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Leclerc e la mancata pole a Baku© Getty Images

Leclerc e la mancata pole a Baku

Il 21enne pilota monegasco della Ferrari dopo aver dominato le tre sessioni di prove libere del Gp dell'Azerbaijan sbatte contro le barriere in curva 8 nel corso della Q2. Prima fila tutta Mercedes con Bottas davanti a Hamilton, terzo Sebastian Vettel.

27.04.2019 ( Aggiornata il 27.04.2019 19:09 )

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Essere il più veloce nelle tre sessioni di prove libere sul circuito che ami, e ritrovarti improvvisamente con un pugno di mosche in mano. Le qualifiche del Gp d'Azerbaijan da poco concluse sul circuito cittadino non permanente di Baku regalano purtroppo l'ennesima doccia fredda della stagione alla Ferrari, e in particolare a Charles Leclerc. Dopo esser stato nettamente il più veloce nelle tre sessioni di prove libere, non c'era dubbio sul fatto che il giovane pilota monegasco potesse essere chiaramente il favorito per la conquista della pole position, approfittando del fatto che la Mercedes nelle sessioni di libere sul giro secco non aveva particolarmente impressionato sia con Hamilton che con Bottas.

Invece, a sorpresa, a 7:41 dal termine della Q2, ecco la scena che non vorresti mai vedere, con Leclerc a muro all'ingresso di curva 8 (quella del vecchio castello dove la carreggiata si restringe non poco rispetto sia al primo che al terzo settore) nello stesso punto in cui sul finire della Q1 era andato anche a sbattere un pilota di grande esperienza come Robert Kubica.
Un errore, quello di Leclerc, dovuto al pilota, impegnato poco prima di andare a sbattere nel migliorare il tentativo fatto poco prima con gomme medie, ma originato indirettamente anche dalla squadra, che a inizio della Q2 ha deciso di montare delle gomme medie sia sulla monoposto del monegasco che su quella di Vettel. Una strategia che avrebbe probabilmente pagato se la Q2 fosse iniziata regolarmente senza i circa 30 minuti occorsi ai commissari per riparare le barriere dopo il violento impatto occorso in seguito all'incidente di Kubica, non certamente alle 15:50 ora italiana (le 17:50 ora di Baku) con il sole che stava cominciando lentamente a tramontare, e con la temperatura dell'asfalto crollata da 40 a 28°. Una strategia, questa, che aveva fatto si che Leclerc riuscisse a chiudere il suo primo tentativo solamente in quinta posizione, con Vettel al 12° posto: non proprio quello che la scuderia di Maranello si aspettava. La mossa a quel punto forse più saggia sarebbe stata quella di far rientrare entrambi i piloti una volta effettuato il primo tentativo, cambiare gomma tornando alle Soft usate in Q1 e a quel punto scendere in pista per un nuovo tentativo, evitando così di fare con gomma media un secondo giro lanciato, costato alla fine molto caro al pilota monegasco, il quale partirà dalla nona posizione in griglia, approfittando della sostituzione della centralina occorsa all'Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi, che partirà in nona fila in 18° posizione.

Chi sicuramente ha approfittato di questa situazione è così stata la Mercedes che occupa l'intera prima fila con Valtteri Bottas (1'40”495, nuovo record della pista) che in extremis soffia la pole position a Lewis Hamilton (1'40”554), autore di un ottimo primo tentativo in Q3 che alla fine non è bastato contro il compagno di squadra finlandese, desideroso come non mai di riprendersi la vittoria sfumatagli lo scorso anno su questa stessa pista a causa di una foratura.

Queste le dichiarazioni al termine delle qualifiche del cinque volte campione del mondo intervistato da Paul Di Resta.

Sebastian Vettel (mai al livello del compagno di squadra Leclerc sul circuito azero), ha cercato di fare il meglio che poteva con l'handicap non solo di effettuare l'ultimo tentativo lanciato senza poter disporre di scie nel lungo rettilineo finale, ma anche delle gomme che con il crollo delle temperature dell'asfalto non consentivano di trovare una corretta temperatura di esercizio, accontentandosi di una buona terza posizione in griglia, che alla fine però non rispecchia il valore e il dominio espresso dalla Ferrari SF90 sul circuito azero sopratutto sul giro secco.

In quarta posizione, e in seconda fila accanto a Sebastian Vettel, troviamo la Red Bull-Honda di Max Verstappen, penalizzata nel finale dalla decisione dei commissari di chiamarla alle verifiche del peso, ma che con la nuova specifica di motore introdotta qui dalla Honda ha dimostrato di essere piuttosto competitiva sia sul giro secco (riuscendo a ridurre a poco più di mezzo secondo il gap dalla pole) sia sopratutto sul passo gara.
In crescita Pierre Gasly, autore con la seconda Red Bull del miglior tempo in Q1, ma costretto domani a partire dalla pit lane in quanto nel corso della FP2 di ieri pomeriggio il pilota francese non si è fermato alle operazioni di peso rientrando direttamente ai box e sottoponendosi a una prova di pit stop, contravvenendo così all'articolo 29.1 del Regolamento Sportivo, che disciplina il comportamento dei piloti, quando questi vengono chiamati alle operazioni di peso da parte dei commissari.

Scorrendo la classifica, all'interno della top 10 da sottolineare la prestazione di Sergio Perez, che a sorpresa piazza la sua Racing Point addirittura in quinta posizione, su un circuito che lo ha già visto in passato salire sul podio sia nel 2016 che nel 2018 con in entrambi i casi un terzo posto. Continua a ben impressionare il giovane Lando Norris, che con la sua McLaren si qualifica al settimo posto, decisamente più avanti rispetto al suo compagno di squadra Carlos Sainz, qualificatosi solo undicesimo.
Molto bene, infine, le Alfa Romeo, con Giovinazzi (8°) davanti a Raikkonen (9°), con il giovane talento di Martina Franca costretto però a partire dalla 18° posizione come abbiamo già spiegato sopra a causa della penalità di dieci posizioni in griglia dovute alla sostituzione della centralina elettronica (per Giovinazzi è la terza stagionale contro le due consentite dal Regolamento).

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