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Amarcord: quando in Formula 1 correvano le F2

Amarcord: quando in Formula 1 correvano le F2

Nel biennio 1952-1953 il Mondiale di Formula 1 venne disputato nonostante la denominazione dalle monoposto di Formula 2, le cosiddette vetturette. Ricostruiamo i motivi che portarono la Commissione Sportiva Internazionale a intraprendere questa scelta.

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Una categoria all'insegna della modernità e dell'innovazione. Quando pensiamo alla Formula 1, non possiamo non pensare a questo, visto e considerato che molte delle novità che vengono inserite sulle monoposto troveranno in seguito il giusto sviluppo nelle auto di serie prodotte dai principali costruttori presenti nel Circus (Ferrari, Mercedes, Renault), come peraltro c'insegna il passaggio alla motorizzazione turbo-ibrida entrata in vigore nella stagione 2014.
Eppure, non sempre è stato così. Nella storia della Formula 1 è infatti successo che per permettere il regolare svolgimento del campionato ed evitare il dominio incontrastato di uno dei costruttori presenti, sia stato deciso di utilizzare delle monoposto di classe inferiore pur mantenendo la denominazione Formula 1. Occorre, quindi, tornare indietro nel tempo, e più precisamente al biennio 1952-1953, quando a disputare il mondiale di Formula 1 furono addirittura delle monoposto di Formula 2.

LA DIFFERENZA TRA FORMULA 1 E FORMULA 2.

Prima di raccontare i motivi che spinsero la Federazione Internazionale a compiere la scelta sopra accennata, è giusto spiegare in cosa si differenziavano le monoposto di Formula 1 utilizzate nei primi anni'50 da quelle di Formula 2. Apparentemente le monoposto erano tutte identiche, eppure, come vedremo, non era proprio così.
La Formula 1 (così codificata dalla Commissione Sportiva Internazionale (l'attuale FIA) dopo che nel biennio 1946-1948 veniva inizialmente chiamata Formula A) prevedeva la messa in pista di monoposto che potevano montare o un motore aspirato da 4500 cm³, o un motore sovralimentato di 1500 cm³ (ipotesi, questa che andò a sostituire le vecchie monoposto con motore aspirato da 3000 cm³ che avevano corso prima dello scoppio della seconda guerra mondiale). Queste differenti capacità di motore spinsero la Commissione Sportiva Internazionale a ideare una categoria inferiore, dove dare modo ai costruttori di poter presentare delle monoposto più economiche rispetto alla Formula 1: nacque così sempre nel 1948 la Formula 2 (chiamata inizialmente Formula B), che prevedeva la messa in pista di monoposto più piccole (chiamate anche vetturette) e al contempo economiche rispetto a una Formula 1 dell'epoca, con la possibilità di poter usare o un motore aspirato da 2000 cm³, o un sovralimentato da 750 cm³ (ipotesi, questa, che non troverà particolare successo).

L'ADDIO DELL'ALFA ROMEO E L'AMMISSIONE DELLE VETTURETTE DI FORMULA 2.

Le prime due stagioni del Mondiale di Formula 1 (biennio 1950-1951) vedono la doppia affermazione dell'Alfa Romeo nel Mondiale Piloti (il titolo Costruttori sarebbe nato nel 1958) rispettivamente con Nino Farina e con l'argentino Juan Manuel Fangio.
Se la stagione 1950 diventa fin da subito un monologo dell'Alfa (con Farina, Fangio e Fagioli che occuperanno i primi tre posti finali della Classifica Piloti), con le altre scuderie (la francese Talbot Lago e l'italiana Ferrari (che fece il suo esordio nella seconda gara iridata a Montecarlo)) a spartirsi le briciole con il quarto posto in classifica mondiale di Louis Rosier e con il quinto di Alberto Ascari (secondo posto a Monaco, quinto in Belgio e secondo posto assieme a Dorino Serafini a Monza), la stagione 1951 vive del duello iridato tra Fangio (Alfa Romeo) ed Ascari (Ferrari) con il primo a prevalere a causa di un'errata scelta delle gomme della scuderia di Maranello in occasione dell'ultima gara disputata sul circuito di Pedralbes in Spagna.

Non solo: il 1951 è anche l'anno delle prime vittorie Ferrari nella massima serie motoristica, favorite anche dalla scelta della scuderia di Maranello di schierare una vettura, la Ferrari 375 F1, dotata di motore aspirato da 4500 cm³, contro il motore compresso utilizzato dalla casa del Biscione. Se l'Alfa 159 A si aggiudicherà le prime tre gare del Mondiale (Svizzera, Belgio e Gp d'Europa e di Francia) rispettivamente con Juan Manuel Fangio, Nino Farina e con il duo Fagioli-Fangio, la Ferrari conquisterà la sua prima vittoria in Formula 1 (Gp Gran Bretagna a Silverstone) il 14 Luglio 1951  con l'argentino Jose Froilan Gonzalez, a cui seguiranno altre due vittorie in Germania (28 Luglio) e Italia (16 Settembre) con Alberto Ascari, prima della gara finale di Pedralbes, vinta, come detto, da Fangio.

