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Leganes, quando le idee contano più dei soldi

Leganes, quando le idee contano più dei soldi

La scalata affascinante del club spagnolo, che ha una rosa del valore complessivo di 48 milioni di euro e sta centrando la salvezza nella Liga, dopo aver eliminato il Real Madrid nei quarti di Coppa del Re.

Stefano Chioffi

16.02.2018 16:20

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E’ la città dei pendolari: treni, autobus, sveglie all’alba, attese alle fermate, ogni giorno la solita odissea tra disagi e ritardi per raggiungere il posto di lavoro a Madrid. A Leganes, periferia della capitale spagnola, una casa in affitto costa la metà. Eppure, quel comune di 182.000 abitanti che veniva considerato solo un sobborgo, si sta scoprendo protagonista nel calcio: esempio virtuoso in un panorama di sprechi ed eccessi. Il Club Deportivo Leganes, fondato nel 1928, sempre in Tercera e in Segunda Division fino al 2016, ha una squadra che vale, in base agli esperti di mercato, quarantotto milioni e mezzo di euro: Messi, otto titoli nella Liga, quattro Champions e cinque Palloni d’oro, ne guadagna quaranta solo di ingaggio in una stagione. 

IL BRASILIANO APPELT - Il Leganes è il rovescio, l’opposto, di quel mondo del pallone che vive sulla luna tra acrobazie finanziarie e investimenti faraonici. Una piccola realtà con il suo stadio da cartolina, il Municipal de Butarque (11.450 spettatori), in grado di stregare un po’ tutti per la sua razionalità, la sua normalità, la sua capacità di ritagliarsi uno spazio dignitoso tra i giganti dei fatturati, dei diritti tv e del merchandising. Si è affacciato sul palcoscenico della Liga per la prima volta nel 2016, ha centrato una tranquilla salvezza e anche in questo campionato si sta avvicinando al traguardo senza ansie: dodicesimo posto in classifica, ventinove punti in ventidue giornate, il centrocampista brasiliano Gabriel Appelt (classe 1993, fascia di capitano, ex Vasco da Gama ed ex talento della Juve Primavera) che piace alle big della Liga e ha realizzato cinque gol. 

IL TITOLO DI "MARCA” - Il Leganes è allenato da Asier Garitano, 48 anni, basco, in panchina dal 2013, due promozioni, una scalata cominciata in "Segunda Division B” (la terza serie spagnola). Organizzazione tattica, 4-2-3-1, pressing, solidità, contropiede, dodici stranieri in una rosa di venticinque giocatori, età media di 28,6 anni, sei milioni di euro spesi nell’ultimo mercato, una partita da antologia nei quarti di Coppa del Re quando i biancoblù hanno eliminato (lo scorso 24 gennaio) il Real Madrid, vincendo per 2-1 al Santiago Bernabeu con i gol di Eraso e Gabriel Appelt. “Impresa e imbarazzo”, aveva titolato in prima pagina il giornale Marca, mettendo in contrasto il capolavoro di Garitano e il crollo del club campione d’Europa e del Mondo. Un sogno interrotto poi in semifinale, davanti al Siviglia di Montella, che il 21 aprile si giocherà il trofeo contro il Barcellona. Ma gli applausi della notte indimenticabile al Bernabeu, per il Leganes, valgono più di una Coppa.

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