responsabile tecnico Fia per le monoposto Nicholas Tombazis, dichiarando che il primo obiettivo della Federazione è far sì che il campionato sia pulito, e che vinca chi se lo merita, aggiungendo che i regolamenti odierni richiedono molte più risorse per i controlli, dovendo ispezionare anche quello che le squadre fanno a casa propria, non mancando infine di tranquillizzare il Team Principal Ferrari, sostenendo che la Federazione sta facendo di tutto per tenere la situazione sotto controllo, grazie alla squadra di esperti fiscali guidata da Federico Lodi.

Dopo queste dichiarazioni di Tombazis la questione del budget cap torna ad accendere su di se le luci della ribalta, quando su Motorsport.com filtra l’indiscrezione secondo cui Red Bull alla vigilia del Gp di Spagna avrebbe impiegato circa il 75% del budget cap, con Mercedes addirittura oltre questa percentuale. Indiscrezioni puntualmente rispedite al mittente dai diretti interessati. Quello che emerge, però, nell’arco della stagione è la costanza degli aggiornamenti che alcune squadre (Red Bull in primis) porta gara dopo gara, al punto che in molti cominciano a chiedersi cosa potrà accadere a una squadra che dovesse eventualmente sforare il budget cap, visto che in tal senso il Regolamento non sembra molto chiaro.

Il tema torna a farsi sentire sul finire di Agosto alla notizia di una possibile introduzione di un telaio alleggerito in casa Red Bull, con il Team Principal Ferrari Mattia Binotto che torna nuovamente a farsi sentire, sostenendo che nell’arco della stagione la Ferrari non sarebbe mai in grado di introdurre un telaio alleggerito o comunque un telaio differente a causa del budget cap, invocando più controlli da parte della Federazione e il rispetto dei regolamenti tecnici, sportivi e finanziari.

L’argomento budget cap nelle settimane successive sembra quasi finire in secondo piano, fino a Venerdì 30 Settembre (data in cui la Federazione avrebbe dovuto comunicare ufficialmente i dati relativi al budget cap 2021) filtra un’indiscrezione, diffusa da alcuni media italiani e tedeschi: delle dieci squadre partecipanti al Mondiale 2021, due avrebbero violato il budget cap, e sarebbero Aston Martin e Red Bull.

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