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F1, il mito della Ferrari 312B torna a rivivere nei cinema

F1, il mito della Ferrari 312B torna a rivivere nei cinema

Redazione

03.10.2017 ( Aggiornata il 03.10.2017 18:41 )

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Una monoposto alla base di un progetto innovativo, capace di portare nell'arco di un decennio (1970-1980) la Ferrari a vincere ben 37 gare, e a conquistare la bellezza di 3 titoli piloti e 4 titoli costruttori.

Quando pensiamo alla Rossa degli anni 70, la prima cosa che a un tifoso viene in mente è sicuramente la F312 T e/o la F312 T2, iridate rispettivamente nel 1975 e nel 1977 con Niki Lauda, come anche la 312T4 del 1979 con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve che conquistarono a Monza il titolo iridato con una doppietta che fece storia. Risultati senza dubbio prestigiosissimi, ma che non sarebbero mai potuti essere conseguiti se non ci fosse stata lei, la mitica Ferrari 312B. Una monoposto rivoluzionaria per quei tempi, ma che avrà una grandissima ripercussione sulle monoposto successive del Cavallino.

Un progetto, quella della Ferrari 312B, che nasce nel biennio 1968-1970 dall'estro dell'Ingegner Mauro Forghieri che, in un momento della storia del Cavallino purtroppo non propriamente esaltante dopo l'ultimo titolo vinto nel 1964 da John Surtees, capisce che per tornare al successo riuscendo così a battere la supremazia delle squadre inglesi è necessario fare qualcosa di innovativo. Qualcosa, cioè, di assolutamente rivoluzionario. Una monoposto che mostra numerosi spunti di interesse a cominciare dal motore (un V12 piatto, (il primo nella storia della Formula 1) creato in origine per una fabbrica aeronautica americana “per poter stare nell'ala di un aereo” e successivamente adattato per poter stare all'interno di una monoposto di Formula 1); l'innovativa disposizione dei radiatori dell'olio posti dietro l'asse posteriore delle ruote; due pinne sul muso anteriore della monoposto, e infine l'alettone posteriore abbastanza convenzionale per gli standard dell'epoca.

Fatta la monoposto, resta ancora da scegliere i piloti dopo che Chris Amon (il primo a collaudare a Fiorano la 312B), finita la stagione 1969 si era accasato alla Matra, e Pedro Rodriguez sul finire della stagione, aveva firmato per la BRM.

Dalla Brabham arriva il belga Jacky Ickx il quale disputerà in solitaria le prime tre gare della stagione ritirandosi in tutte e tre le occasioni; solo a partire dalla quarta stagionale in Belgio verrà schierato un secondo esemplare della 312B, affidato in quell'occasione ad Ignazio Giunti, e nella gara successiva in Olanda allo svizzero Clay Regazzoni, in modo tale da decidere tra i due chi dovesse affiancare Ickx nel corso della stagione. Sia Giunti in Belgio che Regazzoni in Olanda conquisteranno un preziosissimo quarto posto, ma alla fine Enzo Ferrari sceglierà il pilota svizzero. Giunti comunque nel 1970 correrà al fianco dei piloti titolari in Francia (14° posto), Austria (7° posto) ed Italia ritirandosi.

Nel frattempo, la Ferrari 312 B dopo gli inevitabili problemi di gioventù, comincia piano a piano a crescere, con il primo podio che arriverà in Olanda grazie al terzo posto di Ickx, il quale dopo due ritiri consecutivi in Francia e Inghilterra, tornerà nuovamente sul podio in Germania con un prestigiosissimo secondo posto (dopo aver conquistato nelle qualifiche la pole position) al termine di un appassionante corpo a corpo con la Lotus 72 di Jochen Rindt che se da una parte vedrà vincitore il pilota austriaco (in quella che sarà la sua ultima vittoria in F1) con 7 decimi di vantaggio sul pilota belga del Cavallino, dall'altra delizierà non poco gli appassionati.

