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La scelta di Spalletti© LAPRESSE

La scelta di Spalletti

L'allenatore campione d'Italia è la nuova guida della Nazionale, con l'obbiettivo di arrivare al Mondiale 2026. Quali prospettive, al di là del contenzioso con il Napoli?

Stefano Olivari

19.08.2023 ( Aggiornata il 19.08.2023 07:29 )

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L’Italia di Luciano Spalletti sarà simile a quella di Mancini, forse anche tatticamente, ma sarà segnata da tutta la differenza fra un allenatore a fine ciclo, con dimissioni ritardate di un anno e mezzo, ed uno affamato e convinto di avere meno riconoscimenti del dovuto. Insomma, lo Spalletti di 64 anni è molto più carico del Mancini di 59 ed adesso che la sua nomina è ufficiale si può pensare all’Italia che dovrà conquistare la qualificazione all’Europeo, dove fare meglio di Mancini sarà difficile, ed al Mondiale, dove invece sarà difficile fare peggio. Avvicinandoci alle partite con Macedonia e Ucraina tante scelte saranno più chiare, per adesso rimaniamo su Spalletti commissario tecnico della Nazionale.

Il contratto da circa 3 milioni netti a stagione è fino al Mondiale 2026, l’eventuale Mondiale 2026, e per Spalletti trovare l’accordo con Gravina per sé e per i pochi collaboratori non è stato un problema. Da quando ha lasciato il Napoli poco dopo i festeggiamenti per lo scudetto il primo obbiettivo è diventato l’Italia, il fondato sospetto è che abbia fatto questa scelta clamorosa proprio sapendo che nella FIGC stesse maturando qualcosa. Certo non poteva sapere che Mancini avrebbe dato le dimissioni a Ferragosto, ma era chiaro a tutti che una qualificazione non brillante a Euro 2024, senza arrivare all’estremo dell’eliminazione, avrebbe messo in discussione Mancini portandolo al punto di rottura. Situazione non a caso seguita anche da Antonio Conte, sempre apprezzato alla FIGC, ma scelta numero 2 di un Gravina che per la prima volta ha scelto un c.t. visto che Mancini era stato un prodotto di Malagò. Il terzo grande nome italiano disponibile, Carlo Ancelotti, al di là dell’impegno verbale con il Brasile non sarebbe stato libero subito dagli impegni con il Real Madrid, anche se mai è stato in corsa, così come i tanti grandi ex campioni del mondo 2006 convinti che il nome sia tutto. Per fare il dirigente di facciata forse sì, ma allenare l’Italia è un altro sport, davvero uno sport estremo.

La storia di Spalletti con l’Italia sarà formalmente slegata dal contenzioso con De Laurentiis, che aveva accettato di liberare il suo allenatore (era facoltà del Napoli prolungargli il contratto di un anno, come in effetti era stato fatto con la mitica PEC) senza fargli pagare penali, o fargli causa, con l’accordo per un indennizzo di 3 milioni nel caso l’anno sabbatico fosse stato inferiore all’anno. Chìaramente De Laurentiis aveva preteso questo impegno per non ritrovarselo subito alla guida della Juventus di Giuntoli, ma poco cambia perché il punto di partenza è che Spalletti non ha rispettato un contratto con il Napoli e pretende adesso di non rispettare nemmeno un accordo successivo per un importo poi quasi modesto, paragonato a un contratto pluriennale con un top club ed anche a quanto in totale percepirà fra Nazionale e indotto. Non si capisce quindi perché De Laurentiis sia il cattivo, quello da cui la FIGC e il popolo italiano pretendono il beau geste, e Spalletti il buono. A dirla tutta, se avesse detto “Pur di allenare la Nazionale pago subito il Napooli” avrebbe fatto una grande figura, invece un contenzioso legale che può durare anni gli farà fare una figura misera, comunque vada a finire. In questo senso partenza con il piede sbagliato. E lo stress? E l’addio a Napoli per troppo amore? 

Come sarà l’Italia di Spalletti? Pur essendo associato al partito dei giochisti, Spalletti non ha dogmi tattici anche se è vero che scelto uno schema in genere va avanti con quello fino a quando il suo rapporto con la squadra si esaurisce. Tutti abbiamo ancora negli occhi il 4-3-3 del suo Napoli, ma non bisogna dimenticare il 4-2-3-1 della sua Inter, i mille cambi di modulo alla Roma, la difesa a tre dell’Udinese, il 3-4-3 dell’Empoli, eccetera: Spalletti è un martello, ma nella scelta dello schema parte dalle caratteristiche dei giocatori, ed è scontato ricordare Totti falso nove (false anche certe fiction, sui rapporti con Spalletti e altre situazioni). Con Spalletti i giocatori atipici trovano sempre una collocazione ed è ipotizzabile per la Nazionale un 4-2-3-1 che gli consenta di inventarsi qualcosa sulla linea dei trequartisti. Discorsi inutili, visto che Gravina e Mancini non si sono lasciati per motivi tattici.

In definitiva Spalletti è in questo momento la scelta migliore che la FIGC potesse fare ed è giusto dirlo prima dei suoi risultati con l’Italia. A proposito: Spalletti è adatto alle partite senza domani di un Europeo o di un Mondiale? La sua storia, con il rendimento in Champions League sempre uguale o inferiore rispetto al potenziale delle squadre allenate, dice di no, ma la storia si può cambiare. Meno facile è avere il carattere di un altro, ed in questo senso lo Spalletti sempre sulla difensiva con media e dirigenti, sospettoso di tutti, potrebbe in Nazionale davvero avere problemi. Non ci sarà fra l'altro alcuna luna di miele, visto che si inizia in una situazione scomoda e con partite vere, per quanto non contro Argentina o Francia.

stefano@indiscreto.net

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