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L'utilità di Benatia per il Qatar© Juventus FC via Getty Images

L'utilità di Benatia per il Qatar

Il difensore marocchino ha lasciato la Juventus per chiudere la carriera in un campionato dal valore vicino allo zero, bisognoso di nomi per lanciare un Mondiale ormai dietro l'angolo...

Stefano Olivari

29.01.2019 ( Aggiornata il 29.01.2019 18:12 )

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L’Al-Duhail Sports Club con le sue diverse denominazioni ha vinto sei degli ultimi otto campionati disputati, ma giocare lì non sarà esattamente come giocare nella Juventus. Mehdi Benatia ha però accettato l’offerta dal Qatar e il club bianconero ha scelto di incassare subito 10 milioni per una sua riserva di quasi 32 anni invece che quasi zero in futuro, visto che il contratto del difensore marocchino aveva scadenza 2020. Due scelte, quella del club e quella del giocatore, difficilmente spiegabili al medio appassionato di calcio che vede Caceres inferiore a Benatia (senza contare l’infortunio di Bonucci, che però è senno di poi), il Qatar come terzo mondo sportivo e le cifre in campo tutto sommato risibili per la cilindrata della Juventus. Ma al di là di questi ragionamenti italiani, bisogna dire che l’Al-Duhail è la punta di diamante del calcio di un paese che fra tre anni ospiterà il Mondiale, l’ultimo (forse, perché il partito delle 48 è molto forte dentro la FIFA) a 32 squadre.

Si tratta una delle 6 squadre, su 12, della Qatar Stars League con sede a Doha, la capitale. Un club che ha meno di 10 anni di storia, essendo stato fondato nel 2009 con il nome di Lekhwiya e che ha assunto la denominazione attuale soltanto da un anno e mezzo, dopo la fusione con l’El Jaish. Gioca ovviamente in uno stadio moderno, che però è uno stadietto: 9.000 di capienza e raramente pieno. Per la serie ‘cattedrali nel deserto’, dove il deserto non è una metafora, bisogna ricordare che gli stadi del Mondiale 2022 saranno 8, di cui 6 sono ancora in costruzione e nessuno, da progetto, con una capienza inferiore ai 40.000. E se l’Al-Duhail è la Juventus del Qatar, chissà quale pubblico avranno gli altri. In realtà una risposta già c’è, perché nell’ultima stagione la media di spettatori a partita della Qatar Stars League è stata intorno ai 700 (settecento). Qualsiasi commento è superfluo: non c’è da stupirsi se il crollo della vecchia FIFA di Blatter è iniziato proprio con il voto sui Mondiali 2018 e soprattutto 2022. Non se ne era stupito nemmeno l’esperto Blatter, che infatti provò fino all’ultimo ad evitare il perfezionamento del piano Platini-Sarkozy…

Ma tornando alla squadra in cui Benatia andrà a giocare, bisogna dire che l’unica cosa di livello europeo che troverà, oltre all’ingaggio, è l’allenatore, Rui Faria. Una vita, davvero, come assistente di Mourinho: dall’União Leiria al Manchester United passando per Porto, Chelsea, Inter e Real Madrid, con i trionfi che tutti ricordano e in cui la sua parte riguardava soprattutto la preparazione atletica. Quella in Qatar è la sua prima chance da capo-allenatore, a 43 anni. In un paese che ha un disperato bisogno di credibilità e quindi di nomi: per questo Benatia è uno dei personaggi, insieme a Sneijder (Al-Gharafa), Xavi e Gabi (Al-Sadd), Eto’o (Qatar SC), che insieme a qualche brasiliano sconosciuto proveranno scaldare l’ambiente in vista di un Mondiale che così, a occhio, attirerà meno turisti di quelli in Germania o in Brasile.

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