Al termine del Mondiale, ecco, però, arrivare il colpo di scena: l'IRI, proprietaria dell'Alfa Romeo, decide di ritirare la squadra dal Mondiale, a causa sia della volontà di non destinare troppi fondi alla progettazione di una macchina da corsa preferendo investirli nella progettazione della nuova Giulietta, sia a causa della crescente concorrenza della Ferrari.
La Commissione Sportiva Internazionale (CSI, divenuta FISA nel 1979, e in seguito FIA nel 1993) con l'addio dell'Alfa Romeo si trova così dinanzi a una situazione che vede nella Ferrari l'unica scuderia ufficiale a poter disporre di una monoposto seriamente competitiva. Per evitare un dominio assoluto da parte della scuderia di Maranello, la CSI decide per il biennio 1952-1953 che il Mondiale di Formula 1 verrà disputato da monoposto di Formula 2 aventi come caratteristiche tecniche un motore di 2000 cm³ senza compressore, o di 500 cm³ con compressore.

UN BIENNIO TARGATO FERRARI.

Nonostante l'intento della Commissione Sportiva Internazionale, il biennio 1952-1953 vedrà comunque la Ferrari grande protagonista, con Alberto Ascari che in entrambe le annate si laureerà Campione Del Mondo. Per quanto riguarda la stagione 1952 il pilota milanese salta la gara inaugurale in Svizzera sul circuito di Bremgarten (vinta dal compagno di squadra Taruffi) per prepararsi in vista delle 500 Miglia d'Indianapolis diventando così il primo pilota italiano ed europeo a cimentarsi con la celebre corsa americana a bordo della Ferrari 375 Indy: una derivazione della monoposto 1951 da cui differisce per il telaio e le sospensioni irrobustite (per sopportare al meglio le sollecitazioni generate dal celebre ovale americano), per le maggiori dimensioni degli pneumatici e per la maggiore potenza del motore, un V12 a 60° di 4493 cm³ con potenza pari a 400 CV.

 

 

Se purtroppo l'esperienza americana si rivelerà essere piuttosto deludente con il 19° posto in griglia e il ritiro nel corso del 40° dei 200 giri previsti causa rottura di un mozzo ruota, Ascari al rientro nel Mondiale di Formula 1 a bordo della Ferrari 500 F2 si aggiudicherà le rimanenti sei gare della stagione (Belgio (come possiamo vedere dalla foto sopra pubblicata tratta da Instagram), Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda e Italia) conquistando così il suo primo titolo mondiale. Un risultato agevolato anche dall'infortunio occorso al rivale di sempre, l'argentino Fangio, in occasione del Gp dell'Autodromo valido per il Mondiale di Formula 2, disputatosi a Monza l'8 Giugno 1952, con il pilota passato nel frattempo alla Maserati che sarà costretto a rinunciare al Mondiale a causa di una frattura alla vertebra cervicale.

Fangio tornerà così al volante della Maserati nel 1953 in una stagione che vedrà Ascari bissare il titolo mondiale conquistato l'anno prima.

 

 

Al termine della stagione escludendo le 500 Miglia d'Indianapolis la Ferrari riporterà 7 vittorie sulle 8 gare europee facenti parte del calendario mondiale. Nella fattispecie 5 vittorie saranno ad opera di Ascari (Argentina, Olanda (di cui sopra tramite Instagram vediamo le fasi della partenza), Belgio, Gran Bretagna e Svizzera), mentre Hawthorn e Farina si aggiudicheranno rispettivamente il Gp di Francia e il Gp di Germania. L'ultimo Gp della stagione, quello d'Italia a Monza, verrà vinto dalla Maserati A6GCM guidata da Juan Manuel Fangio, che chiuderà il Mondiale piloti al secondo posto con 28 punti, 6.5 in meno del vincitore Alberto Ascari.

Tutti gli elementi sembrano prefigurare un dominio Ferrari, ma l'epoca delle Formula 2 è destinata molto presto a concludersi, con le monoposto di Formula 1 pronte a riprendersi la scena.

IL RITORNO ALLE MONOPOSTO DI FORMULA 1.

Un biennio in cui in attesa di definire le nuove caratteristiche tecniche delle monoposto di Formula 1 avrebbero corso le monoposto di Formula 2. La Commissione Sportiva Internazionale fin dall'inizio è chiara quando definisce il regolamento sportivo del biennio 1952-53, e così mantiene puntualmente le sue promesse. Con largo anticipo vengono infatti rese note le caratteristiche delle monoposto di Formula 1 che avrebbero dovuto prender parte al Mondiale 1954  con i motori che passano da 2.0 a 2.5 litri con un massimo di cilindrata di 2500 cm³ per i motori aspirati e di 750  cm³ per quelli sovralimentati. Nonostante la Ferrari avesse già cominciato a lavorare al nuovo motore (un 4 cilindri di 2498 cm³) fin dal 1951, la nuova monoposto (la 625 F1 che prenderà il posto della 500 F2 che aveva disputato i Mondiali 1952 e 1953) si rivelerà fin da subito meno potente e più difficile da assettare rispetto alla Maserati 250 F, ma ancor più rispetto alla Mercedes W196 (con la squadra tedesca all'esordio in Formula 1 che avrebbe dominato il biennio 1954-1955 con Juan Manuel Fangio prima di ritirarsi al termine della stagione 1955). La Mercedes sarebbe poi tornata come motorista nella seconda metà degli anni 90 al fianco della Sauber nel 1994 e della McLaren dall'anno successivo (fino al 2014), e come costruttore nel 2010 rilevando la Brawn Gp dall'ex Dt Ferrari Ross Brawn, affidando le proprie monoposto a Michael Schumacher e a Nico Rosberg. Ma questa, come scriveva Michael Ende, è un'altra storia.

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