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Veloce come il Gento

Veloce come il Gento

Addio ad un grande del grande Real Madrid di Di Stefano, Kopa e Puskas, icona di chiunque abbia giocato sulla fascia sinistra...

Stefano Olivari

18.01.2022 14:12

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Francisco ‘Paco’ Gento è stato l’unico calciatore nella storia a vincere sei Coppe dei Campioni, tutte con la maglia del Real Madrid, ma le statistiche ed i record reperibili ovunque sul web non dicono quanto questa straordinaria ala sinistra abbia colpito l’immaginario collettivo pur giocando insieme a compagni di livello spaziale come Di Stefano, Kopa e Puskas, che avrebbero oscurato chiunque. Per fortuna Gento, morto poco fa a 88 anni, ha giocato in un’epoca con immagini televisive decenti e così tutti possono anche oggi apprezzare il suo marchio di fabbrica: non tanto la velocità, anche se in effetti era velocissimo, quanto la capacità di bloccarsi all’improvviso mentre era in corsa e di ripartire una frazione dopo con il difensore ormai a terra: un gesto tecnico e atletico impressionante, uno stop and gol che rendeva Gento immarcabile ma anche inimitabile, perché una cosa simile non la si sarebbe più vista fare da altri.

Difficile collocarlo nella storia del calcio, perché era un campione in una squadra di fuoriclasse, sicuro che il miglior Gento si sia visto nel Real Madrid e non in una Spagna comunque forte, che con Villalonga allenatore non ebbe bisogno di lui nella fase finale (parliamo di due partite, davvero altri tempi) del vittorioso Europeo del 1964, ma con cui fu protagonista in due Mondiali. In quello del 1962, fra un litigio e l’altro con Helenio Herrera che era stato prestato (si fa per dire, perché Angelo Moratti stava per esonerarlo) dall’Inter, senza superare il girone ma esibendosi in un pazzesco duello con Garrincha nella partita più bella di quell’edizione, risolta nel finale da Amarildo che sostituiva l’infortunato Pelé. Da ricordare che Puskas giocava come spagnolo e che nella rosa c’era anche Di Stefano mezzo infortunato… Gente con una certa personalità. Per Gento poca fortuna mondiale anche nel 1966, ma nel girone della Spagna c’erano Germania Ovest e Argentina e quindi il fallimento è un'altra cosa.

Dei suoi tanti, ma non tantissimi, gol gli italiani ricordano quello nella finale della Coppa dei Campioni 1956-57, il primo nel 2-0 contro la Fiorentina di Fulvio Bernardini, con Montuori e Julinho in campo, e quello nella finale dell’anno seguente, quello del 3-2 contro il Milan di Gipo Viani, che aveva in campo gli ormai vecchi Liedholm e Schiaffino. Da ricordare anche che Santiago Bernabeu dopo la sua prima stagione al Real si era pentito di averlo preso dal Racing Santander e lo voleva vendere, giudicandolo inconcludente, la solita aletta fumosa. Fu Di Stefano a difenderlo e a consigliare a Bernabeu l’ingaggio di Hector Rial, conosciuto ai tempi dell'avventura colombiana, che a suo parere avrebbe saputo servire bene Gento sui suoi scatti. Due buonissimi consigli. Come buonissimi erano i geni di Gento, considerando le carriere nel calcio e nella pallacanestro dei suoi nipoti Llorente.

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