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Da Kipiani a Kvaratskhelia

Da Kipiani a Kvaratskhelia

Battendo ai rigori la Grecia, dopo oltre trent'anni la Georgia è riuscita a conquistare la sua prima qualificazione ad un grande torneo...

Stefano Olivari

27.03.2024 12:54

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La Georgia di Kvicha Kvaratskhelia è entrata nella storia conquistando la qualificazione a Euro 2024 grazie alle vittoria ai rigori sulla Grecia, in una partita di rara bruttezza che si è accesa soltanto nei supplementari, con la stella del Napoli che si è oltretutto anche fatta male. Ma il volto di questa storica qualificazione è il suo e per una volta l’aggettivo ‘storica’ non è abusato visto che la Georgia come federazione esiste dal 1992 ma che già dal 1990, un anno prima dell’indipendenza seguita al crollo dell’Unione Sovietica, giocava partite. Mai ai Mondiali, mai agli Europei, e mai, va detto, ci era andata vicino nonostante l’allargamento mostruoso della fasi finali di entrambe le manifestazioni.

Tre decenni di fallimenti a catena, anche per le modalità, nonostante una discreta qualità media delle rose e l’alternarsi di allenatori di diverso tipo: dalla vecchia gloria locale (Chivadze, e per qualche partita anche il mito Kipiani) a quella straniera (come Alain Giresse, specialista in nazionali di secondo piano), provando raramente, come con la disastrosa gestione di Hector Cuper, la carta dell’allenatore di nome. Willy Sagnol, con cui si è cambiato passo, è una via di mezzo: una solidissima carriera in campo ma ancora, anche se ha già 47 anni, grandi ambizioni come tecnico, sognando il ritorno al Bayern Monaco dalla porta principale.

Il presente è quello di una squadra che ha tutti gli uomini chiave giovani: da Kvaratskhelia a Mamardashvili, da Mikautadze (ieri inspiegabilmente partito dalla panchina) a Chakvetadze, questo gruppo ha davanti a sé almeno due, se non tre, tentativi di andare al Mondiale. Il passato è quello di una terra che spesso ha dati all’URSS grandi campioni: Simonyan, Kipiani, Shengelia, lo sfortunato Daraselia, Metreveli, Meskhi, Gutsaev, Chivadze, solo per limitarsi all’era sovietica e ricordando il punto più alto del calcio georgiano, cioè la Dinamo Tbilisi che vinse la Coppa della Coppa 1980-81, battendo 2-1 nella finale di Düsseldorf, in un Rheinstadion deserto, i tedeschi est del Carl Zeiss Jena, che avevano eliminato la prima Roma di Falcão al primo turno. In un’era televisiva in cui si vedeva pochissimo si vide pochissimo anche quella finale, una sintesi differita a tarda sera sulla Rete 1: ci esaltammo per il gol di Daraselia, una straordinaria azione personale nel finale, e per una squadra che era la spina dorsale dell’URSS, anche se al Mondiale spagnolo per vari motivi, fisici (Kipiani si infortunò gravemente due mesi prima del torneo) e geopolitici i convocati da Beskov sarebbero stati soltanto quattro. Altri tempi, che diversamente dagli italiani vecchi i georgiani non rimpiangono.

stefano@indiscreto.net

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