Ickx Regazzoni Gp Austria 1970

Il tempo della vittoria è ormai giunto per la Ferrari 312 B, e così il 16 Agosto 1970 sul circuito dell'Osterreichring la Rossa torna non solo a vincere un Gp di Formula 1 con Jacky Ickx (l'ultima vittoria risaliva al 7 Luglio 1968, quando il pilota belga sul circuito di Rouen si era aggiudicato il Gp di Francia), ma grazie al contemporaneo secondo posto di Regazzoni, può festeggiare una preziosissima doppietta che mancava da quasi 4 anni (l'ultima risaliva infatti al 4 Settembre 1966, quando Ludovico Scarfiotti e Mike Parkes portarono a Monza la Rossa sui primi due gradini del podio). Una vittoria importante anche in ottica iridata, in quanto grazie allo stop del leader del Mondiale, Jochen Rindt (ritiratosi al 21° giro per un problema al motore Ford della sua Lotus) Ickx risale così al quarto posto con 19 punti, 26 meno del pilota austriaco.

Nelle ultime 4 gare saranno ben 3 le vittorie conseguite dalla Ferrari 312 B (2 con Ickx in Canada e in Messico; 1 con Regazzoni a Monza) al termine di un Mondiale che vedrà Jochen Rindt (scomparso in seguito a un gravissimo incidente occorso in occasione delle qualifiche del Gp d'Italia a Monza) aggiudicarsi postumo il titolo mondiale con 5 punti di vantaggio sul pilota belga della Ferrari.

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Una monoposto, la Ferrari 312 B, che a 46 anni di distanza dal suo esordio in Formula 1, torna dunque in pista diventando così protagonista del bellissimo ed appassionante docufilm distribuito da Nexo Digital e diretto da Andrea Marini che uscirà nei cinema solamente dal 9 all'11 Ottobre prossimi (qui potete vedere l'elenco delle sale che lo proietteranno). Artefice del progetto l'ex pilota di Formula 1 (e vicepresidente dell'omonimo gruppo alimentare) Paolo Barilla, il quale un giorno a San Francisco vede la Ferrari 312 B numero 4 guidata all'epoca da Regazzoni piuttosto malmessa, lontana dal suo stato originale. Per Barilla la Ferrari 312 B non è una monoposto qualunque: è una vera e propria opera d'arte, ma ancor più è la monoposto dei suoi sogni che vide per la prima volta a nove anni quando il 6 Settembre 1970 a Monza Clay Regazzoni si aggiudicò il Gp d'Italia. Proprio l'amore nei confronti di quella monoposto porterà Barilla a intraprendere la carriera di pilota aggiudicandosi la 24 Ore di Le Mans nel 1985 e ben due edizioni della 1000 Km del Fuji nel 1986 e nel 1989, disputando poi alcuni Gp di Formula 1 tra il 1989 e il 1990.

Barilla decide così non solo di acquistare la Ferrari 312 B, ma di riportarla nuovamente in pista in occasione del Gp di Montecarlo destinato alle monoposto storiche di Formula 1 affidando il restauro della monoposto a colui che l'aveva progettata nel 1968: a Mauro Forghieri.

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Il docufilm, come possiamo vedere nel trailer sopra pubblicato, si può dividere idealmente in due parti, sapientemente alternate dall'ottima regia di Andrea Marini: da una parte il racconto, attraverso le immagini dell'epoca, di quella storica stagione 1970 (grazie anche ai contributi di Jacky Ickx, Niki Lauda, Jackie Stewart, Damon Hill, Gerhard Berger, e del giornalista Giorgio Terruzzi); dall'altra il restauro della monoposto ad opera dello staff di Motortecnica, sapientemente coadiuvato dallo stesso Forghieri, il quale a distanza di tanti anni non solamente dimostra di ricordare ogni minimo dettaglio della propria creatura, ma ancor più incarna la passione e l'amore per la massima serie automobilistica, anche quando è necessario strigliare i meccanici, perchè il rombo del motore Ferrari non assomiglia a quello di una volta.

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Un docufilm, Ferrari 312 B (di cui consigliamo la visione), che ci riporta a scoprire lo spirito indomito della Formula 1 di una volta. Una passione e al contempo un forte amore per le corse che spingeva da una parte i meccanici e i tecnici delle varie scuderie a passare anche notti insonni pur di trovare una qualche miglioria che potesse permettere alla macchina di essere più veloce. Dall'altra i piloti che in pista non esitavano a dare il meglio di se pur di fare la differenza a bordo della propria monoposto, e non mancando di sottoporsi a duelli entusiasmanti con gli avversari. Una passione che i tifosi ancora oggi ricordano con forte ed immutato affetto.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold Twitter: @ruggero81

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