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La maglietta di Malinovsky

La maglietta di Malinovsky

L'Atalanta da Europa League, il Napoli distrutto dal Barcellona e i rimpianti di Sarri. 

Stefano Olivari

25.02.2022 ( Aggiornata il 25.02.2022 11:46 )

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L’Europa League ha detto più male che bene alle squadre italiane. A passare agli ottavi di finale è stata soltanto l’Atalanta, dominatrice sul campo dell’Olympiacos dove si era presentata senza punte, viste le assenze di Zapata e Muriel e la scelta iniziale di tenere in panchina Boga. Poi il giocatore preso dal Sassuolo è stato messo in campo nel secondo tempo, diventando decisivo nel 2-0 di Malinovsky, mentro tutto dell’ucraino e della sua straordinaria facilità di tiro è stato il terzo gol. Esultanza contenuta, mostrando la maglietta con la scritta ‘No war’ pensando a ciò che sta accadendo in patria, e pensieri calcistici per il campionato, con il quarto posto da Champions ancora nel mirino nonostante un evidente crollo, una sola vittoria nelle ultime otto partite disputate, figlio solo in parte del VAR e di situazioni collegate. Gasperini può ancora tornare su un palcoscenico dove l'Atalanta sta benissimo, nonostante le assenze ed il budget inferiore a tante presunte grandi la rosa (in quanti possono far alzare dalla panchina uno come il Koopmeiners attuale?) è da corsa. I Percassi hanno un po' venduto la Fontana di Trevi, ma gli americani hanno messo lke mani su un gioiello, con ingaggi leggeri visto che i più pagatio sono sotto i 2 milioni netti a stagione. 

Il Napoli è stato annientato, ben oltre il 2-4 del Maradona, dal Barcellona di Xavi che ha disputato la migliore partita del suo difficile anno di ricostruzione, trovando anche la peggior serata difensiva dal Napoli di Spalletti, con Rrahmani mai visto così male e Koulibaly stranamente timido. Per non parlare dei Fabian Ruiz e Demme, visto che il modulo del Napoli chiede il maggior lavoro ai due mediani e quindi i primi ad essere travolti nelle serate no sono proprio loro. Un amaro addio europeo per Insigne, un’eliminazione che fa male per il modo visto che la brutta prova di Cagliari è dipesa anche dall’avvicinarsi del Barcellona. Nonostante le ultime due partite il Napoli non sembra però una squadra in crisi, basti pensare a cosa si è detto fino al primo tempo (compreso) del Camp Nou, magari questi viaggi in meno (è fuori anche dalla Coppa Italia) gli daranno il ritmo giusto per lo scudetto. Per Spalletti un bene che le prossime due partite di campionato siano contro Lazio e Milan, per evitare i processi o almeno rimandarli di una decina di giorni.

Tutt’altro tipo di serata all’Olimpico, anche se l’esito per i padroni di casa è stato anche in questo caso l’eliminazione. Contro un Porto di fatto già campione del Portogallo la Lazio ha giocato un’ottima partita, sfiorando diverse volte il 2-0, venendo rimontata grazie a un rigorino VAR e chiudendo con un assalto finale davvero emozionante, per un 2-2 che lascia tanti rimpianti ma anche la sensazione che la squadra sia con Sarri. Una squadra che gioca molto meglio con Luis Alberto, dopo tanti indizi Sarri dovrebbe avere capito di essere di fronte a una prova, e sempre trascinata da Immobile: con lui in questa forma Mancini non sarà costretto fra un mese a fare invenzioni. Tornando alla Lazio, coin tutto il rispetto per Patric (ma anche il più recente Luiz Felipe) è quasi banale dire che con Acerbi al centro della difesa sarebbe finita diversamente. 

 

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