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Verdi più di Valentino Mazzola

Verdi più di Valentino Mazzola

Il Torino ha chiuso il calciomercato 2019 con l'acquisto più caro della sua storia, anche confrontando questi 25 milioni con cifre attualizzate. Da Law a Schachner, piccola storia dei colpi granata...

Stefano Olivari

3 settembre 2019

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Simone Verdi è il grande colpo del calciomercato del Torino, arrivato proprio a pochi minuti dalla fine. Senza dubbio il colpo più costoso avvenuto sotto la gestione di Urbano Cairo: 3 milioni per il prestito dal Napoli, 20 per il riscatto obbligatorio e 2 di bonus. In totale 25 milioni di euro, ben 11 più del fresco record raggiunto con Zaza e Niang, intorno a quota 14 ingaggi esclusi. L’acquisto di Verdi non è stato alla fine sorprendente in sé stesso, perché il Torino lo inseguiva da mesi e il Napoli non ne aveva più bisogno, ma per le cifre. Nessuno dei tanti campioni che hanno fatto parte del Torino, nella sua gloriosa storia, si è infatti mai nemmeno avvicinato alle cifre spese per Verdi.

Facile dire che il più grande granata di sempre sia stato Valentino Mazzola. Che nel 1942 era già un campione affermato, quando il Torino presieduto da Ferruccio Novo lo acquistò dal Venezia per la spaventosa somma di un milione e 250mila lire. Cifra enorme in tempi di pace, figuriamoci quindi in piena guerra e in un’Italia allo sfascio. Da confrontare alle 330.000 lire pagate l’anno prima alla Juventus per Gabetto… Convertendo quel 1.250.000 in potere d’acquisto con euro del 2019, arriviamo a 700.000 euro circa. In altre parole, nel 1942 una somma ritenuta per il calcio scandalosa avrebbe consentito di comprare nel centro di Torino una bella (e nemmeno bellissima) casa medio borghese.

Al netto del mito romantico, Gigi Meroni non era nemmeno paragonabile a Valentino Mazzola, ma questo non toglie che nell’estate del 1964 fosse uno dei giovani più interessanti del calcio italiano e che per averlo dal Genoa si fosse scatenata un’asta: la vinse il Torino di Orfeo Pianelli con 300 milioni di lire, che in euro attualizzati sarebbero quasi 3 milioni e mezzo di euro di oggi. Più di quanto (3 milioni di euro, in termini odierni) era stato pagato 3 anni prima Denis Law al Manchester City. Già quindi i tempi erano cambiati, nessuno rimase sconvolto.

Il Torino dello scudetto 1975-76 fu costruito senza colpi di mercato storici, pur avendo giocatori di livello notevolissimo. Per tornare a sognare in estate si sarebbero dovuti attendere gli anni Ottanta, la vera età dell’oro del calcio italiano (dal 1982 al 1991 sette squadre diverse a vincere lo scudetto in nove campionati, senza contare quelle piazzate come appunto il Torino dell’epoca), mai sufficientemente rimpianta. Nel 1983 uno degli uomini mercato era Walter Schachner e il Torino lo pagò al Cesena 3 miliardi, in parte in giocatori (Bertoneri e la comproprietà di Bonesso), poco meno di 5 milioni di euro del 2019. Nel 1984 il Torino di Sergio Rossi, e di Moggi direttore sportivo, acquistò Junior per una cifra inferiore a qualle pagata per Schachner, due miliardi e mezzo di lire al Flamengo, ma nell’estate di Maradona al Napoli fu lo stesso un colpo a sensazione. Nel 1991, con cifre ormai esplose dappertutto, passarono invece quasi sotto silenzio i 9 miliardi dati all’Auxerre per Vincenzo Scifo, che poi sarebbero soltanto 8 milioni e mezzo di euro di oggi.

In conclusione, mai il Torino, nemmeno nell’era pre-Cairo e nemmeno tenendo conto dell’inflazione e dei tempi diversi, ha pagato un giocatore tanto quanto Simone Verdi. Forse un caso, forse un segnale. 

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