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Angel Maria Villar e il record della Juventus 1976-77

Angel Maria Villar e il record della Juventus 1976-77

Redazione

19.07.2017 ( Aggiornata il 19.07.2017 11:11 )

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L'arresto per corruzione di Angel Maria Villar, presidente della federcalcio spagnola in tutta la sua età dell'oro (è in carica dal 1988!) oltre che vicepresidente della FIFA, riguarda uno dei pochi ex giocatori ad essere arrivato sul serio nelle stanze del potere. Cioè correndo in prima persona, non sperando nella chiamata del politico di turno bisognoso di uomini-immagine (anche Gianni Infantino usa questo schema, con tutto il rispetto per Boban e tutti gli altri). L'unico altro esempio che viene in mente, a questo livello dirigenziale, è quello di Michel Platini... Siamo abbastanza vecchi per ricordare in diretta il centrocampista Villar, che visse i suoi anni migliori all'Athletic Bilbao: non per la famosa gomitata a Cruijff appena arrivato al Barcellona, ma come protagonista della storica finale della Coppa Uefa 1976-77. Diciamo storica perché si tratta dell'unica coppa europea vinta da una squadra italiana senza stranieri in rosa, visto che le frontiere erano state chiuse nel 1966 e quelli che c'erano prima erano ormai troppo vecchi per essere ancora in campo, con l'eccezione di Clerici (El Gringo in quella stagione era al Bologna, poi avrebbe chiuso nella Lazio). La doppia finale fu tiratissima e Villar giocò bene sia all'andata a Torino (1-0 Juve, gol di Tardelli) che al ritorno in terra basca, 2-1 per i padroni di casa: bianconeri in vantaggio con Bettega all'inizio, pareggio quasi immediato di Irureta e poi nel finale gol di Carlos, Pichichi due stagioni prima, che mostrò ai paesi collegati in Eurovisione la summa ideologica del trapattonismo (eguagliata soltanto dagli ultimi minuti dell'Inter in un'altra finale UEFA, quella del 1991, dopo il gol romanista di Rizzitelli). Tornando a Villar, in quell'Athletic (per la verità ai tempi Atletico) era uno dei leader nonostante lo spogliatoio fosse pieno di mostri sacri: da Iribar a Dani, da Alexanco a Irureta. A provarlo sono anche le 22 presenze in nazionale, tutte per le convocazioni di un santone come Ladislao Kubala, nonostante all'epoca si tendesse, a parità di valore, a non convocare giocatori baschi. Come dirigente Villar è diventato importante grazie al lavoro nell'associazione calciatori spagnola, da lui (avvocato come Sergio Campana) fondata nel 1978 ed era riuscito in quattro decenni a schivare quasi tutto il fango che ha travolto l'era Blatter ed in generale i 'padroni' storici delle federazioni. E quindi? Nella politica sportiva, ancora di più che in quella reale, si cade ormai quasi solo per via giudiziaria.

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