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Ibrahimovic il ritorno© AC Milan via Getty Images

Ibrahimovic il ritorno

Un tutore per Pioli, le espulsioni della Roma, la mano di Osimhen e il colpo del PSG.

Stefano Olivari

11.12.2023 ( Aggiornata il 11.12.2023 15:39 )

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Ibrahimovic torna al Milan come tutore di Pioli, adesso ci siamo. Formalmente non è così, perché l’ex campione sarà consigliere di Cardinale e di Red Bird per strategie e scelte operative legate non soltanto al Milan, ma questo è il messaggio che arriva all’esterno e soprattutto all’interno dello spogliatoio di una squadra che dopo la sconfitta con l’Atalanta è scivolata a 9 punti dall’Inter e 7 dalla Juventus, con la Champions League appesa a un filo. Nella sostanza il club rossonero difende le sue scelte post Maldini e delegittima Pioli, perché non c’è dubbio che l’eventuale cambio di passo sarà “Figlio della mentalità che ha portato Ibra” e le sconfitte saranno invece tutte di Pioli. Ma con l’ego di Ibra a rischiare non è solo l’allenatore, che lo ha sempre gestito bene ed in ogni caso dipenderebbe dai risultati, ma anche i dirigenti, a partire da Furlani. Perché i ‘consigli’ non si limiteranno ad indicare chi ha più gli occhi della tigre fra Chukwueze e Pulisic. Al di là del discorso Milan, comunque una scelta non da Ibra, uno che avrebbe i soldi per comprare un club da media Serie A e gestirlo alla Ibra, senza padroni.

La Roma sta pagando le critiche, a volte anche preventive come successo prima della partita con il Sassuolo, agli arbitri da parte di Mourinho? Le espulsioni di Zalewski e Lukaku contro la Fiorentina, peraltro difficilmente contestabili, potrebbero essere lette a supporto di questa tesi. Ma la realtà dice che sono state le prime del campionato per la Roma, che fa parte del gruppone al secondo posto con 2 cartellini rossi, in una classifica dominata dal Milan con 5 (parliamo solo di giocatori). E nella classifica dei cartellini gialli la Roma è a centroclassifica con 33, non tanti per una squadra che volutamente o no gioca spesso sui nervi. Insomma, la Roma nel mirino è quasi una strategia di rinnovo contrattuale, per rimandare la lucrosa ma terribile Arabia. 

Il quarto posto da Champions è nelle aspirazioni di così tante squadre, anche perché potrebbe aggiungersene un quinto, da rendere prematuri i discorsi sulla crisi di questa o quella squadra, anche se è ovvio che il ridimensionamento del Napoli, al di là dei demeriti, fa rumore. Tutto ben sintetizzato, sia pure involontariamente, dalla mano sventolata da Osimhen ai tifosi della Juventus, a ricordare i 5 gol dello scorso anno. La certificazione che quel Napoli, pur con gli stessi interpreti, era un’altra cosa. Comodo per tutti credere che la differenza sia stata soltanto Spalletti, certo se De Laurentiis avesse monetizzato l'anno pazzesco di Kvaratskhelia sarebbe stato mediaticamente linciato. 

Cosa significa per il nostro orticello la vendita del 12,5% del PSG ad un fondo di investimento per circa 500 milioni di euro? Significa che in tutto il mondo i prezzi dei club sportivi con grande seguito stanno esplodendo, ognuno ovviamente al suo livello e parlando di paesi al top, ed è per questo che per i loro prezzi quasi a sconto i club italiani sono così interessanti agli occhi di investitori stranieri anche quando operano in perdita, cioè quasi sempre (esattamente cme il PSG, sia pure dopato dalle sponsorizzazioni farlocche dei qatarioti, che 12 anni fa lo presero per circa 200 milioni) e anche chi sul piano extracalcistico è indebitato, come ad esempio gli Zhang, sia restio a mollare l’osso.

stefano@indiscreto.net

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