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Serie A, voglia di calcio dal vivo© Juventus FC via Getty Images

Serie A, voglia di calcio dal vivo

L'effetto Cristiano Ronaldo e i record dell'Inter spiegano solo in parte il ritorno del pubblico allo stadio, in controtendenza rispetto ad abbonamenti e ascolti televisivi. Un motivo in più per migliorare gli stadi...

Stefano Olivari

28.11.2018 14:43

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Non si può dire che la lotta scudetto sia appassionante, ma le cifre dicono che la Serie A vista dal vivo piace molto di più che negli anni scorsi. Dopo 13 giornate la media di spettatori a partita è infatti di 25.448, contro i 24.634 dell’anno scorso e i 21.415 del 2016-17. Un risultato clamoroso e difficile da spiegare, anche con il senno di poi, visto che il livello medio della competzione non è migliorato, così come gli stadi in cui si gioca. Di sicuro hanno inciso l’effetto Cristiano Ronaldo, anche se la Juventus in trasferta il tutto esaurito l’ha realizzato spesso anche senza di lui, e il continuo boom dell’Inter, che anche con il Frosinone ha portato a San Siro 63.645 spettatori ed ha finora la clamorosa media di 62.795.

Un peccato che CR7 abbia uno stadio di casa con una capienza di soli 41.475 spettatori, visto che la Juventus vanta il più alto indice di riempimento (96%), davanti a Udinese, Cagliari, Frosinone e Spal, tutte ben sopra l’80%. Siccome questi quattro club la scorsa estate non hanno comprato Cristiano Ronaldo e nemmeno Messi, è significativo che abbiano stadi di recentissima costruzione (Sardegna Arena) o ristrutturazione (Dacia Arena, Stirpe e Mazza). A dirla tutta, di questi cinque stadi tre (Juventus, Udinese e Frosinone) sono gestiti direttamente dai club. Non stiamo dicendo che la gente di Frosinone esca di casa soltanto per il restyling dello stadio, ma di sicuro giocare in un ambiente gradevole aiuta. E lo si capisce meglio guardando l’altro lato della medaglia.

La peggior squadra d’Italia per indice di riempimento del suo stadio è infatti il Chievo con il 40,7%, ma non si può pretendere troppo da una squadra di nobiltà così giovane, né che Campedelli e il Verona in serie B facciano abbattere il Bentegodi. Altri discorsi andrebbero invece fatti per il Napoli: il club di De Laurentiis ha il sesto pubblico d’Italia, 30.716 la sua media, inferiore soltanto a Inter, Milan, Roma, Juventus e Lazio e quasi uguale a quella della Fiorentina. Inspiegabile, visto il rendimento medio degli ultimi anni del Napoli e il fatto che anche nel dopo-Sarri la squadra non abbia certo smobilitato. Come si intuisce anche dalle immagini televisive, l’indice di riempimento del San Paolo è del 51%, e con questo sarebbe detto tutto. Di peggio fanno soltanto il citato Chievo e la Lazio, anche nel loro caso il colpo d’occhio non mente.

Insomma, le medie sono sempre figlie di tante situazioni particolari ma certo è che la tendenza del pubblico italiano dal vivo sia al rialzo mentre la stessa cosa non si può dire di quello televisivo, forse assuefatto e stordito dall’eccesso di offerta perché nel mondo dello zapping è più naturale fermarsi su Real-Barcellona che su Napoli-Chievo. Inutili i confronti con un passato troppo lontano e paleo-televisivo, con gli oltre 38.000 di spettatori di media della stagione di grazia 1984-85, ma doverosa la sottolineatura dell’attaccamento della gente vera a questo sport che resiste a tutto.

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