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Valverde prima scelta del Barcellona

Valverde prima scelta del Barcellona

Redazione

01.06.2017 ( Aggiornata il 01.06.2017 10:08 )

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Ernesto Valverde è il nuovo allenatore del Barcellona, dopo le tre ottime stagioni sotto la guida di Luis Enrique in cui la squadra catalana ha un po' cambiato pelle rispetto all'era Guardiola-Vilanova pur continuando a vincere. Valverde arriva a una delle panchine più importanti del mondo non certo da scommessa come era Guardiola nel 2008 o come outsider, nonostante il passato in Roma e Celta, alla Luis Enrique. In un certo senso la vera novità è questa: Valverde ha già alle spalle una carriera solidissima in Spagna e in Grecia, con diversi titoli vinti (soprattutto con l'Olympicos) e risultati, tranne che nella stagione al Villareal, pari o superiori alle aspettative: la finale di Coppa UEFA con l'Espanyol nel 2007 e la Supercoppa spagnola del 2015, travolgendo proprio il Barcellona di Luis Enrique, da ricordare fra le altre cose. A 53 anni ha ovviamente idee tattiche abbastanza precise, formatesi in una buonissima carriera da giocatore, attaccante esterno o ala destra, per parlare antico. Ce lo ricordiamo brillantissimo nell'Espanyol allenato da Javier Clemente che eliminò dalla Coppa UEFA il primo Milan di Sacchi, portandolo quasi all'esonero prima che Berlusconi ci ripensasse ed iniziasse il grande ciclo. Un po' meno brillante e presente invece nel Barcellona di Cruijff allenatore, quello che sconfisse la Sampdoria di Vialli e Mancini nella finale di Coppa delle Coppe 1989. Questo non toglie che abbia sempre parlato di Cruijff come una delle persone che gli ha insegnato di più (e Cruijff, finché è stato vivo, non ha mai fatto mancare complimenti al Valverde allenatore) e che negli ultimi anni sia sempre stato considerato uno con destinazione Barcellona, per filosofia sportiva e modo di porsi da pseudo-intellettuale. Quando nel 2012 Guardiola decise di prendersi un anno sabbatico, fra i blaugrana e il Bayern, indicò proprio lui come prima scelta insieme a Vilanova. Ed era lui il prescelto per sostuire Vilanova quando le sue condizioni di salute si erano aggravate: i dirigenti del Barcellona non ebbero (giustamente) il coraggio di esonerare un uomo che stava morendo e così Valverde perse anche questo treno accordandosi con l'Athletic. Di lì a poco la situazione precipitò e al Barcellona arrivò il Tata Martino. Adesso finalmente il matrimonio tanto atteso. Valverde passa per un grande gestore dello spogliatoio, ma è chiaro che farlo a Bilbao, dove tutti parlano la stessa lingua e hanno status non troppo differenti, è una cosa diversa dal farlo in un contesto come quello del Barcellona dove la quantità di stelle e il secondo posto visto come tragedia cambiano i parametri di giudizio. In quattro anni di Athletic molto raramente ha derogato dal 4-2-3-1, nettamente il suo modulo preferito e certo non quello che ha fatto la storia del Barcellona. In altre parole, nel suo schema base (visto quest'anno, oltre che nella Liga, anche in Europa contro il Sassuolo) esiste il rifinitore-trequartista, il Raul Garcia della situazione, il centravanti-centravanti (Aduriz meglio di Williams, nella sua testa) e due esterni iper-offensivi. Che tutto questo corrisponda alle esigenze e alle richieste di Messi? Di certo è un modulo che può avere una prima punta anche diversa da Suarez, che presuppone un mercato molto preciso e che potrebbe anche mettere in difficoltà un Iniesta vicino all'ultimo chilometro. Quello che è certo è che Valverde è per il Barcellona una prima scelta e non da oggi.

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