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Il ritorno di Eriksen© Getty Images

Il ritorno di Eriksen

Il centrocampista che a Euro 2020 era quasi morto in campo ha firmato un contratto con il Brentford. Può giocare in Premier League ma non in serie A...

Stefano Olivari

31.01.2022 ( Aggiornata il 31.01.2022 14:06 )

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Fra qualche giorno Christian Eriksen tornerà a giocare una partita di calcio, dopo la rescissione del contratto che lo legava all’Inter, avvenuta a metà dicembre, e la firma con il Brentford. Ma come è possibile che in Premier League si possa rischiare la vita, sia pure dopo attente visite mediche, sotto la propria responsabilità, ed in Serie A no? Ricordiamo che sette mesi fa Eriksen era praticamente morto dopo l’arresto cardiaco durante Danirmarca-Finlandia di Euro 2020: era il 12 giugno, la prontezza di spirito di Kjaer e la competenza dei medici lo riportarono fra noi.

Si sapeva già che il CONI non avrebbe mai concesso l’idoneità all’attività agonistica ad un uomo con un defibrillatore sottocutaneo, ed infatti non l’ha concessa. Fra l'altro in Italia l'ipotesi di giocare con il defibrillatore non è nemmeno contemplata, da tanto che sembra assurda. Diverse le regole in Inghilterra, dove non è che siano pazzi: ovviamente Eriksen è stato sottoposto a mille visite cardiologiche, anche da parte di professionisti di fiducia del Brentford, ed è stato dichiarato abile. Comunque anche lì si tratterà del primo a scendere in campo in condizioni simili. 

Una grossa operazione per il Brentford, allenato da un connazionale di Eriksen, Thomas Frank, con una fiducia comunque limitata visto che il contratto è di soli sei mesi. Eriksen, 30 anni il 14 febbraio e campione d'Italia in carica con l'Inter di Conte, si è allenato in questi mesi nelle strutture dell'Odense in cui si è formato e nell'Ajax in cui è emerso prima di andare al Tottenham, ed ha dichiarato che il suo sogno è quello di giocare i Mondiali in Qatar, per cui la Danimarca è già qualificata.

Certo morendo in campo, sotto i riflettori della Premier League, Eriksen farebbe male solo a sé stesso e alla sua famiglia: la responsabilità individuale va rispettata ed in questo senso la cultura, anche giuridica, inglese è molto diversa da quella italiana. Ma con quale spirito gli avversari lo affronteranno e i compagni lo guarderanno? Anche senza ipotizzare un epilogo negativo della vicenda è meglio l’Italia, in questo caso.

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