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Il Genoa antico e moderno

Il Genoa antico e moderno

Il club rossoblu ha festeggiato, ovviamente in tono minore, i 125 anni di età. Non è il più antico d'Italia, anche restringendo il discorso al calcio, ma è il più antico fra quelli arrivati fino ai giorni nostri...

Redazione

08.09.2018 12:56

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Un compleanno importante, quello numero 125, è stato giustamente festeggiato dal Genoa in tono minore a causa delle note vicende del Ponte Morandi, ma questo non toglie importanza al fatto che il club rossoblu sia stato la prima grande squadra di calcio in Italia, pur non essendo la più antica. È stato infatti fondato 6 anni dopo il Torino Football & Cricket Club, 4 dopo il Nobili Torino e 2 dopo l’Internazionale, sempre di Torino.

Questo argomento sembra fatto apposta per attirare rivendicazioni di ogni tipo ed infatti abbiamo letto ricostruzioni di ogni tipo, visto che non c’è uniformità nel valutare una cosa apparentemente oggettiva come una data. Il primo motivo è semplice: quasi sempre a quei tempi il calcio era parte di polisportive e quasi mai di queste polisportive era lo sport più importante. Il secondo motivo di queste dispute è che la FIGC è stata fondata soltanto nel 1898 (peraltro come FIF, Federazione Italiana Football, prendendo l’attuale denominazione solo nel 1909), quindi tutto ciò che è avvenuto prima rientra nel campo dell’anarchia organizzativa oppure sotto la gestione della Federazione di Ginnastica, che organizzava campionati con regole non esattamente uguali a quelle dell’International Board (aveva due tempi di 30’, il portiere che poteva usare le mani fino a metà campo, l’arbitro che in caso di parità decretava la vincitrice per così dire ‘ai punti’ e altre caratteristiche di culto) e che si sarebbe sovrapposta all’attività della FIF nei primi anni del Novecento.

Detto questo, i tre club torinesi citati hanno un atto di nascita ufficiale più antico di quello del Genoa, anche se nessuno di loro ha avuto vita lunga: il Torino si limitava a ripetuti derby con i concittadini del Nobili (espressione della nobiltà e della Torino bene, mentre il Torino aveva soci di estrazione medio borghese, oltre agli immancabili inglesi), fino a quando con i rivali si fusero, nel 1891, dando vita all’Internazionale. L’anima aristocratica era rappresentata da Luigi Amedeo di Savoia Aosta, futuro Duca degli Abruzzi e grande esploratore, quella borghese da Herbert Kilpin, proprio il futuro fondatore del Milan, che a Torino lavorava come tecnico tessile. Curiosamente la maglia dell’Internazionale fu all’inizio granata, per poi diventare bianconera.

Ma veniamo al motivo più importante per cui bisogna ricordarsi dell’Internazionale Torino: perché fu la rivale del Genoa nei primi due campionati italiani, disputati nel 1898 e nel 1899. Nel primo, un quadrangolare disputato a Torino, al Velodromo Umberto I, in un’unica giornata con anche FC Torinese e Ginnastica Torino, l’Internazionale arrivò a giocarsi la finale con il Genoa perdendo 2-1 ai supplementari. Nel secondo il quadrangolare si disputò in più giorni, con la formula del Challenge Round (tipo la Coppa Davis degli albori), con il Genoa di Spensley che in finale trovò di nuovo l’Internazionale e questa volta lo bettà 3-1. L’ultimo sussulto prima dello scioglimento, con i migliori elementi (non Kilpin, ormai trasferiotosi a Milano) che andarono nell’FC Torinese. E chi perse la finale scudetto del 1900 sempre con il Genoa? L’FC Torinese. Qui la storia diventa moderna, perché nel 1906 l’FC Torinese si trasformò, insieme a un gruppo di ex della Juventus (fondata nel 1897), nel Torino. Realtà che sarebbero diventate gloriose, ma non antiche come il Genoa. Anche se può avere cittadinanza la teoria secondo cui il Torino attuale discenda da club più antichi del Genoa e quindi abbia un'anima, se così vogliamo definirla, più antica. 

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