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Zoff 82

Zoff 82

Un quarto di secolo in pensione, l'aziendalista De Rossi e il silenzio dopo Fagioli.

Stefano Olivari

28.02.2024 ( Aggiornata il 28.02.2024 12:50 )

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Dino Zoff 82. Sono gli anni che questo monumento nazionale compie oggi ed un numero che in tutti noi evoca ben altro. Di sicuro degli eroi (il Corriere dello Sport del 12 luglio 1982, con il titolo ‘Eroici!’, stabilì il record italiano di vendite per un quotidiano: 1.699.966 copie) del Mondiale spagnolo Zoff è stato quello che ha avuto la carriera migliore nel calcio dopo avere smesso di giocare. Sia da allenatore, con il top raggiunto all’Europeo 2000 e seguito dalle strampalate dimissioni seguite alle critiche di Berlusconi, sia da dirigente della Lazio, veste in cui preparò il terreno al grande ciclo di Eriksson. Caso unico, Zoff, di persona della quale tutti parlano bene ma che di fatto ha lasciato il (ed è stato lasciato dal) calcio quasi un quarto di secolo fa. Nemmeno un mini-incarico in FIGC, che peraltro lui non ha mai chiesto, che nelle diverse gestioni non è stato negato a personaggi che valevano un centesimo di lui. Un mito, senza bisogno dei santini del genere grande campione-grande uomo. Con una personalità più complessa rispetto al monumento tramandato ai posteri ed un rapporto con la gloria calcistica molto disincantato. 

De Rossi meglio di Mourinho? 5 vittorie in 6 partite di campionato, con l’unica sconfitta arrivata contro l’Inter danno una legittimità aritmetica (2,5 per 38 giornate fa 95 punti, passo da scudetto) ad un confronto ovviamente sbagliato fra uno dei più grandi allenatori del mondo degli ultimi vent’anni e quello che finora è soltanto un ex grande calciatore, per quanto intelligente e conoscitore della realtà della Roma. La vera domanda è se De Rossi sarà ritenuto l’uomo giusto per la Roma del futuro, avvolta nella nebbia più come progetti, al di là del rimanere agganciati politicamente al treno Inter-Juve-Milan, che come nomi. Perché per quel poco che si è finora visto De Rossi non ha un marchio tattico preciso, così come non ha scelto i ‘suoi’ giocatori accantonandone altri, cosa che invece ha sempre fatto Mourinho nelle sue squadre. Un plus per chi voglia un allenatore aziendalista, grato dell’occasione avuta. Scommetteremmo sulla sua permenenza, se non farà disastri da qui alla fine.

Il percorso di riabilitazione di Nicolò Fagioli, da scommettitore a maestro per i giovani senza passare dal via, si presta a facili ironie ma anche a una domanda seria: cosa ne è del nuovo calcioscommesse che avrebbe dovuto distruggere la Serie A? Tutto ridotto ai ludopatici Fagioli e Tonali? Per uscire dallo stadio degli screenshot che non hanno mai smesso di girare (per la serie: siamo tutti wannabe Corona) ci vorrebbe un’ipotesi di reato di frode sportiva, che permetta alla magistratura intercettazioni e tutto il resto, ma in assenza di questo la giustizia sportiva e la stessa Lega potrebbero attivarsi presso i bookmaker per farsi segnalare giocate dei tesserati e di loro congiunti, con i bookmaker che fra l’altro sarebbero ben contenti di liberarsi di questi insider visto che il payout delle scommesse sportive in certi casi raggiunge il 95%. Ecco perché tutto è fermo, anzi è stato fermato.

stefano@indiscreto.net 

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