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Manchester e l'Europa da difendere

Manchester e l'Europa da difendere

Redazione

31.05.2017 ( Aggiornata il 31.05.2017 08:07 )

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Il valore del Manchester United è quasi tre volte quello della Juventus (1.218 milioni di euro) e circa sei quello del Milan (547), con Roma (453), Inter (429) e Napoli (409), secondo lo studio di KPMG, una delle quattro grandi società di revisione del mondo, intitolato 'The European Elite 2017'. Rimandiamo alla fonte per tutte le tabelle e le cifre, andando direttamente su alcune considerazioni in controtendenza rispetto alla solita lagna sul pallone che nella vecchia Europa si sta sgonfiando, sui nuovi e meravigliosi mercati, eccetera. La prima: tutte le prime 30 squadre del mondo, per valore teorico di acquisto (o vendita), sono europee e se la classifica fosse arrivata a 100 difficilmente ci sarebbe stato qualche ingresso extraeuropeo. In altre parole, il centro del calcio mondiale è l'Europa e la mesta accettazione delle 16 squadre su 48 partecipanti dal Mondiale 2026 (minor percentuale europea di sempre) è stata una sconfitta politica senza senso: uno dei pochi casi nella storia dell'umanità in cui i ricchi si fanno imporre le regole dai poveri. Seconda considerazione: ci sono sei squadre inglesi nelle prime dieci in classifica, sono le sei corazzate della Premier League Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool e Tottenham (ma il Leicester City, sedicesimo, vale quasi quanto il Milan). Questo è frutto delle strategie commerciali della lega, ma anche di un vantaggio competitivo dato dalla lingua e dalla storia inglese che è molto difficile rimontare. Terzo punto: rispetto al 2016 quasi tutti i club sono aumentati percentualmente di valore, molto più rispetto alla crescita dell'economia nei rispettivi paesi e anche della stessa crescita nel settore dell'intrattenimento: si può comprendere il più 24% della Juventus, ma fa impressione il più 17 della Roma e senz'altro sorprende il più 7 dell'Inter. Da sottolineare che i criteri di valutazione non sono soltanto contabili, ma tengono conto anche di vari indici di popolarità sia a livello di social network che di popolarità internazionale del marchio. Insomma, il calcio europeo magari ha raggiunto il massimo nei suoi mercati di origine, ma nel resto del mondo interessa sempre di più. Quarta considerazione: la Champions League la vince soltanto una squadra, ma il fatto di parteciparvi con continuità fa tutta la differenza del mondo e soprattutto per chi non è sul treno della Premiership questo è fondamentale. Se è vero che quasi tutti club europei crescono come 'enterprise value' è  altrettanto vero che le differenze fra di loro rimangono notevolissime: poi il prezzo, cioè la cifra che si potrebbe chiedere al cinese o all'arabo di turno, non è la stessa cosa del fatturato anche se le classifiche sono molto simili, e meno che mai lo è del profitto. Certo è che il calcio europeo gode di buonissima salute, perderne la proprietà e il controllo sarebbe un delitto anche se in parte è ciò che sta avvenendo.

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