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Cristiano Ronaldo in serie B© Getty Images

Cristiano Ronaldo in serie B

Il nervosismo del cinque volte Pallone d'Oro è figlio anche di una Saudi League molto peggiore del previsto...

Stefano Olivari

10.04.2024 ( Aggiornata il 10.04.2024 15:05 )

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Si può già dire che la Saudi League sia un fallimento? Senza qualche scatto di rabbia di Cristiano Ronaldo nessuno, se non qualche procuratore molto furbo, nel resto del mondo si ricorderebbe dell’esistenza di questa aspirante NBA con soldi illimitati (cosa che la NBA non è) che soltanto nell’estate 2023, non 2013 o 2003, sembrava stesse per divorare il calcio della Champions League e delle principali leghe europee offrendo ingaggi astronomici non soltanto a vecchie glorie bollite ma anche a giocatori nel fiore degli anni. Non c'è bisogno di grande memoria per ricordare commenti disfattisti, nel filone sempre di successo di 'Il pallone si sta sgonfiando, la Serie A è finita'. 

Il risultato è che la media-spettatori per partita, già bassa, in questo campionato della presnta svolta si è ulteriormente abbassata: 8.400 circa a partita, meno della nostra Serie B nonostante CR7, Benzema, Neymar (però di fatto mai visto causa infortunio), Milinkovic-Savic, Brozovic, Koulibaly, eccetera, e allenatori da Champions League come Jorge Jesus, Gerrard, Jaissle e Gallardo, insieme ad altri comunque credibili. Da ricordare che gli stranieri per club sono al massimo 8, e che probabilmente dall prossima stagione diventeranno 10, in ogni caso il prodotto locale non è proprio da terzo mondo (anche se Mancini la pensa diversamente) visto che ha partecipato a 6 degli ultimi 8 Mondiali e nell’ultimo ha anche battuto l’Argentina…

Ma dicevamo dell’hype della Saudi League: dopo gli entusiasmi estivi, ed averla avuta di fatto in regalo, non ci sembra che La7 e Sportitalia l’abbiano resa l’architrave del proprio palinsesto. Insomma, al di là di ogni considerazione tecnico-tattica il prodotto non interessa. Il contesto ambientale è triste e senza la benzina del tifo, pro o contro, il calcio piace a pochissimi. E parliamo di calcio vero, quello del genere Real Madrid-Manchester City, figurarsi quello finto in cui le prime quattro squadre hanno lo stesso proprietario, cioè il governo, e gli addetti ai lavori sono quasi tutti contagiati dal clima da esibizione.

Quasi, appunto, perché chi ha il DNA del fuoriclasse ancora ci tiene e si arrabbia per una rimessa laterale. Non è che Cristiano Ronaldo si sia pentito di avere scelto 200 milioni all’anno dell’Al Nassr, ma nella sua testa ha ben chiara la differenza fra la Champions League e questa roba. Certo nessuno lo ha costretto a firmare per gli arabi o a compiere una scelta ancora una volta meno felice di quelle di Messi, che per la pensione ha scelto la più mediatizzata Florida: molti meno soldi, ma non ne aveva bisogno come non ne aveva bisogno il suo eterno rivale. Che però in questi scatti d'ira mette un grande orgoglio, quello di chi non sa giocare per finta o per divertimento. Uno che tiene, e stiamo parlando di pochi giorni fa, anche ad un’amichevole contro la Slovenia.

stefano@indiscreto.net

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