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Red Bull e la ritrovata competitività della power unit Honda© Getty Images

Red Bull e la ritrovata competitività della power unit Honda

Tra le note tecniche positive fornite dal Gp d'Australia non si può non rilevare l'ottimo comportamento della power unit Honda.

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Una preziosissima conferma. Il Gp d'Australia di Formula 1 corso domenica a Melbourne e conclusosi con il terzo posto della Red Bull con Max Verstappen ha ribadito una volta di più l'ottimo lavoro fatto da Honda con la power unit RA619H. Se nelle scorse stagioni il motorista nipponico aveva evidenziato dei grossi limiti non solo sul fronte delle prestazioni ma anche per quanto riguarda l'affidabilità, la gara australiana ha confermato quanto già visto nel corso delle due sessioni precampionato, con una power unit finalmente competitiva (secondo un'ottimistica previsione del magazine tedesco Auto Motor und Sport sarebbero solamente 10 i cavalli di differenza rispetto a quella Mercedes) e sopratutto affidabile, senza accusare quelle rotture in serie a cui ci aveva abituato in passato.

Una vittoria non solo per Helmut Marko (colui che ha fortemente voluto l'accordo con il motorista nipponico), ma anche per la stessa Honda, agevolata da una monoposto, la Red Bull RB15, che anche quest'anno ha potuto contare sull'estro di Adrian Newey e su una squadra di tecnici che non ha mancato addirittura di anticipare in Australia il pacchetto aerodinamico pensato per il Gp della Cina, con in particolare l'ala anteriore che ha abbandonato la filosofia inwash (che consiste nello spingere il flusso d'aria verso l'interno delle ruote anteriori) per adottare quella outwash (che consiste invece nello spingere il flusso d'aria all'esterno delle ruote anteriori) adottata dalla Ferrari.

Quello che però si percepisce dall'esterno è un cambiamento della filosofia di lavoro tra motorista e squadra: se prima come team cliente la scuderia austriaca con sede a Milton Keynes doveva inevitabilmente adattare la monoposto al motore messo a disposizione dalla Renault, ora come squadra ufficiale Honda (al pari del team satellite Toro Rosso) il lavoro avviene molto più in simbiosi tra tecnici e motoristi, e porta i piloti (Verstappen in primis) a scendere in pista con molta più tranquillità e fiducia nei confronti della propria monoposto. Una delle cose che in Red Bull sanno di dover fare per aumentare ancora di più la propria competitività è ridurre l'eccessivo carico aerodinamico presente sulla vettura, introdotto nelle ultime stagioni dai tecnici della squadra austriaca per ovviare alla minore potenza della power unit Renault. Cosa, questa, che con Honda non è più necessaria.

La domanda che ora tutti si pongono è se la Red Bull motorizzata Honda possa o meno essere considerata la rivale principale di Mercedes nella lotta per il titolo mondiale. In attesa di capire in Bahrain se i problemi accusati dalla Ferrari siano stati o meno passeggeri (essendo stati determinati da un errato bilanciamento della monoposto, come anche da una certa avversione verso le curve lente) la sensazione è che la RB15 abbia sicuramente la possibilità di vincere diverse gare (5 è il numero minimo di vittorie preventivato da Helmut Marko), ma al momento non sia ancora in grado di impensierire il team campione del mondo. Più aperta, semmai, la lotta per il secondo posto in Classifica Costruttori con Ferrari.

Una cosa, comunque, è certa: la Honda è seriamente intenzionata a mantenere i piedi per terra, e le dichiarazioni del Dt Tanabe rilasciate alla testata iberica Sport, sembrano andare proprio in questa direzione, con l'invito a non sottovalutare il fatto che tra i top team e il motore Honda ci sia ancora una differenza di prestazioni, e che l'esito del Gp d'Australia (favorito da una combinazione di fattori quali caratteristiche del tracciato, condizioni della macchina e del pilota) non deve assolutamente cambiare le prospettive e le aspettative nei loro confronti, rimandando alla prossima gara in Bahrain su un circuito decisamente più tecnico per avere un quadro più preciso della situazione.
Se alla fine il motorista nipponico riuscirà o meno battere la Mercedes (o quanto meno a portare la scuderia austriaca a lottare per il titolo) sarà solo il tempo (e la Storia) a dirlo.

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