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Lo spazio di Pellegri© LaPresse

Lo spazio di Pellegri

L'attaccante del Monaco è una delle novità nelle convocazioni di Mancini per la Nations League. Strano ma non troppo che nessun club italiano da Champions League abbia voluto investire su di lui...

Redazione

02.09.2018 16:01

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Fra i 31 convocati di Roberto Mancini per le partite di Nations League contro Polonia e Portogallo, le prime vere della sua gestione, ci sono tanti volti noti ma soprattutto classe media, di quella che da sola non porta da nessuna parte. Il calcio italiano è questo, basta vedere quanti e quali azzurri o azzurrabili sono fra i titolari delle nostre quattro squadre in Champions League. Fra i 31 c’è però un giocatore di cui si parla troppo poco, nonostante per i suoi 17 anni abbia già fatto cose pazzesche: scommettere su Pietro Pellegri stella dell’attacco dell’Italia al Mondiale 2022 non è un azzardo, ma una onesta previsione che in assenza di infortuni (ha da poco superato il problema di pubalgia che gli ha fatto perdere gli ultimi mesi della scorsa stagione) si avvererà.

La vera domanda è questa: perché Pellegri gioca nel Monaco, che lo scorso gennaio lo ha acquistato dall’amato Genoa in cui è cresciuto? Non è solo questione di soldi: i 30 milioni, contando anche i bonus, tirati fuori dalla squadra del Principato sono una cifra alla portata di diverse squadre italiane, non solo di quelle che fanno la Champions League. Un investimento abbastanza sensato per un giocatore che quanto a precocità in serie A, come marcatore, è secondo soltanto ad Amadei e Rivera con il suo gol segnato alla Roma (la sceneggiatura del dio del calcio ha voluto che quella fosse anche l’ultima partita di Totti) a 16 anni, 2 mesi e pochi giorni di età. Un investimento che infatti il Monaco ha fatto, con la ragionevole certezza che fra due o tre anni potrà rivendere Pellegri a una cifra superiore. Non è necessario che diventi Mbappé per fare il colpo.

Siccome non stiamo parlando di una squadretta che vive solo di trading, ma di un club di Champions League, non è strampalato guardare quanti italiani con possibilità di giocare qualche minuto, non si dice titolari, siano almeno rosa di Juventus, Napoli, Roma e Inter. Nove nella Juventus (Bonucci, Chiellini, Barzagli, Rugani, Perin, Kean, Spinazzola, De Sciglio e Bernardeschi), tre nel Napoli (Insigne, Meret e Luperto), otto nella Roma (Luca e Lorenzo Pellegrini, Cristante, Florenzi, De Rossi, Santon, Zaniolo, El Shaarawy) e quattro nell’Inter (Gagliardini, Politano, Candreva, Ranocchia). Insomma, circa il 25%. Dei 24 giocatori citati Mancini ne ha convocati soltanto 10, lasciando fuori chi ha problemi fisici o gioca troppo poco. Non vogliamo dimostrare chissà quale tesi, ma soltanto sottolineare che nel calcio italiano di alto livello ci sono pochissimi italiani e che alla fine, pensando alla Nazionale in prospettiva, non è un male che Pellegri sia andato al Monaco. 

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