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La retrocessione di Conte e Sarri© AFPS

La retrocessione di Conte e Sarri

L'incredibile incrocio nell'Arezzo 2006-2007 fra i due allenatori del momento, occupanti fissi delle prime pagine insieme a Inter e Juventus. All'epoca nella bassa Serie B con un futuro in panchina ancora tutto da costruire, anche se il più giovane Conte partiva con la credibilità dell'ex calciatore...

Stefano Olivari

06.06.2019 ( Aggiornata il 06.06.2019 13:33 )

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Se Maurizio Sarri e Antonio Conte si troveranno come avversari sulle panchine di Juventus e Inter, come ormai sembra sicuro, i tifosi dell’Arezzo potranno dire di averli avuti come allenatori della loro squadra. Addirittura nella stessa stagione, quella 2006-2007, in una delle versioni della Serie B più competitive di sempre, con la presenza di Juventus (retrocessa per Calciopoli), Napoli, Genoa e Bologna. Impossibile la promozione, ma alla vigilia del campionato la salvezza sembra più che possibile per una squadra che la stagione prima, allenata da Elio Gustinetti, è arrivata settima. I 6 punti di penalizzazione, per il coinvolgimento di Calciopoli, sembrano insomma gestibili.

C’è curiosità per l’esordio da capoallenatore del trentasettenne Antonio Conte, una carriera da calciatore di primo piano alla Juventus ma che come allenatore è stato soltanto assistente di De Canio al Siena. La rosa pare di livello medio-basso, ma in Floro Flores ha un attaccante di categoria superiore mentre fra i difensori esordisce un giovanissimo Ranocchia, che nella carriera di Conte tornerà. L’inizio di campionato è però agghiacciante, per rimanere in territorio contiano (fra l’altro in difesa c’è un altro Conte, Mirko): 5 pareggi e 4 sconfitte che portano il 31 ottobre all’esonero del giovane allenatore che fino a lì ha giocato con il 4-4-2 e derivati.

Al suo posto viene chiamato Maurizio Sarri, fermo da qualche mese dopo le dimissioni dal Pescara. Sarri gioca qualche volta con il 4-3-3, ma in generale tocca poco della squadra costruita da Conte: i risultati però sono un po' migliori e fra questi memorabile è un eroico 2-2 sul campo della Juventus di Deschamps, passata in vantaggio con Trezeguet e Palladino ma raggiunta nel finale da una doppietta di Martinetti, subentrato a Volpato. L’Arezzo di Sarri va anche ad un passo dall’eliminare il Milan nei quarti di Coppa Italia (0-2 a San Siro, dopo avere sprecato un’occasione enorme sullo 0-0, 1-0 all’ex Comunale con gol di Floro Flores e traversa di Goretti), lo stesso Milan che quattro mesi dopo vincerà la Champions League.

Una squadra che raccoglie tanti complimenti, ma che anche a causa della penalizzazione non si schioda dal fondo della classifica, così il 13 marzo dopo una sconfitta con la Triestina viene richiamato Conte, più per disperazione che per convinzione. Conte ricomincia con tre sconfitte nelle prime quattro partite, ma il finale di stagione è eccellente e la retrocessione dell’Arezzo viene decretata dalla vittoria dello Spezia sul campo della Juventus in versione Primavera, nell’occasione criticata da Conte.

Il tecnico salentino ripartirà dal Bari a fine anno, dopo l’esonero di Materazzi, mentre Sarri andrà incontro alla stagione più amara della carriera: si dimette dall’Avellino senza nemmeno iniziare il campionato di B e poi accetta il Verona in Prima Divisione (cioè l’attuale serie C), due mesi e poi l’esonero. La ruota del calcio gira, mai dare giudizi definitivi: un allenatore che oggi annaspa fra B e C potrebbe fra quindici anni essere conteso da mezza Europa.

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