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Il Mondiale degli allenatori argentini© AFPS

Il Mondiale degli allenatori argentini

Su 32 commissari tecnici di Russia 2018 ben 5, Sampaoli compreso, hanno passaporto argentino. Un dato clamoroso, considerando il nazionalismo della maggior parte delle federazioni...

Redazione

20.06.2018 15:34

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Nessun paese guida del calcio mondiale, Inghilterra a parte (con Eriksson e Capello), ha mai affidato la propria nazionale a un allenatore straniero. Questione di orgoglio e di status, prima ancora che tecnica. A Russia 2018 è interessante notare che soltanto 13 nazionali su 32 sono allenate da una persona non nativa del paese: Perù (l’argentino Gareca), Egitto (l’argentino Cuper), Panama (il colombiano Gomez), Danimarca (il norvegese Hareide), Belgio (lo spagnolo Martinez), Australia (l’olandese Van Marwijk), Messico (il colombiano Osorio), Colombia (l’argentino Pekerman), Svizzera (il bosniaco Petkovic), Arabia Saudita (l’argentino Pizzi), Iran (il portoghese Queiroz), Marocco (il francese Renard) e Nigeria (il tedesco Rohr). In proporzione come nel recente passato: uno meno di Brasile 2014, uno in più di Sudafrica 2010, se vogliamo fare esempi recenti. Come si può notare, c'è di tutto: personaggi di primo piano e mestieranti che si vendono bene. Le singole situazioni sono troppo diverse per trarre indicazioni generali, così è poco più di un gioco ricordare che in Brasile c’erano 3 allenatori italiani (Prandelli, Capello-Russia e Zaccheroni-Giappone), in Sudafrica 2 (Lippi e Capello-Inghilterra), uno nel 2006 (Lippi) e 2 nel 2002 (Trapattoni e Maldini-Paraguay). Adesso domina l’Argentina, con ben 5 allenatori su 32 anche se il più contestato è proprio quello dell’Albiceleste, Sampaoli. Tutti pensano di avere inventato il calcio, ma l’importante è che te lo dicano gli altri. E agli argentini lo dicono, a torto o a ragione.  

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