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Sciopero contro la Liga in America© Getty Images

Sciopero contro la Liga in America

Sergio Ramos, Busquets e gli altri capitani delle squadre spagnole sono pronti a fermare il campionato, contro l'accordo per giocare oltreoceano una o più partite ufficiali. Comunque vada a finire, era dai tempi della Democracia Corinthiana che i calciatori non entravano negli aspetti organizzativi del calcio...

Redazione

23.08.2018 12:32

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In Spagna sta accadendo qualcosa di storico: per la prima volta negli ultimi 35 anni i calciatori, cioè i protagonisti del gioco, fanno sentire la loro voce non per rivendicazioni finanziarie ma per intervenire sugli aspetti organizzativi del calcio. Infrangendo così un tabù che soltanto la Democracia Corinthiana di Socrates e compagni aveva osato infrangere, in un Brasile oltretutto all’epoca governato da una dittatura. La materia del contendere è la partita di Liga (quasi di sicuro con una fra Real Madrid o Barcellona in campo) che probabilmente già da quest’anno si giocherà negli Stati Uniti nel quadro di un accordo di 15 anni con Relevent, cioè la società che organizza la International Champions Cup.

I capitani delle squadre della Liga, con in testa Sergio Ramos e Sergi Busquets, si sono dichiarati in maniera unanime contro il progetto e non hanno escluso di impedirlo attraverso uno sciopero. La posizione è stata sintetizzata da David Aganzo, il presidente dell’associazione calciatori spagnola, e non riguarda gli aspetti finanziari delle vicenda: “I giocatori sono tutti contro questa scelta, si sentono oltraggiati e sorpresi. E non hanno intenzione di andare a giocare in America partite di campionato. È una questione di buon senso e di rispetto nei confronti di chi va in campo e dei tifosi”.

Ma in cosa consiste quest’accordo, che non piace nemmeno ad alcuni club? È innanzitutto un contratto di marketing, con cui la Liga delega a Relevent il compito di espandere nel Nord America il marchio della Liga stessa, per superare una Premier League che per evidenti motivi storici e di lingua parte avvantaggiata. E che ancora non ha deciso se far partire l'operazione ‘trentanovesima giornata’, un intero turno di Premier league oltre ai 38 normali, da giocarsi in America. Va ricoordato che proprietario di Relevent è Stephen Ross (proprio il Ross interessato al Milan...), che possiede anche i Miami Dolphins e il relativo stadio, l’Hard Rock Stadium, che dovrebbe ospitare la prima partita di questa Liga da esportazione. Fra i dirigenti di Relevent c’è anche Charlie Stillitano, l'ex general manager dei Metro Stars, che ha dichiarato al Washington Post che già nella prossima primavera si potrebbe vedere sul suolo americano una partita con Real, Barcellona o Atletico Madrid. Di sicuro dal 2019 Relevent venderà anche i diritti televisivi della Liga per il Nord America, attualmente valutati sui 110 milioni di euro. Grandi progetti che non piacciono ai tifosi spagnoli e nemmeno ai calciatori, che in teoria avrebbero da guadagnarci.

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