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Qatar 2022, la fine di un grande Belgio© LAPRESSE

Qatar 2022, la fine di un grande Belgio

Lo 0-0 con la Croazia ha chiuso il ciclo di una grandissima generazione, che anche senza trofei alzati sarà ricordata. Al di là dei gol sbagliati da Lukaku...

Stefano Olivari

01.12.2022 ( Aggiornata il 01.12.2022 18:49 )

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Il Belgio è la prima grande eliminata del Mondiale 2022, dove per grande intendiamo una squadra che sulla carta questo torneo avrebbe potuto vincerlo. Sulla carta appunto, perché in pratica la squadra di Roberto Martinez si è presentata in Qatar con problemi di spogliatoio, che la immeritata vittoria sul Canada e la sconfitta con il Marocco hanno reso ingestibili: un mistero, visto il vissuto di questo gruppo e visto che quasi tutti i protagonisti di questa generazione d’oro del calcio belga non avranno a disposizione un altro Mondiale.

Su tutto il caso Lukaku, che di misteri ne ha pochi: l’attaccante dell’Inter era mezzo infortunato e totalmente fuori forma, Martinez pensava di poterselo giocare negli ottavi di finale ma poi le circostanze gli hanno fatto affrettare i tempi, dandogli qualche minuto con il Marocco ed il secondo tempo nella decisiva partita con la Croazia, bella e drammatica. Con Lukaku che si è divorato tre occasioni enormi per mandare agli ottavi il Belgio e a casa una Croazia bloccata dalla tensione, che sul piano del gioco è stata dominata da una squadra che per qualche minuto è sembrata quella che nel 2018 diventò numero 1 nel ranking FIFA. Una partita che Martinez si è giocato senza lo squalificato Onana, tenendo all’inizio in panchina Batshuayi e i fratelli Hazard, puntando su Trossard ed i resti di Mertens. È andata male ma nell’occasione senza demeriti, anzi si è visto quell'atteggiamento mancato nelle prime due partite. La Croazia passa quindi come seconda in un gruppo vinto da un Marocco solidissimo sia nei singoli sia tatticamente.

Alla fine per il Belgio la tristezza per tutto ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, ma il Mondiale è uno solo, ogni quattro anni (speriamo rimanga così per sempre), e non è che chi non lo vince debba per forza essere linciato. L’edizione giusta era Russia 2018, come ha dichiarato lo stesso De Bruyne, e quella semifinale con la Francia, decisa da un colpo di testa di Umtiti ma giocata meglio dal Belgio, è piena di rimpianti. Come del resto Euro 2020, quando nei quarti di finale il Belgio incrociò l'Italia di Mancini al massimo della sua parabola. Ma ormai è il passato, mentre il futuro di questa nazionale certo non appartiene a Vertonghen e Mertens, 35 anni, o Alderweireld e Witsel, 33. E tutto da verificare a mente fredda, non subito dopo questa enorme delusione, lo spirito patriottico dei poco più giovani Hazard, Lukaku, Courtois e De Bruyne, per citare superveterani da più di 100 presenze o quasi (De Bruyne ne ha 97), che devono gestire il crepuscolo della carriera.

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