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Una testata a D'Aversa© LAPRESSE

Una testata a D'Aversa

Il caso Lecce, l'inutile secondo posto, la Roma viva e la scommessa su Zaniolo.

Stefano Olivari

11.03.2024 ( Aggiornata il 11.03.2024 14:21 )

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Roberto D’Aversa ha pagato con l’esonero la mezza testata dopo la sconfitta con il Verona, mettendosi in mezzo nella lite fra Henry e Pongracic. Un episodio grave, perché in ogni caso oltre i limiti è stato il comportamento di D’Aversa, ma non molto diverso dal parapiglia di tanti post-partita. Per questo aveva stupito il comunicato del Lecce a caldo, in cui si condannava il gesto del proprio allenatore prima ancora di qualsiasi accertamento dei fatti. Fra l’altro anche D’Aversa aveva chiesto scusa per essersi fatto trascinare dalla foga, pur negando una testata che secondo lui sarebbe stato soltanto un faccia a faccia ravvicinato. Comunque sia, un assist per cacciare un tecnico che prima di Natale era tranquillo, con il Lecce che dopo la vittoria sul Frosinone del 16 dicembre era lontanissimo dalla zona retrocessione, ben 8 punti sopra il terzultimo posto, mentre adesso i punti di distanza dalla B sono un solo. Da allora, in campionato, 9 sconfitte e 2 pareggi (vittoria soltanto con la Fiorentina) in 12 partite. Facile considerazione: con una situazione di classifica diversa si sarebbero tirate fuori l’adrenalina e tutte le giustificazioni possibili. Per D’Aversa, nel mirino degli ultras già da tempo, terzo esonero su quattro panchine, anche se la doppia promozione di Parma è ancora abbastanza vicina nel tempo per dargli altre chance.

Cosa cambia fra arrivare secondi e arrivare terziin Serie A? Il Milan ha superato la Juventus e adesso è la prima inseguitrice dell’Inter, per quanto a 16 punti di distanza e con lo scudetto che Simone Inzaghi dovrebbe davvero fare apposta a perdere. La risposta concreta è questa: quasi niente. Quasi niente nella ripartizione dei diritti televisivi (con il piazzamento ed i punti in stagione che incidono per il 15%, nella sostanza ballano meno di 3 milioni di euro), quasi niente nella percezione dei tifosi visto che nella storia dei rispettivi club un secondo posto scompare, quasi niente per quanto riguarda il futuro di Pioli e Allegri. Entrambi con il contratto anche per l’anno prossimo, entrambi con il marchio di allenatori ‘non da progetto’ che si può nascondere con soltanto con i trofei, e spesso non bastano nemmeno quelli. Entrambi con una parte significativa del pubblico che li contesta e che se potesse li cambierebbe subito con il De Zerbi della situazione. Pioli però potrebbe rimanere, anche se è legato alle manie di protagonismo (in smart working) di Ibrahimovic, mentre a questo punto e proprio con una Juventus che stava giocando meglio è quasi impossibile che rimanga Allegri. E la differenza non sta in quel punto in più. Addio Maldini, fino al prossimo giro, addio Andrea Agnelli e magari in questo caso il prossimo giro arriverà dai tribunali, ad un livello più alto di quello sportivo. In questo senso momenti difficilissimi anche per Ferrero.

Cosa cambia fra arrivare quarti e quinti? Forse quasi niente anche in questo caso, grazie al rendimento dei club italiani che probabilmente darà la prossima stagione un quinto posto Champions alla Serie A. Per questo, con 10 partite ancora da giocare, fra il quarto posto a 51 punti del Bologna e il nono a 40 della Lazio (che deve ancora giocare con l’Udinese, mentre scriviamo queste righe) può ancora succedere di tutto. La Roma a 48 punti ed il Napoli a 44 sembrano le squadre più vive, in un gruppo dove è presto per fare calcoli (in sintesi: conterà la classifica avulsa, quindi l’aver fatto bene negli scontri diretti) in caso di parità di punti ma dove è chiaro che il sistema tifa per i grandi bacini di utenza e per chi è politicamente affine: e la Roma è nello stesso schieramento, non soltanto per la questione delle 18 squadre, di Inter, Milan e Juventus.   

Un altro anno buttato per Nicolò Zaniolo, nonostante l’Aston Villa sia una della squadre più brillanti della Premier League. Certo non lo è stata ieri nello scontro diretto per la Champions con il Tottenham, con l’attaccante, o quello che è diventato (ieri non fa testo, è stato buttato dentro per disperazione sullo 0-2), della Nazionale al solito utilizzato da riserva. Insomma, è sicuro che a giugno torni al Galatasaray, visto che l’Aston Villa non pagherà i 27 milioni del riscatto. Probabile che Spalletti, che lo vede come attaccante di destra nel 4-3-3, nei suoi discorsi sull’atteggiamento dei giocatori di oggi pensasse anche a lui, che di fatto dopo l'addio alla Roma ha soltanto fatto passare del tempo in posti che nemmeno lo convincevano tanto. Sicuro che in estate sarà la scommessa di tanti, visto che nonostante la sua visibilità Zaniolo guadagna meno di alcune riserve di grandi club italiani.

stefano@indiscreto.net

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