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La finale di Sergio Gonella

La finale di Sergio Gonella

L'arbitro di Argentina-Olanda 1978 è morto a 85 anni, 40 dopo il suo Mondiale. E una partita che lo ha consegnato all'eternità, ma diventata un classico non certo per il bel gioco... 

Redazione

19.06.2018 18:50

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Il nome di Sergio Gonella rimarrà per sempre legato alla finale del Mondiale 1978 fra l’Argentina padrona di casa senza Maradona e la Grande Olanda senza Cruijff, con i due fuoriclasse per motivi diversi nemmeno convocati fra i 22 da Menotti e Happel. L’arbitro di Asti è da poco scomparso, a 85 anni di età, ed è chiaro che dirigere una finale di tale importanza è qualcosa che supera tutto il resto della carriera messo insieme: anche se hai arbitrato 175 partite di serie A e tante altre a livello internazionale, fra cui la finale dell’Europeo 1976 vinta dalla Cecoslovacchia sulla Germania Ovest. Unico altro nella storia a riuscire nella doppietta di finali europea e mondiale lo svizzero Dienst, quello (sintetizziamo) del non gol di Hurst nella finale di Inghilterra 1966 e della prima finale di di Euro 1968 fra Italia e Jugoslavia, quella finita 1-1.

Tornando a Gonella, che i più giovani conoscono per i vari incarichi dirigenziali nel mondo arbitrale (è stato anche designatore), bisogna ricordare che nel 1978 la sua partecipazione mondiale era tutt’altro che scontata. In lizza per rappresentare l’Italia c’erano lui, considerato un arbitro severo e vecchia scuola, e Alberto Michelotti di Parma, più portato (in rapporto ai tempi) al dialogo, sia pure a modo suo. Entrambi sarebbero stati un’ottima scelta, ma la scelta della commissione designatrice della FIFA (con a capo il potentissimo Artemio Franchi, all’epoca presidente UEFA e vicepresidente di Havelange alla FIFA) cadde su Gonella, mentre Michelotti dovette accontentarsi di essere nelle’elenco delle riserve.

Dirigente della Banca Commerciale Italiana, in quel 1978 Gonella lavorava a La Spezia: Argentina 1978 fu a 45 anni il suo premio alla carriera, pur ricordando che un arbitro internazionale in quegli anni poteva arbitrare anche oltre i 50 anni. Prima designazione di prestigio: Brasile-Spagna il 7 giugno a Mar del Plata. Tutto bene, 0-0 e poche proteste, quindi a Gonella bastò non fare danni nelle partite da guardalinee (la famigerata Argentina-Perù e Tunisia-Messico) per essere il favorito per la finale. L’Italia lo aiutò raggiungendo 'soltanto' quella per il terzo posto, quindi Franchi ebbe buon gioco nel vincere le resistenze degli argentini che volevano l’uruguayano Barreto (designato come guardalinee, insieme all’austriaco Linemayr) e inserire un po’ di Italia nella finale. Designazione accettata dagli argentini e sgradita agli olandesi, che temevano una sorta di vendetta per il gioco duro nella partita contro gli azzurri, con Arie Haan protagonista negativo e impunito. E premevano per l'israeliano Klein, altro arbitro caro a Franchi (lo avremmo incrociato in Italia-Brasile 1982...).

Di quella finale del 25 giugno 1978 si è scritto di tutto. Certo è il clima di intimidazione che accompagnò l’Olanda dal suo albergo allo stadio, certo è che Gonella fece tutto a termini di regolamento. Fece togliere a René Van de Kerkhof la fasciatura rigida al polso destro, dopo le proteste degli argentini, e cercò di stroncare sul nascere il gioco duro. Senza successo, però. Poco a poco la situazione degenerò e anche con il senno di poi bisogna dire quello di Gonella non fu un buon arbitraggio. Rivedendo le immagini della partita si può notare però che non abboccò a un tuffo di Luque in area che altri arbitri avrebbero trasformato in rigore e che non fece invenzioni a favore dei padroni di casa. Lasciò però che gli argentini affondassero ogni entrata, non vedendo una gomitata con cui Passarella spaccò qualche dente a Neeskens, che poco dopo si vendicò su Tarantini. Capito il metro di giudizio, anche gli olandesi cominciarono a farsi giustizia da soli e Gonella ebbe il buon senso di tenere in tasca anche i cartellini rossi che avrebbero meritato loro.  

Partita brutta, come spesso sono le finali, ma anche violenta come raramente è capitato di vedere nell’era moderna. Gonella ebbe la fortuna di non dover gestire vere situazioni da area di rigore, ma non seppe farsi rispettare in un contesto in cui, va detto, probabilmente nessun arbitro sarebbe stato capace di farsi rispettare. Quasi superfluo ricordare che nei giorni seguenti alla finale l’arbitraggio fu elogiato soltanto dai media argentini, soddisfatti, e da quelli italiani che educavano le masse al culto degli ‘arbitri migliori del mondo’. Un atteggiamento mediatico che tutto sommato è cambiato di poco, nonostante varie evidenze. Una finale di questa intensità vale una vita, per questo poco dopo Gonella annunciò il suo ritiro nonostante avesse davanti ancora diversi anni di carriera internazionale. 

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