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La Champions è finita© Inter via Getty Images

La Champions è finita

La delusione dell'Inter, la stagione delle italiane, i bersagli di De Laurentiis e i prossimi mesi del Lecco

Stefano Olivari

14.03.2024 ( Aggiornata il 14.03.2024 12:15 )

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La Champions League delle italiane è finita, anche per l’Inter che era l’unica delle tre arrivate agli ottavi a partire favorita, contro un Atletico Madrid di qualità, come ha dimostrato la qualità delle riserve, ma in grande crisi. Un’uscita di scena con tanti rimpianti, perché a San Siro l'Inter poteva vincere per più di 1-0 e perché al Wanda Metropolitano, pur meritando di perdere, le occasioni per assicurarsi i quarti di finale non sono mancate. Di sicuro una delle rarissime volte nell’era di Simone Inzaghi, per non dire la prima, in cui una partita ad eliminazione diretta è stata giocata decisamente male, oltretutto regalando il gol del pareggio dopo il vantaggio di Dimarco, sbagliando due contropiede con Thuram e Barella, e subendo poi la pressione dell’Atletico nel finale. Al di là degli episodi, che cambiano articoli e carriere (chi si ricorda gli ottavi con il Porto l’anno scorso?), una chance che l’Inter si è giocata con una manovra sottoritmo, un po’ troppo da Serie A, e confermando il calo fisico notato contro Genoa e Bologna. Il resto, in una partita giocata di rimessa tranne che in qualche fase dei supplementari, l’ha fatto la serata pessima di Thuram e Lautaro Martinez. Alla fine siamo costretti a fare le cover dei pezzi sul Napoli dell’anno scorso: campionato stellare e atteso da troppo (almeno nel caso personale di Inzaghi) tempo, Champions che non è obbligatorio vincere (comunque soltanto due le squadre fuori portata, Real Madrid e Manchester City) ma dove l’Inter è stata lontana dalle sue possibilità. Anche nel girone, va detto. Perché le partite ad eliminazione diretta sono sì incerte ma non sono una lotteria, come del resto nemmeno i rigori: delle 8 squadre ai quarti 7 avevano vinto il loro girone e l’ottava è il PSG.  

L’anno scorso Inter in finale, Milan in semifinale, Napoli nei quarti e Juventus eliminata nel girone. Quest’anno Inter, Napoli e Lazio fuori agli ottavi, Milan nel girone. Ce n’è abbastanza per intonare la litania sul calcio italiano in declino, ma in concreto anche dopo le delusioni di Champions il ranking stagionale dice che l’Italia è sempre in testa davanti a Germania e Inghilterra, per uno dei due piazzamenti che darà diritto alla quinta squadra nella prossima Champions. Parliamo di punti conquistati sul campo, non di pareri da bar. Si può quindi dire che a parte il Milan tutte le altre italiane rimaste nelle coppe, cioè Roma, Atalanta e Fiorentina, giocheranno per il bene comune ma anche per sé stesse, per un quinto posto che diventa la differenza fra ambizioni e velleità. Poi i discorsi di fondo rimangono, le opportunità date a Cubarsi e Yamal non sono le stesse che sono state date in Serie A a Pafundi. Ma questo gli ipotetici gol di Thuram, Lindstrom e Immobile non lo avrebbero cambiato.

Perché Aurelio De Laurentiis ce l’ha con quasi tutte le televisioni, al punto di far prendere al Napoli multe (quelle della Lega hanno ormai superato i 100.000 euro) notevoli e di rischiare sanzioni da parte della UEFA per sceneggiate come quella fatta per impedire a Sky l’intervista a Politano? Non può essersi svegliato una mattina ed avere deciso che i media che finanziano il Napoli, quindi soprattutto DAZN e Sky, ce l’abbiano per partito preso con il Napoli. C’è ovviamente di più, al di là del fatto che a molti piaccia ritrarre De Laurentiis come una macchietta, cosa che non è così come non è un direttore sportivo (e si è visto). Intanto lui è stato fra i più grandi avversatori dell’accordo per i diritti televisivi italiani fino al 2029, che conferma grosso modo l'assetto attuale, in cambio a suo parere di noccioline. E del resto subito dopo la firma aveva detto che l’accordo con Sky e DAZN sarebbe stato la morte della Serie A, che aveva scelto una mediocre sicurezza invece di diventare imprenditrice con il canale di Lega o altre modalità di vendita delle partite. Inoltre De Laurentiis giudica pessime le immagini e le riprese della Serie A, che però evidentemente ai suoi colleghi vanno bene. E così questa sua insofferenza si traduce in comportamenti volgari contro gente incolpevole. Il suo sogno-progetto sarebbe quello di ridiscutere gli accordi televisivi, ma questo scenario è meno probabile della Juventus fuori dal Mondiale. 

Si è mai visto un presidente che pubblicamente ipotizza che i suoi calciatori possano vendersi le partite di fine stagione, con i giocatori che poi fanno un comunicato contro di lui? Al Lecco è successo, ma la cosa che più colpisce è l’assordante silenzio del resto della B riguardo alle parole di Di Nunno, un altro che è comodo per tutti collocare nel file ‘vulcanico’. 

stefano@indiscreto.net

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