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Gabigol, il farlocco erede di Ronaldo

Gabigol, il farlocco erede di Ronaldo

«Paragoni con Ronaldo? No, io sono Gabriel e voglio fare la storia dell’Inter. Nonostante l’interesse di tantissime società, di offerte astronomiche dalla Cina, ho sempre voluto venire in Italia. L’Inter è sempre stata la mia prima scelta»

Cristian Vitali

07.12.2017 16:03

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Provenienza: Santos (Brasile, 2016)

2016-2017: Inter, 9 presenze, 1 rete

2017-2018: benfica (Portogallo)

Ha vinto a furor di popolo il Jolly del Calciobidone 2016, a dimostrazione che i 30 milioni spesi per lui sono stati veramente buttati dalla finestra. Dalla presentazione in pompa magna del 22 settembre (giorno del compleanno di un certo Ronaldo, il “Fenomeno”) alla panchina dell’Olimpico abbandonata in segno di protesta. In mezzo, tante parole e poca, pochissima, sostanza: la stagione di Gabigol con la maglia dell’Inter ha tutti i crismi per etichettarlo come la classica “promessa non mantenuta” A caro prezzo. Sbagliò Tronchetti Provera a sbilanciarsi il giorno della presentazione all’Auditorium Pirelli, cui fu preparato uno show in genere riservato solo ai grandi campioni: «Non vogliamo caricare Gabriel di responsabilità ma sono emozionato nel presentarlo proprio 20 anni dopo Ronaldo». Alla faccia. Perché allora citare il Fenomeno per eccellenza? Da quella presentazione in pompa magna, è presto diventato un vero e proprio oggetto misterioso: una stagione riempita da soli 183 minuti tra Campionato e Coppa Italia e un solo gol, seppur decisivo, a Bologna, che ha rappresentato il punto più alto della stagione del brasiliano. Che nonostante il suo deludente score è stato preso a simpatia dai tifosi che hanno spesso incoraggiato prima De Boer, poi Pioli e infine Vecchi invocandone l’utilizzo. Ma l’epilogo è stato decisamente triste: con la squadra fuori da ogni gioco, il brasiliano ha sbottato in occasione di Lazio-Inter quando Vecchi scelse di mandare in campo il dociottenne Pinamonti al suo posto. Gabigol non ci ha visto più, ha lasciato la panchina e rilasciato parole al veleno, salvo poi fare marcia indietro. Certo che però, pur nella confusione generata (anche) da una girandola di allenatori, vien da pensare che se nessuno dei tre tecnici che si sono alternati alla guida dei nerazzurri lo abbia fatto giocare, evidentemente proprio fuoriclasse non deve essere. E pure al Benfica, dove l’Inter lo ha successivamente parcheggiato questa Estate, prosegue in sulla stessa linea (quella della panchina), visto che ha collezionato pochissime presenze. Già si parla di un suo ritorno in Brasile a Gennaio. Mascotte.

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