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La malinconia di Inghilterra e Belgio© AFPS

La malinconia di Inghilterra e Belgio

La finale per il terzo posto è il momento più triste del Mondiale, perché la vera finale è ancora da giocare ma tutti si rendono conto che questa magia per quattro anni non la vedremo più. Piccola storia di queste sfide spesso dimenticate e dimenticabili...

Stefano Olivari

13.07.2018 20:35

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Inghilterra-Belgio ci ricorda che la malinconia della finale per il terzo posto è superiore a quella che si prova dopo la finale vera, sapendo che dovremo aspettare altri quattro anni (per Qatar 2022 quattro e mezzo) per rivivere la magia del Mondiale. È superiore perché riguarda una partita fra due grandi deluse, anche se forse entrambe (più la squadra di Southgate che quella di Martinez) un mese fa avrebbero firmato per raggiungere le semifinali. E l’atmosfera un po’ così avvolge tutto, al punto che anche molti appassionati di calcio fanno fatica a ricordare chi sia arrivato terzo nella varie edizioni del Mondiale, anche le più recenti.

La finale per il terzo posto è un’invenzione italiana, nel senso che fu introdotta nell’edizione del 1934 dopo che nel 1930 la Jugoslavia si era rifiutata di affrontare gli Stati Uniti in una partita improvvisata e comunque non prevista dal format. All’Ascarelli di Napoli, che sarebbe stato distrutto dai bombardamenti durante la guerra, la Germania superò l’Austria per 3-2. In Francia il Brasile recuperò Leonidas, assente nella semifinale contro l’Italia di Pozzo, e batté 4-2 la Svezia. Nel 1950 nessuna finalina, visto che il Mondiale si decise con un girone finale a quattro (una curiosità è che Svezia-Spagna si giocò a San Paolo, in contemporanea con la celeberrima Uruguay-Brasile a Rio), mentre nel 1954 l’Austria superò 3-1 l’Uruguay.

Porte aperte nella finale per il terzo posto di Svezia 1958 fra la Francia e la Germania Ovest: 6-3 per la squadra dello scatenato Fontaine. Solo 1-0, con un gol di Rojas nel finale, Cile-Jugoslavia del 1962, mentre il Portogallo di Eusebio battè 2-1 l’Unione Sovietica di Jascin nel 1966. 1-0 per la Germania Ovest, reduce dalla partita del secolo contro gli azzurri, con l’Uruguay nel 1970, e stesso risultato per la Polonia sul Brasile nel 1974. Prima presenza dell’Italia in questa partita nel 1978: in vantaggio con Causio, prima di essere superatada un incredibile gol di Nelinho e da Dirceu.

Nel 1982 la Polonia di Boniek, battuta dagli azzurri in semifinale (ma senza Boniek, squalificato) superò 3-2 una Francia uscita a pezzi da Siviglia e senza Platini. Nel 1986 si andò per la prima volta ai tempi supplementari, con il 4-2 della Francia sul Belgio di  Scifo e Ceulemans, mentre nel 1990 tornarono in scena gli azzurri reduci dalla sconfitta ai rigori contro l’Argentina di Maradona: a Bari i ragazzi di Vicini vinsero 2-1. Baggio, Platt e poi nel finale il rigore che diede a Schillaci il titolo di capocannoniere con 6 gol superando i 5 di Skuhravy: commoventi i festeggiamenti finali delle due squadre mescolate, una delle cose più belle di quel Mondiale.

Nel 1994 4-0 della Svezia alla Bulgaria battuta dagli azzurri di Sacchi, nel 1998 2-1 della Croazia all’Olanda, nel 2002 3-2 della Turchia alla notevole Corea del Sud di Hiddink. A Germania 2006 super-malinconia dei padroni di casa, battuti dall’Italia di Lippi in semifinale, nel 3-1 al Portogallo del diciannovenne Cristiano Ronaldo. In Sudafrica ancora di scena la Germania, nel 3-2 all’Uruguay di Tabarez, con in campo gli allora giovani Suarez e Cavani. E arriviamo a quattro anni fa, quando il Brasile annientato dal Mineirazo perse 3-0 contro l’Olanda.

Significativo che la squadra più presente nella finale per il terzo posto sia la Germania, 5 volte con 4 vittorie: indicatore di un popolo che comunque ci tiene a finire bene e a giocarsela sempre. Con una presenza in meno c’è il Brasile, 2 vittorie e 2 sconfitte, mentre nelle sue tre apparizioni l’Uruguay ha sempre perso. Da quando i calci di rigori sono uno scenario possibile, quindi dal 1974, mai si è arrivati a questa soluzione che al Mondiale è sempre più frequente. Tutti sono tristi e vogliono andarsene, come Inghilterra e Belgio. Ma noi vorremmo che il Mondiale non finisse mai.

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