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L'occasione di Cutrone© LAPRESSE

L'occasione di Cutrone

La stagione dell'attaccante del Milan fa riflettere sui tanti talenti cresciuti nei vivai dei grandi club e persi per strada, fra prestiti e situazioni di basso profilo. Ma ci sono anche quelli emersi lontano e magari cercati a prezzo centuplicato...

Stefano Olivari

26.02.2018 10:08

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L’ottima stagione di Patrick Cutrone, che con quello segnato all’Olimpico alla Roma è arrivato a 18 gol (contando anche i 4 con l’Under 21), è un atto d’accusa contro il modo in cui il calcio italiano utilizza i giovani italiani. Non perché Cutrone sia il nuovo Van Basten, ma perché un ragazzo con il suo potenziale ha potuto trovare spazio nel Milan soltanto perché gli stranieri hanno deluso. Se Kalinic fosse stato simile al Kalinic della Fiorentina e Andre Silva fosse stato a livelli almeno di decenza, Cutrone il campo non lo avrebbe visto mai né con Montella né con Gattuso.

Da non dimenticare, visto che non stiamo parlando della preistoria ma degli ultimi giorni dello scorso luglio, che il Milan in estate doveva ancora definire le situazioni di Bacca e Niang e che la soluzione più logica, per un giovane promettente, sembrava quella di prestarlo in B o in una bassa serie A (il Crotone era vicinissimo). Poi le circostanze, ma soprattutto la bravura di Cutrone nello sfruttare le occasioni fin dai gol in amichevole contro il Bayern ai tempi di Ancelotti, hanno cambiato la sua storia personale e in parte anche quella del Milan, con la svolta psicologica avvenuta nel derby di Coppa Italia (gol vittoria di Cutrone, entrato al posto di Kalinic al 75').

Cosa vogliamo dire? Che non tutti gli attaccanti della Primavera reggono all’impatto con la serie A, ma che in pochi hanno reali chance di farsi vedere in un contesto di alto livello. Nemmeno in squadre di centroclassifica, che già a gennaio giocano per finta e senza patemi. Per rimanere sul Milan e sulle sue giovanili dell’ultimo decennio, quante reali chance di prima squadra, anche ai margini, hanno avuto Aubameyang (!!!), poi ricercato per cifre improponibili, Paloschi, Verdi, Ganz, Petagna, Vido? Abbiamo volutamente mescolato giocatori con un grande mercato a discreta classe media, in grado comunque di stare almeno in panchina nel Milan vero. È un giochino facile, che potremmo fare con quasi ogni club ma che facciamo con il Milan perché Cutrone è l’attaccante del momento. Facile ma anche istruttivo, in mezzo a tanti editoriali disfattisti: con il passaporto italiano esistono almeno 50 punte migliori di quelle della Svezia che ci ha buttato fuori dal Mondiale. Poi lo straniero ha un’utilità mediatica e una facilità, diciamo così, di gestione finanziaria che spesso a parità di valore sportivo lo rende più conveniente. 

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