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Il Mondiale dell'Argentina di Messi© Getty Images

Il Mondiale dell'Argentina di Messi

La squadra di Scaloni ha conquistato Qatar 2022 al termine di una favolosa partita con la Francia, conclusa ai calci di rigore ed illuminata dalle due stelle più attese, quella dell'Albiceleste e Mbappé, capocannoniere del torneo...

Stefano Olivari

18.12.2022 ( Aggiornata il 18.12.2022 20:13 )

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Come faremo a tornare al calcio normale dopo una finale del Mondiale come Argentina-Francia? Una partita pazzesca e con una sceneggiatura pazzesca, resa un classico già da subito grazie ai due protagonisti più attesi, Lionel Messi e Kylian Mbappé. L’Argentina è campione del mondo per la terza volta nella sua storia, dopo il 1978 di Kempes (in tribuna a Doha) ed il 1986 di Maradona, la Francia perde nella maniera più amara e cioè ai calci di rigore dopo essere andata più volte ad un passo dall’impresa.

Sì, perché per quasi 80 minuti di finale ‘normale’ la squadra di Deschamps era stata surclassata da quella di Scaloni, che nella partita della vita aveva scelto di puntare su Di Maria, mettendolo a sinistra con Alvarez sulla destra e Messi falso nueve prima di scambiarsi di posizione proprio con Alvarez. Francia irretita e Di Maria protagonista, perfetto anche nel guadagnarsi con un dribbling dei suoi il fallo da rigore di Dembelé: era il 23’ e la trasformazione di Messi è stata da Messi. La Francia non è riuscita a reagire e 12 minuti dopoo un contropiede perfetto, ispirato da Messi, Alvarez e soprattutto Mac Allister ha messo sul sinistro di Di Maria il 2-0.

Partita chiusa, anzi chiusissima perché un Deschamps in stato confusionale ha sostituito Giroud e Dembelé (peraltro i peggiori in campo) addirittura poco prima dell’intervallo, all’inseguimento della scossa. Che non è arrivata, perché l’Argentina ha continuato a produrre situazioni pericolose e a rischiare zero in difesa. Il 3-0 sembrava nell’aria, quando al 64’ Scaloni ha avuto la cattiva idea di sostituire Di Maria con Acuna: certo il giocatore della Juventus era stanco, ma il segnale di paura era stato ormai lanciato.

Poco dopo la mossa della disperazione di Deschamps: fuori Theo Hernandez e lo spentissimo Griezmann, dentro Coman e Camavinga, per un 4-2-4 (Coman, Thuram, Kolo Muani e Mbappé le punte) d’assalto, iniziando finalmente a pressare ogni inizio d’azione argentino. E a 11 minuti dalla fine è arrivato il rigore per la Francia, fallo di Otamendi su Kolo Muani e trasformazione di Mbappè. Che dopo nemmeno 2 minuti ha messo anche il 2-2, con un destro in acrobazia destinato diventare foto iconica da poster o, se vogliamo modernizzarci, da sfondo di smartphone. 

Per l’Argentina una situazione già vissuta con l'Arabia Saudita (partita ribaltata e scofitta), con l'Australia negli ottavi (rischiato il 2-2 di Kuol all'ultimo secondo) e con l'Olanda nei quarti (2-2 dal 2-0, con rimonta olandese nel finale prima di supplementari e rigori): quattro indizi fanno una prova? Scaloni un genio o un allenatore fortunato? Perché in 4 anni sotto esame, senza lo status dei presunti maestri di cui l'Argentina abbonda, lui ha portato a casa anche una Coppa America... Comunque sia, nella finale delle finali l'Albiceleste ha rischiato di crollare ma ha tenuto botta fino ai supplementari, dove riordinando le idee ha ripreso a giocare un po' meglio di una Francia spaccata in due, che andava a fiammate, sia pure grandi fiammate, con uno Mbappé 'in the zone'.

Davvero la partita era entrata in un’altra dimensione, quella della leggenda, con occasioni da ogni parte, diverse sbagliate da Lautaro Martinez, e su una di queste Messi a segnare il 3-2 che ha fatto pensare tutti alla finale del 1986, non soltanto per l’immancabile confronto con Maradona ma anche per le forze mentali trovate dopo aver subito una rimonta. Forze mentali che ha avuto anche la Francia: fallo di mano di Montiel, rigore ed ancora Mbppé: 3-3 e per lui il titolo di capocannoniere a quota 8 gol, 12 in totale in 2 Mondiali, a 24 anni. Fra l'altro anche capocannoniere all time nelle finali mondiali, con 4 gol, davanti a Pelé, Zidane, Vavà e Hurst, tutti a 3. La storia si fa qui, non nella Champions League: la stessa differenza che c'è fra l'oro olimpico nei 100 metri e quello al meeting di Zurigo. 

Inutile elencare azioni e situazioni spesso folli, basterebbe riguardarsi l’ultimo minuto dei 138 effettivi gioocati: Kolo Muani solo davanti a Emiliano Martinez che tira fuori la partita della vita, Lautaro Martinez che pochi secondi dopo di testa mette fuori. Poi i rigori, dove per una volta la logica è stata rispettata: l’Argentina aveva il miglior portiere in questo fondamentale ed anche un maggior numero di buoni tiratori. Mbappé e Messi hanno tirato i primi, segnandoli, proprio una sfida all’OK Corral, poi l’Argentina ha preso il volo ed è tornata dopo 36 anni sulla vetta più alta del calcio. Soltanto l'Italia 1982, con 44 anni, ha avuto un intervallo superiore fra due Mondiali vinti. 

Messi miglior giocatore del Mondiale, a 35 anni, Enzo Fernandez miglior giovane, un miliardo di statistiche e di confronti storici di cui scriveremo tanto ma che a caldo scompaiono di fronte ad una delle finali mondiali più belle della storia del calcio, più bella e commovente di tutto lo storytelling che la spolperà e divorerà: per trovarne una di livello simile forse bisogna risalire proprio a quell’Argentina-Germania Ovest del 1986, per trovarne di migliori invece si deve andare a Ungheria-Germania Ovest 1954 e ad Uruguay-Argentina 1930, ma qui ovviamente ci si basa sul sentito dire. anche se qualche buona immagine del 1954 esiste Per fortuna con i nostri occhi abbiamo potuto vedere quella di oggi. Un bel Mondiale, vissuto in Italia senza problemi di tifo, si è chiuso in maniera bellissima.

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